martedì 31 maggio 2016

I quattro cavalieri

Ho un "amico" anarchico, beh, amico nel senso più ampio che si possa immaginare (del tipo; cristiano, europeo, italiano. Volente o nolente), che a pensarci bene non vedo molta differenza tra chi scientemente, ottusamente o furbescamente si disinteressa del destino che lo circonda per interesse veniale o relativo ad esso, e chi lo fa per una sorta di ostinazione a non "osservare" i cambiamenti antropologici e storici delle società umane.

L'anarchia, a ben vedere, è un'idea legata alla nostalgia dell'epoca umana in cui i gruppi sociali avevano una dimensione alquanto più ristretta e in conseguenza di questo il sistema sociale che ne scaturiva non era ancora cristallizzato in una piramide stratificata di classe.
In buona sostanza il "capo" era una figura simbolica e scaturiva "seduta stante"  per unanimità, o per una sorta di "torneo" e/ o "confronto diretto", cioè da capacità sia pratiche sia intuitive verificabili "di persona". Era decisore di ultima istanza ma praticava la stessa vita di tutto il gruppo.
E anche nel passaggio successivo dei Re o Imperatori e dei relativi domìni, esistevano ancora dei sottogruppi che funzionavano ancora con quell'ancestrale metodo.

Col crescere di numero questo non è più stato possibile e i sistemi gerarchici si sono dovuti evolvere di conseguenza ad essi (pare strano, ma anche quelli economici).
Ma questo pare resti un ambito "intangibile" per l'anarchico.
Anche se provi a spiegarglielo nel dettaglio non c'è nulla da fare, gli rimbalza una volta ping e una pong.

Così, dato che è spesso insoddisfatto...sorry, profondamente insoddisfatto di questo modello sociale che sta permeando tutti i gruppi sociali della terra, amo ricordargli spesso che quell'immaginario archeologico di gruppi umani che va sotto il nome di anarchia è -- e qui data la terminologia a disposizione scatta l'ossimoro -- al "governo del mondo". E che quindi metta da parte l'insoddisfazione e si goda lo spettacolo che va in scena quotidianamente in varie aree della terra e che va sotto i nomi di; guerra, distruzione, miseria, povertà e malattie (parono quattro cavalieri, oibò).

So che non capirà, ma l'è listess.
Un piccolo aiuto:  http://www.appelloalpopolo.it/?p=15871

sabato 28 maggio 2016

Quanto è Italia questa Italia?

Negli ultimi sette giorni ho ricevuto due terzi di visite dall'estero (delle quali quasi la metà dalla Polonia) e un terzo dall'Italia.
Certo, magari siamo sotto esami e impazzano le tesine, ok.
Ma la considerazione generale, visto questi dati, non è che sia solo un punto marginale dovuto al fatto che altrove ci studiano.

E' proprio questo il punto; altrove stanno studiando un passaggio vitale e fondamentale della nostra storia nazionale che è soprattutto la via che va intrapresa da chi ha la volontà di ottenere o mantenere una sovranità .
Cosa che pare non succeda qui da noi!
Senza rendermene bene conto ho dato un titolo al blog indissolubilmente legato alla nostra emancipazione dalle ingerenza estere.

E' chiaro questo punto?
Qui da noi si ha la tendenza a "dimenticare" ciò che siamo a favore di ciò che sono gli altri.
Vi sembra un punto marginale?

E allora non lamentatevi se continuano a tagliarvi i servizi e le pensioni.

venerdì 27 maggio 2016

Ce lo stanno dicendo in tutti i modi che siamo sudditi

Prima pagina di Radio 3.
Il garzone è Francesco Specchia, mi pare sia di Libero...lo so è un paradosso lo so.
Rispondendo a un radioascoltatore al riguardo della Brexit ha detto; intanto che la GB è privilegiata, quindi abbiamo qualcuno che a livello di unione europea ha un qualche privilegio...buono a sapersi, e poi (testuali parole) : " (...) in cambio di che cosa?...di un illusione di sovranità che poi è relativa perché in un mondo globalizzato NON ESISTE PIU' ...(...) dal min 22.30.

Quindi non siamo più sovrani...ma se non siamo più sovrani cosa siamo?

Poi due telefonate dopo a proposito dei due Marò si infervora e dice: "(...) credo che più patriota di me non ci sia nessuno, io vengo da una famiglia bla bla bla...etc etc...bla bla bla, medaglie di quà medaglie di la in cantiere a Tobruk (...) ho un senso della patria che direi...è estremo (...).


VERGOGNATI!!!
Più patriota di te c'è il mio caneee...

Ossimoro; Un nuovo garzone a Libero

Dell'incapacità a reggere strutture mentali complesse

Tre indizi fanno una prova.
Figuriamoci quattro, cinque, sei,  and roll over...
Solo bisogna accorgersene, e per accorgersene bisogna capire in che contesto sociale vivi.

Ultimamente con chiunque mi trovi a parlare di problemi generali , ma soprattutto di quelli italiani, arrivo a un certo punto nel quale è necessario approfondire alcuni aspetti complementari e precondizionanti la  nostra situazione attuale.
Per esempio; per capire alcuni passaggi  determinanti e decisivi della nostra Repubblica, bisogna aver capito alcuni aspetti relativi a istituzioni quali banche centrali e istituti finanziari in genere, o su quali siano le funzioni della moneta, oppure che tipo di conseguenze portino alcune scelet precise di politica economica etc etc

Per poter comprendere è necessario che nella mente di ascolta vi sia la voglia di capire (sempre che ci sia, chiaro, ma se non c'è...che cazzo ti metti a fare certi ragionamenti?), ma anche la capacità di ampliare la propria mente per poter "sistemare" una ampia architettura fatta di strutture e sovrastrutture metafisiche.
Ma non basta, a questa "architettura" devi potergli girare attorno per osservarla da molte angolazioni per poter così sistemare i concetti al posto giusto. Quindi ci va molta attenzione , concentrazione e mente libera. Quel tipo di mentalità aperta al cambiamento dei propri presupposti.

Beh, immancabilmente vengo interrotto quasi subito da una qualsiasi scusa. E a volte qualcuno se ne esce con delle stronzate che andrebbe poterle registrare per "goderne" al meglio. I sillogismi senza senso sono quelli più utilizzati, ma non mancano i disarticolamenti regressivi e gli argomenti secondari e periferici in modalità random.

Intendiamoci, non mi credo certo una cima, anzi. Ma non mi sono mai posto con un atteggiamento contrario per partito preso (e la frase ha un profondo significato), od ostile per idealismo, e neppure per orgoglio.
Mi sono preso molte scoppole che ho accettato, ho sempre cercato il confronto con lealtà anche quando si partiva da posizioni lontane. Alcuni, a cui va sempre un immenso grazie, hanno dato parte del loro tempo per cercare di farmi capire alcune cose. Ma bisogna avere onestà intellettuale.
Qualche anno fa, mentre cercavo di capire alcuni passaggi del processo economico, ho scoperto di avere delle convinzioni errate rispetto ai sistemi sociali.
Cerca e cerca trovi, perché la verità ha un fascino irresistibile per chi ha intuito.

