sabato 31 dicembre 2016

Un'arida stagione azzurro stellata sta per finire

Sta per iniziare un anno che credo sarà fondamentale.
Che la Francia sia con noi.
Serve dare una spallata decisiva a questo sistema vessatorio europeo, e serve che tutti si impegnino a voler cambiare il corso della storia.
Ci sono state epoche fallimentari per l'evoluzione umana, e il medioevo è una di queste, che son durate incredibilmente centinaia e centinaia di anni solo per l'accondiscendenza acritica e servile dei dotti al regime dominante.
Serve che gli intellettuali di ogni specie si impegnino ad agire contro il sistema attuale.
Questo sistema malato e marcio va combattuto a partire dalla sua base ideologica profondamente fallimentare.

Buon anno nuovo a tutti quelli che si trovano in una condizione di schiavitù reale e disagio economico in una epoca che grazie alle scoperte scientifiche potrebbe portare ricchezza e dignità generalizzate.

E' solo una questione di coscienza; chi ce l'ha non può esimersi dal combattere il nemico del progresso reale dell'uomo, e cioè chi alimenta politiche di povertà dilagante per le nuove generazioni (e questo è un dato di fatto cari piddini anelanti di poteri decisionali antidemocratici).

giovedì 15 dicembre 2016

Quo vado? (ma dove cazzo voi annà Cozzalone)

Vediamo di capire bene un concetto fondamentale dell'economia "moderna".
All'inizio del secolo prendono forma alcuna teorie sulla produzione dei beni. 
La razionalizzazione del ciclo produttivo portò ad un cambiamento sostanziale del modo di produrre (...) tanto da rivoluzionare notevolmente l'organizzazione della produzione a livello globale e diventare uno dei pilastri fondamentali dell'economia del XX secolo, con notevoli influenze sulla società. (...) WIKI

Appena prima di questa c.d. rivoluzione, il ciclo economico era calibrato su un sistema di produzione "su ordinazione". Per capirci, significa che si produceva nel momento in cui qualcuno (che aveva i soldi) decideva di comprare un prodotto, si trattava cioè di produzioni quantitativamente ristrette.

(è importante capire che la produzione di massa non scaturì da un eccesso di domanda (domanda intesa nell'accezione economica, quella cioè che vede soggetti in possesso di denaro), ma da una innovazione tecnico/teorica. La domanda andava creata.
Vediamo di capirci: A livello contabile il credito è sempre un deficit, quando vi dicono che bisogna ridurre il deficit, intendono quello dello Stato per poter aumentare quello privato (nel caso si voglia mantenere attivo un sistema sociale inclusivo, altrimenti possiamo tornare al Medioevo e allora fine del problema deficit), cioè quello delle banche onde mantenere il monopolio della moneta (e dell'usura aggiungo io).
Ma torniamo alle dinamiche.


Per sostenere un tale cambiamento necessitava rimodellare le dinamiche economiche del sistema, a iniziare da quelle bancarie.
Da quel momento si innesca, a livello economico, quello che potremmo definire il "sistema moderno di produzione di massa", che cambierà in modo sostanziale anche l'immaginario e il compito delle istituzioni concernenti l'economia.

Nel nuovo sistema di produzione delle merci, le imprese produttrici necessitano di capitale da investire in strutture, macchinari e paghe; alle aziende produttrici serve vendere i beni pena fallimento; per poter comprare beni relativamente costosi l'operaio deve avere una buona paga e la certezza di continuare a lavorare con costanza (che non è la figlia del panettiere); la conseguenza è che dovranno prendere corpo istituzioni economiche pronte a erogare denaro a credito (e gira sempre tutto attorno a questa parola), sia alle aziende prima, sia ai lavoratori poi.

Da queste semplici considerazioni è possibile trarne alcune conclusioni (direi svariate, ma a noi interessano soprattutto quelle c.d. socio/economiche con relativa preferenza per le seconde).

L'interesse di tutti è che il ciclo si chiuda: progettazione, produzione, vendita e uso creano un insieme organico.
La parte che a noi tutti interessa comprendere bene, è quella relativa all'operaio salariato, il quale deve avere la certezza di un lavoro sicuro.