Con estrema umiltà ho distrutto quelle convinzioni, che facevano di me un utile idiota al servizio indiretto dell’imperialismo moderno del capitale sovranazionale, e ho smantellato strutture che stavano lì da parecchi anni. Mi sono messo a studiare; economia, genetica, antropologia, filosofia e tutto quello che “cresce” li in mezzo, come un povero pirla qualsiasi, e come lo sono ancora.

Il mio ego però ha avuto il suo tornaconto quando ho scoperto che senza aver mai studiato prima economia sui libri, ma solo avendoci riflettuto molte e molte volte, ero arrivato a conclusioni sui sistemi economici moderni che combaciavano con alcune “visioni” di Keynes (questo per i rosiconi della Beaver Creek.  (cit.)).
Quindi è veramente frustrante quando ti accorgi che non solo non intendono ascoltarti, ma addirittura non ti lasciano parlare.  Pare gli scatti un bias mentale teso alla salvaguardia del proprio orgoglIO (paradossale per chi ha la tendenza a uniformare l’identità) e che fa scattare atteggiamenti incontrollati, una specie di riflesso Pavloviano di rifiuto totale: “ Non sia mai che debba riordinare le fondamenta delle mie convinzioni !” (e per chi ha coerenza comporta scelte).
Purtroppo in questo modo viene danneggiato anche chi avrebbe tutte le capacità di emanciparsi dai c. d. “luogocomunismi”.
Questo per chi potrebbe capire, poi ci sono quelli che neppure se gli fai lo schemino o il disegnino non ci arriveranno forse mai.

Ma fondamentalmente è mancanza di “allenamento” specifico.
Se poi il tuo orizzonte non si è mai discostato dalla tua piccola dimensione di periferia di comune di provincia è comprensibile che tu abbia serie difficoltà a confrontarti.

A chi manca l'intuito la verità è un piccolo e caotico incubo.



mercoledì 25 maggio 2016

Paradosso della settimana enigmatica

Mi son sempre chiesto come abbia fatto la Polonia ...anzi i Polacchi a rimanere tali schiacciati tra due delle superpotenza della storia europea quali la Germania e la Russia.
Invasi a ciclo continuo dagli uni e dagli altri e probabilmente, la butto lì senza sapere, anche dall'impero austroungarico e chissà ancora da chi altri.
Eppure hanno tenuto duro e hanno mantenuto una loro identità assieme alla voglia, alla determinazione, alla cocciutaggine, al sacrificio, alle tragedie di restare quello che si sentono di essere.
Anzi, è proprio ultimamente che hanno dimostrato che da loro gli zebedei non sono giunti per niente al crepuscolo; dice no all'euro, no ai migranti in libertà e no all'austerità (per ora, poi si sa, iniziano ad arrivare "liberi" capitali "occidentali" che inizieranno un'opera di "convincimento" verso la classe dirigente, e se non dovesse funzionare si passa tramite università e mondo del webbe. Ma per il momento la mia stima ai polacchi -- per quel nulla che vale).

Incredibilmente, proprio da tanta cocciutaggine viene l'idea balzana di una lingua universale per le occasioni impellenti di internazionalismo.

Non è paradossale? Lotti tanto per l'identità, e poi, proprio da lì viene uno che vorrebbe che tutti parlassero una lingua inventata.

Come ho sentito dire da una napoletana: " 'A ggent'è shtrana (con la esse di scivolo)".

domenica 22 maggio 2016

Radicalmente contro l'identità italiana

Di Pannella posso solo dire che ha appoggiato ogni istanza esterofila che mirava a smembrare le basi identitarie della nostra nazione a favore di un sogno europeistamondialistasupercazzolaristaantani (che immancabilmente favorivano l'imperialismo anglofono).

Quindi non ho nessun rimpianto, anzi.

sabato 21 maggio 2016

Il crepuscolo degli zebedei

Si sa, gli zebedei invecchiando "scendono", "franano", "tramontano" per dirla metaforicamente, specie quelli degli anziani.
Certamente quando si invecchia sale il timore di fare scelte coraggiose, di solito dove serve coraggio c'è rischio, e ad una certa età se il coraggio gia non lo tenevi, figuriamoci se riesci a dartelo.
Così capita di vedere anziani che manifestano per preservare la propria pensione dall'inflazione...no aspetta, l'inflazione non c'è, c'è invece la deflazione.
Ma allora contro cosa manifestano se in teoria il loro potere di acquisto reale aumenta?
Pare si prospetti un'altra riforma delle pensioni.
Ah beh, allora non mi sembra il caso di fare tutto 'sto casino, basta che votino  no al prossimo reerendum sulla costituzione relativa al senato e sono a posto. Secondo i promotori del referendum, con questo assetto costituzionale è "praticamente impossibile riformare la struttura della società(e ci mettiamo un punto esclamativo) !"

E certo, vorrei vedere voi attuare una riforma strutturale del sistema dovendo rendere conto di tutte le parti che strutturano una società, per esempio; prendi il problema del lavoro, che oggi è IL problema. Con un simile assetto potresti forse riformare il lavoro nelle sue linee guida e renderlo più aderente alle sfide della globalizzazione dei mercati emergenti che richiedono più flessibilità in entrata in transito e in uscita (tradotto, deflazione salariale e meno tutele)?
No, non è possibile alcuna riforma, meno che mai in etimologia anglosassone.

E le pensioni di cui si va dicendo; riforma delle pensioni che, in una condizione oltretutto di deflazione (e cioè in una condizione che aumenta, in termini reali, il potere d'acquisto), debba andare a togliere direttamente denaro al netto percepito.
No, non me la sento proprio di andare a prospettare simili scenari alla generazione che, come mai nessuna nella storia dell'umanità, ha goduto di condizioni generali ben al di sopra di ogni altra a lei prossima e di conseguenza, superiore ad ogni altra mai apparsa sulla faccia della terra.
Non è possibile alcuna riforma delle pensioni in un tale sistema (infatti la Fornero, dopo aver tentato inutilmente di riformarle, si è ridotta ad un pianto isterico da fallimento).

Con gli zebedei scesi oltre ogni aspettativa sarebbe ingrato aspettarsi che essi, i pensionati, capiscano che il futuro dei loro figli, ma soprattutto , dei loro nipoti e pronipoti dipende dal loro coraggio di ammettere di aver compiuto scelte a cuor leggero, che in futuro si sarebbero rivelate distopiche, e di cambiare finalmente rotta riprendendoci finalmente la sovranità per poter fare politiche realmente inflattive che "obblighino" a investire la ricchezza cumulata nel futuro del Paese (e non a essere erose lentamente da interessi sul debito e in "sovvenzioni" ai nipoti disoccupati).

Ma anche allora non fu difficile immaginarsi una rovinosa evoluzione degli eventi, come spiegò chiaramente l'allora comunista Napolitano  (...)in cui Napolitano afferma che l’idea secondo cui l’Italia “potrebbe evitare sviluppi catastrofici solo con l’intervento di un vincolo esterno nella forma di un rigoroso meccanismo di cambio” fa “un grave torto a tutte le forze democratiche italiane”. (...) .
Ma anche; (...) alla frase lapidaria di Luciano Barca, messa a verbale di una direzione del PCI svoltasi il 12 dicembre 1978: “Europa o non Europa questa resta la mascheratura di una politica di deflazione e recessione antioperaia”. (...)

Sarebbe ora di mollare la mela dentro il vaso (che tanto l'imboccatura non ne permette l'estrazione)
Non intendo affatto chiedergli un piccolo esame di coscienza, meno che mai  un esame economico delle scelte compiute nell'euforia del booooom economico (che loro stessi credono dovuto alle loro impareggiabili capacità) (altro punto esclamativo và)!

Lasciamoli pure nelle piazze a "passeggiare" e scandire slogan  demagogici fino alla slogatura della mandibola.
Potrebbero forse capire che la perdita di aspettative del sistema dipenda dal fatto di aver permesso che le linee guida della società venissero lasciate andare a se stesse (o alle direttive delle elites mondiali) e alle dinamiche disgreganti del libero mercato?

Così, oltre ai loro di zebedei, sono anche crollati i miei, che si scontrano periodicamente con la comodità delle soluzioni confezionate e pronte che troviamo quotidianamente al mercato dell'informazione pret a porter, e che ti vengono sistematicamente e ripetitivamente riproposte a random da chiunque.
Soluzioni che immancabilmente non solo falliscono, ma quasi sempre provocano danni..

Sarebbe stato bello avere un sistema politico più snello in modo da permettere riforme, riforme e ancora riforme.
Ok, visto che siamo rimasti al medioevo facciamo un giochino di fantasia e immaginiamocele queste tanto agognate riforme.
E tutti insieme sogniamo...sogniamo...e immaginiamocele.
Io mi sono immaginato queste, però ognuno può immaginarsi quelle che preferisce. Buona immaginazione

• Le cosiddette “Bassanini 1” e “Bassanini” (LL. 59/97 e 127/97) si inseriscono in questo processo innovativo, esplicitando la volontà politica di: u delegare funzioni alle regioni u accorpare uffici u snellire le procedure u controllare le funzioni e non gli atti u avviare procedimenti di tipo contrattuale u ampliare la considerazione del territorio L’art. 21 della legge 59/97 definisce i criteri generali dell’autonomia delle scuole.

La riforma di sistema nella XIV legislatura ministro Letizia Moratti (2001)

 La revisione del Titolo V della parte II della Costituzione

    La revisione dell'art. 51 della Costituzione


    La riforma del mercato del lavoro: Legge 4 novembre 2010

     legge 92 del 28 giugno 2012,

     la Legge 196/1997 anche nota come Pacchetto Treu
    a Legge Biagi del 2003 impose ben 46 configurazioni contrattuali di lavoro (D.Lgs. 276/2003)

    Riforma Amato del 1992. Il D.Lgs. 30 dicembre 1992, n.503 si pone lo scopo di stabilizzare il rapporto tra la spesa previdenziale e il prodotto interno lordo (PIL), introdurre forme diprevidenza complementare e integrativa, mantenere e garantire un adeguato trattamento pensionistico obbligatorio per tutti. L’età pensionabile è elevata da 60 a 65 anni per gli uomini e da 55 a 60 anni per le donne. La contribuzione minima per la pensione di anzianità è elevata da 15 a 20 anni di contributi. L’indicizzazione delle pensioni è slegata dalla scala mobile salariale e agganciata all’indice dei prezzi al consumo (inflazione) fornito dall’Istat.

    Riforma Dini del 1995. La legge n. 335 dell’8 agosto 1995 recepisce un accordo siglato tra Governo e parti sociali nel 1995. Il sistema di calcolo previdenziale passa dal criterio retributivo(media delle retribuzioni negli ultimi 10 anni di lavoro) al sistema contributivo, quest’ultimo basato sull’effettivo ammontare di contributi versati dal lavoratore durante la propria vita lavorativa. La previdenza complementare viene disciplinata mediante l’avvio dei fondi pensione.

    Riforma Prodi del 1997. La legge n. 449 del 27 dicembre 1997 modifica l’impianto della riforma Amato del 1992, adeguandolo con gli accordi stabiliti tra governo e sindacati e con l’esigenza di riordinare i conti pubblici, al fine di garantire l’ingresso dell’Italia nell’Unione Europea. La riforma Prodi si caratterizza per l’inasprimento dei requisiti d’età per l’ottenimento della pensione di anzianità, per l’incremento dell’onere contributivo dei lavoratori autonomi, per l’equiparazione delle aliquote contributive dei fondi speciali di previdenza e l’eliminazione di alcune condizioni riconosciute ai lavoratori durante il periodo di transizione al sistema contributivo.

    La legge delega n. 243 del 2004 (comunemente detta riforma Maroni) e il decreto legislativo n. 252 del 2005 approvati dal governo Berlusconi sono l’ultimo atto di un processo di riforma iniziato nel 1992. Obiettivo di fondo di questi interventi è stato quello di assicurare al sistema pensionistico una sostenibilità finanziaria, obiettivo al quale per intervento sindacale si è affiancato quello di assicurare una maggiore equità nel sistema attraverso una armonizzazione dei diversi regimi pensionistici. In particolare l’innalzamento dell’età anagrafica e/o contributiva per accedere al pensionamento di anzianità è stato spalmato tra il 1996 e il 2008, mentre il nuovo sistema di calcolo contributivo è stato applicato integralmente ai soli lavoratori assunti dopo il 1995

    A fine 2007 è stata adottata la legge 24 dicembre 2007, n. 247 che ha modificato le disposizioni contenute nella legge n. 243/2004 che sarebbero dovute entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 2008 e che avrebbero comportato l’immediato innalzamento da 57 a 60 dell’età anagrafica (si parlò infatti di “abolizione dello scalone”).

    Infine, con il Decreto Legge n. 201/2011 (il famoso decreto salva Italia, che contiene la riforma Fornero), da un lato si passa al sistema contributivo pro-rata per tutti dal 1 gennaio 2012; dall’altro, si innalza ulteriormente il livello minimo di età pensionabile: l’età minima di pensionamento passa da 60 a 62 anni per le lavoratrici dipendenti (che diventeranno 64 nel 2014,65 nel 2016 e 66 nel 2018; le lavoratrici autonome dovranno lavorare un anno in più), e 66 anniper gli uomini

     il Servizio Sanitario Nazionale modificato dai decreti legislativi 502/92 e 517/93

    Il 30 novembre 1998 viene promulgata la legge n. 419 “Delega al governo per la razionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale e per l’adozione di un testo unico in materia di organizzazione e funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale.

    Ma quanto sono in gamba a immaginare...ma con questo senato...come si fa; è impossibile!

    Ora, dopo tanta immaginazione, torniamo alla realtà dato che qualcuno se n'è uscito con una demagogia al quadrato: eliminiamo il senato e risparmiamo!

    Certo, e quanto?