Il lavoro sicuro (se così vogliamo chiamarlo nel caso che "posto fisso" vi crei delle turbe) è uno dei pilastri necessari alla produzione massiva dei beni! (non se ne può fare a meno!)

Un'altro di questi pilastri è quello che mette in rapporto; volume delle paghe/produttività.

Per poter vendere tutto il prodotto, l'insieme delle paghe (detto anche Monte Salari) dev'essere commisurato, in un legame stretto, a quanto prodotto.
Senza questi pilastri, ma non solo necessariamente questi, il sistema crolla (come nel '29 e come nel '08).

Ma l'insieme delle elites, delle oligarchie dei produttori e delle istituzioni finanziarie, con la complicità delle classi dirigenti delle nazioni, son riuscite ad escogitare dei sistemi palliativi che posticipano questi fallimenti, facendo altresi in modo che gli stessi ricadano sulle "risorse umane" (come loro le classificano), e cioè il popolo (con l'aggiunta di non poco conto di scarico sul popolo stesso della colpa morale dei fallimenti a colpi di proclami quali: "Avete vissuto sopra le vostre possibilità!", "Siete una generazione di bamboccioni!" etc etc, in pratica cornuti e mazziati).

Una di queste furbizie è quella di riempire la forbice creatasi tra il monte salari e la produttività tramite Debito Pubblico. Questa forbice avrebbe creato una serie continua e costante di fallimenti del ciclo economico vista l'impossibilità matematica di vendere i beni prodotti e di trarne un ricavo.
Il D.P. è stato usato in questo modo, per esempio, attraverso tutto l'arco degli anni '80 in Italia.
Lo Stato pagava in quegli anni interessi reali positivi (ma questa follia è potuta capitare solo perché avevano fatto il divorzio tra Tesoro e Bd'I) sui capitali investiti in titoli pubblici -- notare; nel frattempo tramite una spesa pubblica in deficit che superava la doppia cifra (altro che 2,6%, e questo lo fece tutti gli anni dal '81 al '92) "sosteneva" la spesa degli italiani.

In questo modo le industrie, in special modo la FIAT, vendevano il prodotto e reinvestivano in BOT ricavando rendite nette dal settore finanziario (naturalmente a discapito di investimenti in innovazione e potenziamento degli impianti).
Un enorme grazie a R. Nardella per questo immenso post.

(...la cosa veramente tragicomica è che la FIAT, dopo aver munto la mucca (che ora è nel corridoio, cit LOL), ogni volta che è andata in difficoltà ha attinto a piene mani dalla Cassa dell'integrazione...che ricordiamolo, paga sempre la mucca,  ora ha preso baracca -- i burattini li ha lasciati -- ed è emigrata...."FOZZAJUVEEEE!" gridano gli autentici Fantozzi. )

Bene, abbiamo visto il primo dei "sistemi" usati per chiudere la "forbice".
L'altro è il debito privato, cui famiglie e imprese vengono "invogliate" ad attingervi all'occorrenza.
Questo è nella pratica un gigantesco "schema Ponzi" che lascia sempre alla mucca il fiammifero in mano mentre tutti si accomodano sciallati sulle sedie.
Ecco, è brevemente spiegato QUI (con annessa critica idiota).

Tornando al senso principale del post, possiamo concludere dicendo che un lavoro assicurato e con una retribuzione connessa alla produttività è uno dei pilastri necessari in un capitalismo controllato da una necessaria repressione finanziaria.

(...con buona pace di qualche coglione di comico, mica solo genovese, che si è già dimenticato da dove arriva, e dove tornerà non appena il sistema oligarchico se ne sarà sbarazzato e rimpiazzato per sopravvenuta inutilità...)





lunedì 12 dicembre 2016

La terza via

In una articolata serie di post e risposte a commenti vari ,QUI, Roberto Buffagni spiega, dal suo punto di vista che condivido quasi in toto, la situazione politica attuale italiana del passato e del presente, e cercando poi di immaginare una prospettiva futura.
Il suo punto di vista, è sostanzialmente uguale al mio, ed è quello che vede nell'attuale UE il nemico principale da ripudiare prima e sconfiggere poi.
Nella sua analisi, a volte per me illuminante, tocca diversi aspetti dell'Italia dell'Europa e del mondo intero.
Ma, pur condividendolo quasi in toto, ritengo che possa e debba formarsi nell'immaginario  futuro una cosiddetta terza via, la quale secondo me sta iniziando a gettare le basi proprio ora.
Proviamo a vedere come e perché.