    (...) Insomma, di che risparmi parliamo complessivamente? Inizialmente avevamo spiegato come la somma sicuramente risparmiata fosse di 100 milioni di euro all'anno, aggiungendo poi risparmi successivi per circa un'altra decina di milioni di euro. Pur ammettendo che la diminuzione della mole di lavoro e del numero di parlamentari possa comportare ulteriori economie per circa il 20 / 30 percento delle spese di funzionamento, non si andrebbe insomma molto oltre dalla cifra di circa 120 milioni di euro l'anno. Ma attenzione, perché da questa cifra bisognerà probabilmente stornare i rimborsi spesa per i viaggi a Roma dei nuovi membri del Senato delle Autonomie e capire quale "dotazione" avranno a disposizione. Insomma, in un modo o nell'altro i conti tornano: con la riforma si risparmierebbero circa 100 milioni di euro l'anno. (...)

    Alla faccia, BEN 100 mln!!! Ho i brividi...
    Chi è che sa che stiamo pagando dai 2 ai 2,5 MILIARDI di euro all'anno per derivati sottoscritti negli anni passati dall'allora supercapo della banca d'Italia Mario Draghi?
    Ah non lo sapevate?
    E per risparmiare 100 miseri milioncini ci dovremmo privare di uno dei contrappesi che equilibrano la bilancia del potere?
    E dei 60 MILIARDI "donati" al MES che sono andati a chiudere i debiti delle banche "mediterranee" nei confronti di quelle francesi olandesi e tedesche?
    Bella idea quella del MES

    Il Meccanismo europeo di stabilità (MES), detto anche Fondo salva-Stati (ininglese European Stability Mechanism - ESM), istituito dalle modifiche alTrattato di Lisbona (art. 136) approvate il 23 marzo 2011 dal Parlamento europeo[1] e ratificate dal Consiglio europeo a Bruxelles il 25 marzo 2011[2][3], nasce come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro

    Gli stati depositano a seconda del loro peso economico, peccato che le grosse banche che stavano per fallire erano tedesche, francesi e olandesi per aver prestato sconsideratamente a greci, spagnoli italiani e portoghesi.
    Ma anche le banche di GRE, SPA e POR stavano col culo di fuori. Gli unici ad aver i conti abbastanza a posto eravamo noi, e in più avevamo molta ricchezza nominale (titoli, buoni del tesoro, case, strutture industriali etc etc).
    In pratica abbiamo salvato l'euro dallo sfracello risanando i conti delle suddette banche (dando soldi ai debitori che hanno restituito ai creditori).
    Gli unici che ci hanno perso al netto siamo noi (ma noi siamo furbi, il problema è il senatoooooo).
    Avete notato le date dell'ESM?

    Non è più possibile che gli zebedei "reggano" a tanta ignoranza che vuole restare tale convintamente e testardamente votata al "Fogno Europeo".
    Ecco perché è il crepuscolo degli zebedei; non c'è quasi più nessuno che li abbia. Sono tutti sfracellati dalla paura di perdere una ricchezza che in buona parte non esiste più perché: La ricchezza nominale non vale nulla senza un sistema che funziona!
    Ecco perché non ci schioderemo da questa agonia; chi ha la ricchezza (nominale) ha la mano incastrata nell'imboccatura e verrà catturato e condannerà la sua gente alla povertà.

    In realtà siamo già tutti più poveri (soprattutto di zebedei).







    giovedì 12 maggio 2016

    Una salutare scarpinata sulle alte vette

    Per farsi una mezza idea di cosa sia la Costituzione, e per capire di quali "giochi" siano in ballo.

    Certo deve essere difficile (nel senso che bisogna mantenere la critica molto al di sotto delle possibilità, una ipocritica) stare a sinistra (difendere i deboli) e avvallare riforme che daranno sempre più potere a chi già ne ha troppo.

    http://www.repubblica.it/politica/2016/05/11/news/roberto_scarpinato_compito_delle_toghe_e_vigilare_sui_politici_noi_fedeli_alla_carta_piu_che_alla_legge_-139571833/

    Credo che parte di quei pochi che leggono 'sto blog lo sappiano meglio di me (magari l'ho appreso da loro :), ma magari potrebbe capitare da 'ste parti qualcuno che per appartenenza o per i troppi impegni quotidiani non abbia avuto il tempo di "cercare".

    L'Erasmus dei garzoni delle elites

    (...) A leggere il resoconto del recente viaggio a Londra di Luigi Di Maio, esponente di spicco del Movimento 5 stelle (M5s) e vicepresidente della camera, non c’è tanto da stupirsi che né il sindaco Boris Johnson né l’alleato al parlamento europeo Nigel Farage si siano presi la briga di incontrarlo. Mentre questi sono impegnati a difendere il voto per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea al referendum del 23 giugno, il leader italiano è arrivato sulla sponda del Tamigi per dichiarare che non è d’accordo con la Brexit.
    Questa propensione per la permanenza di Londra tra i 28 paesi dell’Unione non è frutto di una consultazione in rete. Sembra invece una presa di posizione personale di Luigi Di Maio, ma rappresenta comunque una notevole evoluzione nella linea politica dei cinquestelle. La giovane formazione sta provando a normalizzarsi e a istituzionalizzarsi – sfruttando soprattutto incontri con ambasciatori stranieri a Roma e visite ufficiali all’estero – e i toni euroscettitici che la caratterizzavano sono diventati meno virulenti. (...)
    Puntualmente chi arriva "in odore" di potere va verso la "panchina" a ricevere le direttive dell'"allenatore" (che potrebbe da un momento all'altro sostituirlo e mandarlo negli spogliatoi a fare la doccia).
    Sarebbe interessante conoscere il Presidente (avete fatto l'abbonamento a Sky?).
    Checcefrega dello stipendio da parlamentare se poi per me e la mia famiglia si prospetta un futuro da dirigente in qualche istituzione europea, banca o organizzazione mondiale del commercio?

    p.s. grazie alla papera zoppa per "l'imbeccata".

    Pijamoce stu Caffè

    (...) le radici di una posizione cui Caffè restò fedele per tutta la vita. «Nel mio giudizio - egli affermava nel 1977 - gran parte dei mali economici del presente è da attribuire al mancato impiego di ragionevoli, circoscritti e selettivi controlli diretti; il che porta ad affidare soltanto ai “prezzi di mercato” una funzione di razionamento, resa spesso iniqua da una distribuzione del reddito e della ricchezza accentuatamente sperequata» (14).

    A me pare che l'iniquità della distribuzione del reddito, Federico (mi permetto perché credo che avrei avuto ammirazione e convergenza d'idee) la faccia propria nel contesto di un punto di vista che "accetta" come un dato di fatto, modificabile ma non giudicabile a priori per uno stravolgimento dello stesso in base a visioni ontologiche assolute, il dato storico.

    Infatti parla di ragionevoli, circoscritti e selettivi controlli diretti.
    E questo perché, da persona intuitiva,intelligente e pragmatica, si confrontava con la realtà e non solamente con l'astrazione ontologica, puntoesclamativoacapo.

    Al mio caro amico Baz'.

    Ma che ha detto la Giannini??!

    Ma che ha detto la Giannini? ma davero?!

    Queste sono alcune delle risposte date dalla Giannini a Luca Steinmann, (freelance svizzero, in contatto con il Corriere del Ticino che a questo punto gli ha offerto la possibilità di chiarire una volta per tutte cosa gli abbia detto il ministro Giannini, che peraltro non ha smentito l'incontro).
    G.= Giannini
    S.= Steinmann
    Corsivo = me

    Questa è la premessa, tratto da il Corriere del Ticino: 
    (...) Il mondo del web in Italia è in subbuglio per un'intervista rilasciata dal ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Stefania Giannini al giornalista Luca Steinmann a Villa Vigoni il 4 maggio scorso a margine dell'incontro con l'omologa tedesca Johanna Wanka e pubblicata sull'Huffington Post. Intervista che ha suscitato vivaci reazioni per alcune affermazioni del ministro sugli immigrati, sul precariato e sul futuro della famiglia. Alcuni siti hanno ripreso l'articolo, il ministero ha pubblicato un breve comunicato stampa di precisazione, smentendo alcune frasi, in gran parte riferiti ad altri articoli apparsi sul web che avevano impropriamente citato l'articolo apparso sull'Huffington Post. Alla fine lo stesso Huffington Post ha deciso di cancellare l'articolo; il che non ha avuto altro effetto che di ampliare ulteriormente il rumore mediatico sui social.

    Una prima considerazione; questo è il metodo Junker: buttiamo lì una provocazione, se nessuno protesta troppo la mettiamo in agenda e la applichiamo.
    Ma andiamo avanti e leggiamo alcune delle "perle" della ministra "scesa dall'alto":

    G. "(...) Si tratta di un accordo riguardante la formazione duale che conferma la cooperazione in materia iniziata tra i due Paesi già nel 2012, che firmerò con il Ministro dell'educazione e della ricerca tedesco Johanna Wanka. Esso riguarda la formazione professionale e si pone in continuità con il Jobs Act e la riforma della Buona Scuola per colmare la discrepanza che divide l'Italia con altri Paesi competitivi, come la Germania. Quelle da me citate sono riforme che incideranno profondamente in tutto il Paese che la Germania ha già attuato da oltre 10 anni con il governo Schroeder e che hanno permesso al Paese di non subire la crisi economica come la sta subendo l'Italia. La crisi, in Italia, è preesistente rispetto a quella scoppiata nel 2008, perché il Paese non ha attuato le riforme necessarie, come invece la Germania ha fatto per tempo. (...)"

    Traduzione: stiamo collaborando con le istituzioni tedesche affinchè i nostri migliori giovani (preparati dalla nostra scuola -- che per ora ancora in molti ci invidiano -- cioè a spese degli italiani) possano essere inseriti stabilmente nel "nuovo" sistema tedesco riformato, mentre il loro posto verrà preso da manovalanza impreparata quindi a bassissimo costo, proveniente da paesi più arretrati a cui non verranno riconosciute tutte quelle tutele e quei diritti che già voi in Germania avete eliminato per i nuovi subentri nel mondo del lavoro.

    G. (...) "L'Italia paga un'impostazione eccessivamente teorica del sistema d'istruzione, legata alle nostre radici classiche. Sapere non significa necessariamente saper fare. Per formare persone altamente qualificate come il mercato richiede è necessario imprimere un'impronta più pratica all'istruzione italiana, svincolandola dai limiti che possono derivare da un'impostazione classica e troppo teorica."

    S. "L'istruzione italiana è però quasi sempre il motivo per il quale gli studenti italiani trapiantati all'estero eccellono rispetto ai propri coetanei stranieri. Io stesso ho vissuto questo privilegio in prima persona e sono sicuro che chiunque si sia trovato in questa situazione possa essere d'accordo. (...)"

    Traduzione: Stiamo cercando di fare in modo che le nuove generazioni non si formino a livello umano, ma che abbiano solo una visione tecnocratica della società e che non sappiano da dove siamo arrivati (se destrutturo parte del passato do una certa forma al futuro).

    G. "Certamente non dobbiamo rinnegare le radici classiche del sistema italiano, è però necessario stare al passo coi tempi e colmare la lacuna che ci divide dai Paesi competitivi. "

    Traduzione: Il mercantilismo dei capitalisti tedeschi ha rotto ogni possibile convergenza collaborativa europea, ed essendo noi solo dei garzoni non possiamo fare altro che adattarci  alla loro linea (non ci sono alternative -- ma se la libertà è scelta: è la morte della Libertà).