Una volta sconfitti via via; il nazionalismo imperialista a base etnico/teologica, che spero sia stato cancellato definitivamente con la fine della II° WW -- e che sopravvive solo in alcune sacche di nostalgici destinate a scomparire -- e l'internazionalismo a trazione proletaria con il crollo dell'URSS, il sistema democratico/liberale/capitalistico ha avuto campo libero e va trasformandosi in un mostro a più teste che sta fagocitando tutte le diverse culture che l'uomo ha saputo produrre nella sua lunga storia millenaria.

E' vero, il confronto non è più tra capitalismo liberale/liberista e comunismo/socialismo, i c.d. "destra" e "sinistra". Il confronto è passato ad un livello diverso con la vittoria oramai totale dei primi sui secondi, i quali hanno mostrato tutta la loro incapacità di comprendere la fondamentale parte che svolge la natura umana -- intendendo per natura umana quella che nell'immaginario di tutti prende forma nelle teorie sulla selezione naturale da una parte e nella biologia genetica dall'altra. Ripudiandole nella quasi totalità per quanto riguarda l'importanza delle stesse nei processi relativi al comportamento umano e relegandole a fattori marginali, la c.d. sinistra internazionale ha basato le proprie teorie sociali sostenendo la fondamentale e unica, secondo loro, importanza della cultura quale unico veicolo di formazione della persona e di conseguenza anche dei sistemi sociali (vedere Emil Kraepelin, Sigmund Freud, Ivan Pavlov, John Broadus Watson e molti altri, anche se questa è una riduzione semplicistica e parziale).

Nella perdita, strada facendo, della sfera umana relativa ai suoi impulsi "naturali", tramandati biologicamente, quei sistemi non potevano fare altro che fallire nella miseria di una vita alienante.

Per contro, i primi hanno si vinto definitivamente, ma per farlo hanno dovuto spingere l'acceleratore proprio su quella parte "dimenticata" dai "sinistri", cioè le pulsioni umane, e in special modo quella egoistica e predatoria.
Certamente questa posizione aveva basi sicuramente più stabili -- se così si può dire -- perché, in effetti sì, si può dire che è vero che queste pulsioni spingono l'uomo a impegnarsi , lottare e inventare pur di ottenere qualcosa di più. Ma così facendo, nelle dinamiche incontrollabili dei gruppi sociali -- e la capacità di controllo è inversamente proporzionale alle dimensioni del gruppo -- le pulsioni umane hanno finito per diventare un drammatico pericolo per la stessa sopravvivenza dell'uomo.

La lotta è diventata, per forza di cose, globale, in quanto le basi ideologiche della sinistra ne impongono una visione internazionalista a tutte le parti in gioco, in qualsiasi parte del pianeta e qualsiasi cultura esse avessero.
Questo ha inevitabilmente portato lo scontro al livello più ampio che si potesse immaginare (bisogna aggiungere che questa tendenza internazionalista è stata dettata anche dal fatto che le oligarchie e le aristocrazie fanno, per così dire, "vita internazionale", cioè tutto il loro immaginario "intimo" si svolge su scala internazionale come classe dominante).

Purtroppo, nella sua ottusità, la sinistra non si è resa conto che a livello di confronto diretto, la cultura non ha alcuna possibilità di imporsi sulle pulsioni umane, meno che mai rigettandole come fossero detestabili e immorali -- per quello c'è la religione  (e anche in questo caso, il confronto diretto con le religioni c.d. ortodosse non ha lasciato scampo alle varie teorie che facevano da base all'ideale comunista.
E' un ossimoro ideologico, e in quanto tale distopico,  immaginarsi intimamente di dominare l'uomo usando la cultura come una clava -- in parole povere è un assurdo logico.

Con la vittoria della parte liberista/liberale/capitalistica compiuta sul terreno dei sistemi sociali nei confronti della c.d. sinistra/comunista/socialista, la visione di un possibile dominio mondiale si è impossessata dei liberisti che si son trovati il campo sgombro da qualsiasi opposizione.