    S. "Un modello di questo tipo è, per esempio, quello americano, la cui economia americana si fonda sulla flessibilità, quindi su quello che viene chiamato precariato, anche se è spesso pagato molto meglio rispetto all'Italia. Il responsabile economico del Pd Filippo Taddei ha detto che il massimo modello al quale l'Italia può aspirare è quello americano.Condivide tali posizioni?"
    G. "Sì, purché si ricordi che nessun modello è esattamente replicabile e che l'Italia ha le sue particolarità che vanno mantenute. E' comunque necessario procedere nella direzione di rendere il mercato più flessibile. La rigidità novecentesca va abbattuta. Le persone devono potersi muovere e spostarsi a seconda di ogni evenienza umana e lavorativa."
    Traduzione: come al punto più sopra; gli italiani devono convincersi che il loro futuro sta altrove, per l'Italia abbiamo altri progetti (economia agricola e turismo). E aggiungo sulla flessibilità che è utile a non permettere, com'è stato dalla metà alla fine del secolo scorso, che gli operai accumulino grandi cifre di liquidazione, cioè non possano accumulare capitale intoccabile che potrebbe dargli la possibilità di emanciparsi e migliorare le proprie condizioni di vita (anche se abbiamo visto che una soluzione per rubargli quei soldi si trova sempre, vedi bail in)
    S. "Sempre Taddei ha dichiarato che bisognerebbe"tassare ciò che è immobile per favorire ciò che è mobile". In un tale sistema per gli individui è sicuramente più difficile avere delle certezze. Penso soprattutto alle donne, che solo per motivi biologici hanno bisogno di forse maggiori garanzie nel breve o medio periodo rispetto agli uomini, anche per avere il tempo per decidere serenamente se avere o meno dei bambini. E' d'accordo?"
    G. "Sì, sono d'accordo. Io stessa, appena avuto il primo figlio, ho lasciato geograficamente casa mia per andare a lavorare lontano, lasciando al padre il compito di occuparsi quotidianamente del bambino. Il mio è stato un comportamento atipico per quel tempo, ma dovrà rientrare nella normalità in futuro, perché anche le donne devono potersi spostare. Certo è che quella delle donne è una delle più grandi sfide all'interno del nuovo sistema a cui andiamo incontro."
    Traduzione: stiamo cercando di smembrare la famiglia in ogni modo, in quanto per poter innestare nel corpo sociale i nuovi paradigmi (che aumenteranno le disuguaglianza di classe), essa risulta essere l'ostacolo più grande in quanto è portatrice "materiale" e sostanziale di tutti quei valori, reali o astratti, che hanno fatto divenire l'uomo ciò che è ora.
    S. "Un elemento di novità sarà sicuramente rappresentato anche dalla famiglia. In un sistema flessibile come quello descritto, difficilmente ci sarà spazio per la famiglia come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi, che difficilmente verrà intesa come forma di stabilità e di sicurezza per l'individuo."
    G. "E' vero, io stessa ho avuto la fortuna di ricevere stabilità e sicurezze da parte della mia famiglia. Il modello che è stato promosso dalla generazione dei miei genitori, nati entrambi negli anni 20, è però destinato a mutare inevitabilmente con la società che, diventando più flessibile, necessita che lo siano anche i nuclei famigliari. Mi piacerebbe che in futuro la flessibilità venisse considerata come sinonimo di apertura.
    Traduzione: appunto, lo abbiamo appena visto sopra. Poi l'articolo si chiude con alcune riflessioni.
    (...) In occasione dello stesso evento il Ministro tedesco Wanka ha detto pubblicamente – e forse provocatoriamente – che l'unico settore in cui la Germania sta vivendo un calo di produttività è quello della natalità, sottolineando come l'Italia e la Germania abbiano dati di decrescita demografica praticamente uguali, nonostante i dati economici pongano i due Paesi alle estremità opposte delle classifiche. Così dicendo ha evidenziato che la competitività figlia di un mercato flessibile non si traduce automaticamente in un aumento delle nascite. Le parole del ministro Giannini ne spiegano esattamente il perché: il concetto di flessibilità si fonda su una mobilità che rende più difficile la creazione di una stabilità, famigliare o individuale, almeno prima dei trent'anni. In questi termini è prevedibile che la famiglia come l'abbiamo conosciuta cessi di esistere; che anche in caso di miglioramento della situazione economica italiana il cosiddetto 'inverno demografico' si prolunghi; e che la fascia di persone più colpita in negativo dal progresso che stiamo vivendo rischino di essere le donne.  
     Il Ministro Wanka ha dichiarato pubblicamente, sempre in occasione dell'evento in questione, che la crisi demografica tedesca può essere controbilanciata dall'arrivo dei migranti. In questi termini, ha spiegato, l'arrivo di nuove persone va ad assumere una importante funzione economica e sociale. Le politiche di accoglienza potrebbero quindi non avere solo una funzione umanitaria, cioè quella sacrosanta di aiutare chi fugge da guerre o situazioni difficile, ma che risponda anche ad una necessità economica alla quale i Paesi flessibili e competitivi vanno incontro. Ciò è un riconoscimento da parte di chi governa che la Germania abbia bisogno dei migranti. Dobbiamo dunque prendere in considerazione il fatto che se l'Italia colmerà la discrepanza con i Paesi più produttivi – come la Germania - le politiche di accoglienza potrebbero andare a rivestire una funzione sempre più economica e non solo umanitaria.
    Ora; se ci mettiamo che l'instabilità del medioriente è in gran parte responsabilità delle politiche U.S.A ma anche NATO, che le "primavare arabe" hanno potuto devastare quel poco di stabilità sociale che vi era in quell'area grazie all'afflusso di ingenti capitali "investiti" proprio a questo scopo, e il prossimo venturo accordo commerciale  atlantico a trazione nordamericana (ne stiamo facendo uno anche col Canada), non dovrebbe essere difficile inserire i tasselli del puzzle per iniziare a comprendere l'immagine che ne deriva (non dovrebbe...).
    Ma gli appartenenti all'area PD (che dovrebbero, dico dovrebbero, essere schierati a difesa delle parti più deboli della società, (e quì prendo un bel respirone...) ma che cazzo c'hanno che gli gira per la testa? Quando pensano di doversi mettere a confronto con la loro etica? (sempre che ne siano provvisti, ovvio, e occhio a Bazaar. Visto Baz' che gia lo avevo capito?)
    Possibile che vent'anni di "berlusconismo" li abbiano devastati fino a questo punto?

    Christian Rosso

    Ma che fine ha fatto Christian Rosso?
    Chi sarebbe?
    Sarebbe un Italiano da difendere, ovvio. Solo che passa il tempo e le mille cose...

    Ecco un'altro tassello per comprendere (e il nostro simpatico fustigatore delle etiche altrui, Bazaar, si è mai occupato della realtà oltre che dell'astrazione?).

    Qui, assieme a Chomsky (che onore).

    "Dobbiamo privatizzareeeee!".

    domenica 8 maggio 2016

    Allah the biggest

    Saranno tutti contenti, è arrivata la primavera.
    A Londra la primavera si declina in "ARABA".
    La capitale di quello che fini a poco tempo fa era l'impero più grande dell'occidente e tra i più grandi mai esistiti, ha ora un sindaco mussulmano.

    E' di nuovo scattata la corteccia d'oca al cervello :@

    "Scusi, una domanda: Potrebbe fare un'offerta?"

    Avviso, post incasinato.

    In questi giorni ho avuto scambi di opinione "vivaci" con; mia moglie (e uno può dire "e sti cazzi?"), giusto saranno cazzi miei.
    Con il gruppo culturale cui partecipo (ma sono stato un signore restandomene zitto buono e a cuccia), e uno potrà dire "e sti cazzi?", giusto saranno...
    Con "Bazaar" e L. B. Caracciolo per motivi differenti (e sempre illo potrà dire "e sti ...?), giusto! Ma allora perché non vai a fare ...un giro da un'altra parte? C'è tutto un mondo intorno che gira ogni giorno (cit).

    Per tutte e tre la speranza è che vadano a ricomporsi (specie per la prima :).
    La seconda è brevemente raccontata nel post  precedente.
    La terza è un pochetto più tecnica con ampi spunti filosofici.
    La base di partenza della polemica è quì, nei commenti:  http://orizzonte48.blogspot.it/2016/04/helicopter-money-le-soluzioni-nascoste.html
    (tra l'altro la "discussione" ha poi ispirato il post successivo con più di trenta commenti, che per un post sulla metafisica dei mercati non è male)

    Non sto lì a fare la parafrasi del testo; lui scrive un commento e fa una riduzione estrema e io glielo faccio "notare" (col dovuto garbo, è suscettibile).

    Lui, e qui sta il bello, tra le righe mi fa notare che ho peccato di troppo riduzionismo, poi spiega a me quello che cercavo io di fargli capire a lui; i piani di lettura sono due (e lo dico chiaramente). In aggiunta non sopporta che gli si prospetti un problema antropologico (meglio tenere tutto sull'astrazione pura).

    Poi gli tratteggio i contenuti "ristretti" del mio commento e restringo al massimo il concetto di domanda e offerta.
    E qui arriva il bello; prima sposta l'attenzione su di me mettendoci il carico dell'amoralità, poi sillògia ad penum tirando in ballo privatizzazioni, sanità,  pensioni, diritto di giustizia, forte e debole (sia detto tra parentesi, stiamo dalla stessa parte :))).
    Mi fa credere che ha un dubbio su chi dei due non capisce , e mi da un consiglio (bene accetto).

    Io mi altero un attimino perché non è la prima volta che ha una precomprensione dei miei commenti (tant'è che c'è un'altro post che suggella i nostri scambi: http://ceccatosan.blogspot.it/2015/12/ciao-baz.html).


    Lui si scalda assai e riparte la precomprensione e tira fuori (non so da dove ) nazionalizzazioni e privatizzazioni (per fortuna scripta manent).