Ora, se da una parte la visione di una società basata esclusivamente sull'imposizione della cultura, e nel particolare, di una cultura per tutti, oltre ad essere un assurdo logico, porta paradossalmente ad un impoverimento intellettuale alienante per l'uomo; dall'altra, un immaginario collettivo basato sullo sdoganamento dei principi "naturali", e quindi dei suoi impulsi, è devastante proprio da un punto di vista logico per il semplice motivo che l'uomo non può più appellarsi a ciò che lo rende unico nell'intero panorama terrestre, e cioè la sua "ribellione" alle forze c.d. naturali tramite l'adattamento della natura alle proprie necessità, e non viceversa.
 Rivendicando la sua parte animale ed elevandola a entità superiore, l'uomo non è più uomo ma umanoide.

Mi stupisco quando un non-pensatore come Locke viene annoverato tra quelli che hanno gettato le basi dell'illuminismo tramite stupidaggini quali, "Il diritto naturale"-- e c'è chi lo considera un filosofo (in quanti si stan rivoltando nella tomba?)
Non esiste nessun diritto naturale, il diritto è una "invenzione" umana. In natura non esiste il diritto.
Probabilmente confondeva l'istinto di sopravvivenza col diritto.
Il diritto nasce nel sociale col sociale per il sociale -- vi sono i diritti individuali, ma sono diritti che si sviluppano  secondariamente rispetto all'impianto generale e sono relativi all'immaginario di famiglia, comunità, gruppo etc etc.

Serve contrapporsi a questo fronte dell'egoismo globale, nel quale i soggetti sono talmente presi dalle sirene di un mondialismo basato sull'egoismo dell'individuo -- altro ossimoro -- dal non rendersi conto che scatenare le pulsioni e lasciarle libere a se stesse, oltre alle vuote parole di rito, nella realtà provata sta portando guerra miseria e distruzione ovunque, in special modo ovunque non trovi comunità coese con forte identità sociale capace di contrastare le irragionevoli pretese del Libero Mercato Globale.

Sarebbe molto difficile spiegare come mai è folle lasciare al L.M.G. il governo delle scelte politiche dell'intera comunità umana. A me piace pensare, come spiega molto bene Heisenberg in "Fisica e Filosofia", che i processi mentali del cervello umano, i quali si svolgono a livello quantistico neuronale, non sono scopribili, nè sondabili con esattezza assoluta nella loro totalità, e lo sono ancor meno quando questi processi diventano processi comuni per centinaia di migliaia di persone.
Essi rispondono alla legge di probabilità.
Questo, da una parte sta a significare che non è possibile pianificare un sistema sociale in ogni suo aspetto, ma anche che è irragionevole e estremamente pericoloso lasciare che questo svolgersi possa essere lasciato in balia  di leggi naturali non conoscibili con esattezza assoluta.
Come già detto; l'Uomo è tale esattamente nella capacità e nella misura in cui si è dato regole proprie, adattando l'ambiente attorno a se e non accettando supinamente il contrario.

Allo stato attuale "dell'opera" non resta che combattere questa follia dell'egoismo mondiale tramite globalismo economico le cui emanazioni pratiche sono: (...) I signori regnano sull'universo sia attraverso i loro enunciati ideologici, sia attraverso la costrizione economica sia attraverso il dominio militare. La figura ideologica che guida la loro prassi porta un nome anodino: "consenso di Washington".
Si tratta di un insieme di accordi informali, di gentleman's agreements conclusi nel corso degli anni ottanta e novanta tra le principali società transcontinentali, banche di wall street, Federal Reserve Bank americana e organismi finanziari internazionali (Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale ecc).
Nel 1989 il "consenso" è stato formalizzato da John Williamson, economista capo e vicepresidente della Banca Mondiale. I suoi principi fondatori sono applicabili a qualsiasi periodo della storia, a qualsiasi economia e a qualsiasi continente.
Mirano tutti a ottenere, il più rapidamente possibile, la liquidazione di qualsiasi norma regolatrice statale o di altro genere, nonchè la più totale e rapida liberalizzazione di tutti i mercati (di beni, di capitali, di srevizi, di brevetti) e l'instaurazione finale di una stateless global governance, di un mercato mondiale unificato e totalmente autoregolato.