    Poi tiro il fiato e capisco che sto parlando con un'entità e non con una persona reale e quindi mi regolo di conseguenza. Per "fortuna" interviene Quarantotto (B. Caracciolo) e interrompe lo scambio.
    Secondo me la mia voleè sul suo top spin incrociato era dentro, ma il "giudice" di sedia mi dice che era fuori...dopo tanta fatica girano le balle :), così espongo un reclamo a caldo, ma il "giudice", mentre mi cazzia, non mi guarda neppure (lo capisco, sembriamo due adolescienti che sgallettano :).
    In pratica gli ho risposto un pochetto incazzato dicendo che alla teoria del valore  mancava un pezzo, e anche che non è accettabile che "gli intellettuali" si pongano sempre con una certa altezzosità nei confronti dei "manovali" come me, soprattutto quando fanno certi riduzionismi indegni.
    Gli ricordo ancora una volta che se il paese è in queste condizioni la responsabilità maggiore ce l'hanno loro, "gli intellettuali", eh si, perché è a loro che spetta il compito di informare il popolo quando sta per arrivare la fregatura, e non fare i giocherelloni perché c'è abbondanza.
    Ma tiremm 'n'nanz.

    Il punto è la teoria del valore; per quello che ho capito, loro vedono il valore solo come l'opera di qualcuno e basta, in pratica il lavoro, qualsiasi esso sia.
    Io penso che anche la materia prima abbia un valore a se stante e quindi anche una parte nella  teoria stessa.
    La materia prima è (anche) bene di scambio. Il denaro è  bene di scambio, ergo possiamo, se serve, considerarla alla stregua della materia prima (e di qualsiasi altro bene).
    E' una delle funzioni della moneta; mezzo di pagamento (bene di scambio), unità di misura (economica) e riserva di valore.

     (Faccio una piccola digressione per mettere lì due o tre "cosette" che potrebbero servire per capire come mai, prima l'oro e poi la moneta ma anche i titoli di stato, obbligazioni ec etc vengono preferiti a qualsiasi altro bene per gli scambi e i pagamenti, specialmente quelli futuri.
    Questo passaggio è solo per far capire che non sono un pazzerello che si immagina teorie balzane. Questo passaggio è tratto da: TEORIA GENERALE DELL'OCCUPAZIONE E DELLA MONETA.
    (J. M. Keynes)

    Vediamo ora in cosa consistono i vari tassi d'interesse in termini di merce per un periodo ad esempio di un anno per diversi tipi di beni capitale. (...)
    Vi sono tre attributi che i diversi  tipi di beni capitali posseggono in grado diverso.
    I) Alcuni di essi, coadiuvando qualche processo di produzione o fornendo servizi ad un consumatore, producono un reddito o un prodotto(...) misurato in termini del prodotto medesimo.
    II) La maggioranza dei beni capitali, salvo la moneta, vanno soggetti ad un certo deperimento o implicano qualche costo a causa del semplice trascorrere del tempo (...) indipendentemente dall'essere o no impiegati nel produrre un reddito (...) (in verità oggi mantenere la moneta ha un costo. nota mia)
    III) Infine il potere di disporre di un bene capitale per un certo periodo può offrire una comodità o sicurezza potenziale che non è uguale per le diverse specie di capitali, anche se abbiamo ugual valore iniziale.
    L'ammontare (...), che la gente è disposta a pagare per la comodità o sicurezza potenziale data da questo potere di disponibilità (...), sarà da noi chiamato il suo premio per la liquidità.

    (In pratica e di molto semplificato, la moneta è quella che ha i costi minori per il mantenimento della ricchezza) Questi sono i fattori per i quali la moneta o l'oro o i titoli di stato o etc etc, vengono preferiti a tutti gli altri beni e sono fondamentali per questo tipo di società (altrove ho spiegato come mai tutta questa "carta" NON HA ALCUN VALORE SE DIETRO NON VI E' UN SISTEMA FUNZIONANTE, EQUILIBRATO E CHE SAPPIA PRODURRE RICCHEZZA REALE! ) 

    Ma se è bene di scambio come fai a dire che il valore è dato solo dal lavoro? Una parte, magari scarsa, è data dai beni medesimi.

    E ora passiamo alla questione "madre" del contendere; Domanda e Offerta.
    Secondo Bazaar dipende dalla visione metafisica con la quale interpretiamo la dinamica tra i due.
    Se la vedi dall'offerta allora le classi alla base della piramide hanno molta importanza e quindi una uguaglianza formale e sostanziale di diritti.
    Se la vedi all'opposto, dal lato dell'offerta, la domanda (cioè la "gente", la massa, quella che consuma e spende, che lavora) è marginale e quindi ...che vadano a farsi fottere, sono pedine scrificabili etc etc.
    Io non semplificherei fino a questo punto (o per meglio dire; io lo posso fare, da un  intellettuale ci si aspetta altro). La dinamica economica non può determinare se sia più importante l'una o l'altra, o se si possa far prevalere una visione piuttosto che l'altra.
    L'una non esisterebbe senza l'altra.
    Ma volendo essere pignoli (cioè rompendo i coglioni a quelli che vogliono tirare troppo la giacchetta e fare i supersapientoni) potremmo ragionarci sopra per capire da dove ha inizio la "faccenda": è nato prima l'uovo o la gallina?
    Oggi lo sappiamo: l'uovo (tra l'altro grazie all'inflazione del processo chiamato gastrulazione).
    Così allo stesso modo il capitalismo moderno ha una specie di sua blastula (certo, la blastula c'è perché c'è l'uovo, il seme etc etc, ma dal nulla nulla cresce).
    Ma le due dinamiche non sono simultanee, si esplicano in tempi diversi, quindi c'è un punto di partenza (se esiste una causa esiste un effetto e quindi anche il tempo. Se non c'è causa non c'è effetto e quindi neppure il tempo)  .

    All'inizio del XX° sec. l'organizzazione del lavoro meccanizzato a catena trova la sua dimensione pratica grazie ad H. Ford..
    E' un cambio copernicano di visione di sistema; prima si produceva su ordinazione, quindi l'acquirente possedeva il denaro necessario prima della produzione, e il lavoro non era continuativo.
    La produzione di massa stravolge il concetto perché per funzionare e tenere bassi i costi deve fare grandi numeri. Ma subentra un problema; chi comprerà i prodotti se la massa non possiede la capacità finanziaria per comprare beni che hanno comunque un costo relativamente elevato tipo l'automobile?
    Qualcuno doveva pur aver capito che il sistema poteva reggere solo se gli operai avessero avuto la certezza di lavorare -- ma non solo -- di lavorare sicuramente per anni e con una paga certa e abbondante per sostenere la domanda (all'epoca Ford raddoppio le paghe degli operai.)
    Ecco che cambia il mondo del lavoro dalle  basi; per reggere, il sistema, deve garantire lavoro e paghe adeguate.

    Ha inizio nella pratica l'era moderna.


    Beh, se le cose stanno così inizia con l'offerta (per quanto possa valere), ma questo non significa molto, il sistema è complesso, c'è il pubblico, il privato, le istituzioni miste, non si può ridurre tutto a Domanda e Offerta, libero mercato o sistema pianificato.
    Il periodo migliore, per noi italiani, è stato una via di mezzo.E all'inizio c'è il credito (che visto dall'altra parte si chiama debito, ed essendo la stessa cosa ha pari valore morale. Di solito consideriamo il debito brutto e cattivo ma se desideriamo che il sistema funzioni dovremmo imparare a dargli il giusto valore, cioè uguale al credito; sono la stessa cosa.)