QUI  Ziegler  spiega bene come (ma consiglio la lettura del libro completo).

RIPETO: Mirano tutti a ottenere, il più rapidamente possibile, la liquidazione di qualsiasi norma regolatrice statale o di altro genere.

Significa che il pensiero dilagante che indica nello Stato Nazionale e nei suoi organi rappresentativi; Parlamento, Senato, Banca Centrale etc, la causa di tutti i mali che affliggono la nostra società, è frutto della propaganda mediatica degli organi d'informazione, che le oligarchie dominanti sopra descritte, in modo diretto o indiretto, possiedono o controllano tramite pecunia.

La terza via non può prescindere dallo Stato Nazionale e dalle sue peculiarità culturali  pur tuttavia nel rispetto delle minoranze.
Non sono accettabili le c.d. scusanti "a valle", quelle che considerano la realtà solo da un certo punto in poi. 
Quelle estremamente miopi che non sanno collegare la diga a monte con la scarsità d'acqua a valle. Oppure quelle che non sanno correlare l'invasione di migranti, con la libertà totale che hanno i padroni del mondo di "invadere" culture più deboli tramite massicce "iniezioni" di capitali a favore degli oppositori di regime in aree già altamente instabili, fomentando guerre civili, e cercando di assicurarsi in tal modo il futuro controllo di aree strategicamente fondamentali da più punti di vista; risorse naturali, centralità politica, danno a potenziale avversario diretto.

La lotta a questo tipo di globalismo è prioritaria, ma serve trovare la terza via per non doversi ritrovare, una volta sconfitto, più indietro di dove si era partiti.




giovedì 8 dicembre 2016

Francesco

Papa Francesco: Prego per le famiglie, i disoccupati e i bimbi soli.

Allora, buona cosa è pregare per le famiglie, specie di questi tempi dove la famiglia sta perdendo la propria identità e sta diventando qualsiasi cosa abbia la residenza e l'ammore come base fondativa (presto ci saranno famiglie di specie  diverse; uomo/cane uomo/cavallo e via di sto passo -- anche se è difficile credere che Dio gli abbia sussurrato queste nuove direttive...).

Per i bimbi soli è buonissima cosa, anche se credo il riferimento sia a quei bambini che hanno perso i loro genitori nelle continue guerre che devastano il pianeta e che traggono il senso della loro devastazione dai principi fondanti la nuova religione globale: libera circolazione dei capitali, delle merci, e delle risorse umane. In parole povere; il Libero Mercato.
Strano che Dio non gli abbia spiegato questa, seppur difficile a comprendere, correlazione.

Ma Francesco....dai, per la disoccupazione non serve nessuna rivelazione divina. Qualsiasi economista che abbia un minimo di etica e di empatia verso il prossimo potrebbe spiegarti che sarebbe possibile eliminare la disoccupazione involontaria attuando delle politiche appropriate.
E se dovesse esserci un pò di inflazione, pazienza, vorrà dire che i rentièr, al posto di stare tutto il giorno a pippare cocaina, torneranno a fare qualcosa, qualsiasi cosa basta non sia cosa dannosa per la società. Sarebbero due miglioramenti netti del sistema sociale, come sul dirsi; due piccioni con una fava.

Quindi al posto di pregare, parla con i regnanti e fai pesare l'importanza della tua carica, ok?
In tal caso avresti tutta il popolo terreno dalla tua parte, e la Chiesa potrebbe tornare ad essere un faro per l'esistenza dell'umano.

In fede Sandro

domenica 20 novembre 2016

E allora essi fascista!!! (mitico Vittorio GF9)