    Quindi abbiamo la prima blastula che è capitale investito a credito.
    Certo potremmo nazionalizzarlo quel capitale, ma sappiamo bene tutti, anche i marxisti radicali, che non sarebbe giusto farlo in nome di una Storia di cui nessuno può avere certezza assoluta per come sia andata. Possiamo cercare di sistemare l'arte delle cose allo stato attuale, ma non tracciando una linea che divida la Storia; i buoni di qua, i cattivi di là.

    Che esista un grande problema col capitale lo sappiamo tutti (spero), per fortuna ci sono soluzioni di equilibrio da poter applicare.
    La Sovranità è una di queste, naturalmente la sovranità si traduce anche e soprattutto nell'avere una banca che gestisca la moneta.
    I capitalisti vogliono farsi pagare ad un prezzo troppo alto la loro moneta? Ce la stampiamo.
    Loro svendono buona parte della moneta svalutandola troppo? La compriamo senza svenarci e la trasformiamo in buoni di sviluppo interni tesi a risanare il territorio di questo bellissimo paese, o qualcos'altro, l'importante è poter scegliere, avere la libertà di poterlo fare.
    Comporterà qualche sacrificio? e perché, adesso abbiamo invece davanti a noi un futuro radioso?
    E' forse meglio avere come prospetto lavorare fino a settantacinque anni con paghe da fame, sanità privata e non per tutti, cibo di plastica e periferie che sono ghetti impenetrabili e letali?

    I garzoni che stanno svendendo la gente che lavora al miglior offerente, cioè al libero mercato, prima o poi ne dovranno rendere conto, spero.

    p.s. il primo pare si sia ricomposto (temporaneamente :).
    Il secondo si vedrà.
    Il terzo ...



    giovedì 5 maggio 2016

    La cura della cultura (filosofia e/o costituzione. cit)

    Chi vuol comprendere un testo (o un concetto. nota mia) è inanzi tutto disposto a farsi dire qualcosa da esso: una conoscenza ermeneuticamente educata deve pertanto essere sin dall'inizio sensibile all'"alterità del testo".
    Una tale sensibilità non presuppone però ne una obiettività neutrale, ne tantomeno un oblio di sé, ma include e tematizza l'acquisizione dei propri presupposti e pregiudizi.  (H. G. Gadamer)

                                                                               °
    (...) La questione ora vista (interpretazione dei trattati internazionali) deriva in realtà da uno dei problemi  più indagati dalla teoria generale del diritto. Sul quale si sono cimentati non solo i più illustri filosofi del diritto italiano (Betti, Calcaterra, Bobbio), ma che è stato decisivamente indagato dai pensatori tedeschi.
    Con conclusioni interessantissime, che partono da Aristotele, Cicerone, Ulpiano, e Leibniz (per citarne alcuni) e sono culminate nel concetto di "precomprensione", intesa come "anticipazione del senso dell'interpretazione anteriore, cioè pregiudiziale alla stessa lettura del dato informativo.
    Il concetto di precomprensione lo dobbiamo, in particolare a Gadamer, e, per alcune rielaborazioni a Wittengstein, e a Viehweh.

    (...) L'interpretazione in quanto tale non è mai un fine ultimo. Si interpreta al fine di comprendere. Ma a sua volta il comprendere, a differenza del conoscere puro e semplice, ha un carattere pratico, cosicchè esso porta in se le ragioni per ci si vuol comprendere. Anzi, queste ragioni precedono il comprendere e contribuiscono a determinare e orientare la precomprensione.
    L'interpretazione come attività acquista un senso proprio perché avviene all'interno di una preliminare comprensione, che è il vero e proprio luogo del senso. Di conseguenza la precompresione precede e condiziona l'interpretazione, che a sua volta la sviluppa, la corregge e la libera dai fraintendimenti. (...)

    Viehweg, nella sua fondamentale opera, "Topica e giurisprudenza", aggiunge poi un tassello importante che ci fa capire come "l'anticipazione pregiudiziale del senso" delle norme, discendendo da un condizionamento politico, psicologico, sociale -- inteso come riflesso degli assetti dominanti sulle "ragioni del comprendere del singolo interprete --  sia particolarmente pericolosa, in quanto l'interpretazione giuridica, cioè delle norme, è al fondo collegata ad un problema perenne che è quello della giustizia. 

    L. B. Caracciolo
                                                                                                      (non è "roba" mia!)

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    Ora, due banali considerazioni.
    La prima è che la lettura della costituzione non è la lettura di "carta straccia" o di "vecchi arnesi arrugginiti".
    E', al contrario, quanto di più importante oggi abbia l'essere umano inserito in un contesto sociale! L'unica cosa che avrebbe il potere di emanciparlo dalle forze determinanti la sua esistenza.
    E' filosofia manifesta e "attrezzo" intellettivo insuperabile nelle mani dell'uomo che esercita una delle cose più importanti che ha: IL LIBERO ARBITRIO (se è stato capace di preservarlo e tenerlo pulito dall'ammasso di ciarpame ideologico e di ipocrita politica cui tutti i giorni siamo sottoposti).

    La seconda è che quella precomprensione di cui si parla sopra è oramai diventata dilagante ad ogni livello di rapporto sociale  determinando l'atteggiamento e le scelte che le persone compiono anche in situazioni che dovrebbero rimanerne immuni quali la cultura in ogni sua accezione, e mina alla base l'unico esercizio che porta sulla strada della Libertà; il libero arbitrio.

    Ieri mi ha fatto capire cosa è la Libertà, e l'ho capito (stamattina) osservando (ieri) persone (meno una) che ne erano agli antipodi e che hanno sistematicamente applicato la precompensione alla realtà che li circondava agendo "telecomandati" da "forze" che li guidavano in "automatico", senza applicare nemmeno per un misero secondo l'unica cosa che li emanciperebbe anche dalla propria parte ontica: la possibilità di scegliere. Vedere una persona (e non intendo me) che nonostante il tentativo di portare argomentazioni attinenti e circostanziate veniva sovrastata da un improvviso rush ideologico, subalterno e ignorante (nel senso che ignora) è stata un'immagine del massimo significato, soprattutto perché a fine serata avevo la corteccia d'oca al cervello (per cui le ringrazio e ringrazio infinitamente anche la loro inconsapevolezza).

    La Libertà è esercitare la propria possibilità di scelta senza lasciarsi "portare altrove" dalle forze "meccaniche" e deterministiche che agiscono attorno a noi, e si chiama: Libero Arbitrio.

    Non intendo fare l'elogio della Libertà, non è un qualcosa di assoluto, oppure qualcosa che sicuramente porta bene, felicità e sciallo, non sono queste le sue prerogative. Sotto un certo punto di vista è una cosa come un'altra, sotto altri punti di vista è ingombrante, pesante e faticosa. Eh si.

    Ma dal punto di vista ontologico è....un Universo intero.

    (Non dimenticherò mai questa mattinata)