Ultimamente ho notato una cosa interessante; la maggior parte delle persone non sa di essere intimamente fascista.
Forse perché per fascismo intendono quel partito che in Italia si impose e attraversò la nazione per vent'anni, fino alla follia dell'arrivare pensare che l'Italia sarebbe potuta diventare un impero.
Certo, quel periodo è stato un episodio (piccolo o grande che sia stato a seconda della scala col quale lo si vuole misurare) significativo ed esemplare di un certo modo di fare società e di cercare di far stare insieme i gruppi sociali.
Ma il fascismo, nella sua essenza, non è banalmente quello, o per tornare al punto, solo quello che è individuabile in quel ventennio -- e che, come quelle specie in via di estinzione, sta esaurendo la propria esistenza in un revival mitologico -- ma è un certo modo di porsi nei confronti di chi non la pensa come te, quel modo cioè, che già giudicato qualsiasi pensiero differente come sbagliato, inopportuno, minoritario e in quanto tale inutile.
Semplicemente di fatto, questo è il fascismo.
Data la complessità e ampiezza della società, non è possibile che tutti la pensino allo stesso modo, e neppure credere che possa essere utile alla società stessa che una condizione di simile convergenza di pensiero possa essere utile.
Se qualcuno sostiene questo, o crede a questo, è fascista sapendo di esserlo o lo è senza saperlo (e nella pratica questo non fa molta differenza).

Ecco, dicevo che ultimamente mi capita sempre più spesso di constatare questo modus operandi che è diventato pervasivo, anche al più piccolo livello.
La cosa interessante, ma altamente distopica, è che ne sono quasi sempre inconsapevoli, ma, nel caso si siano dati una patina di democraticità, di socialismo, di solidarietà o financo di anarchia, se li si gratta un poco toccando i tasti giusti, ecco che è pronto a manifestarsi l'intimo fascista che alberga in loro.
Un esempio eclatante è Fabrizio Rondolino che nella sua pagina tweeter ha addirittura impostato come tweet fisso queste parole: "Il suffragio universale inizia a diventare un serio pericolo per la civiltà occidentale!" (ora lo ha tolto, eccerto dico io, anche Storace non avrebbe tanto ardire nel confessare tanto fascismo latente), ma è un male nazionale che attraversa la società ad ogni livello.
Ma questa "anima" fascista la si può constatare anche -- e forse soprattutto -- a livello provinciale e comunale dove la prassi del confronto non ha alcun albergo.
Vi è molto ben sviluppata invece, la prassi dell'appartenenza partitica che piega la politica e l'interpretazione delle dinamiche sociali alla propria linea partitica di appartenenza distorcendo (alla J. Hendrix) la lettura dello "spartito sociale" fino al punto di restare ciechi di fronte a fatti incontestabili e palesi.

Ecco, in provincia, il problema generazionale e l'appartenenza partitica si trasformano in una prassi fascista di fatto (lo so, lo so, il termine fascista è ampiamente abusato, così come quello nazionalista e nazionalsocialista. Ma se vi è stata -- e su questo non vi è alcun dubbio -- un fenomeno di così ampia portata tale da condurre il mondo intero alla guerra planetaria per ben due volte, significa che questi "modi di essere" (fascista e nazista) hanno dato ampia prova della loro "essenza".
E dato che l'uomo, nella sua natura essenziale, non può essere cambiato in così poco tempo, possiamo tranquillamente prendere atto che quella natura in qualche modo si manifesta.

Poi, chiamateli come volete (non spunk, quello abbiamo potuto capire cosa sia dal post precedente LOL) ma "quello sono"!



sabato 5 novembre 2016

Lo spunk, questo sconosciuto (LOL)




(...)Per quel che riguarda le classi d'età i dati sono impressionanti. Mentre tutte quelle fino ai 65 anni danno un vantaggio nettissimo per il NO, con uno scarto minimo di 5 punti tra i 55 e i 64 anni, ed uno massimo di 18 punti tra i 45 ed i 54 anni; dai 65 anni in su il risultato si rovescia, con uno scarto a favore del SI' di ben 19 punti. (...)

                              --------------- °°°°°°° ---------------

Ora, non so bene come dirlo o sotto quale voce lo si voglia denominare. Non vogliamo chiamarlo "problema generazionale"?, ok.
Vogliamo chiamarlo Spunk? ok, finalmente Pippicalzelunghe si metterà l'anima in pace e non dovrà più girovagare alla sua ricerca; è quì in Italia lo Spunk! 
Qualcuno la avvisi, mi raccomando, e penso debbano farlo coloro che hanno un problema ad accettare che esista un problema, e se non vogliono proprio chiamare Huston, almeno avvisino Pippi!

E se qualcuno non lo avesse ancora capito, il 40% alle europee deriva da questo Spunk.



martedì 1 novembre 2016

La scienza antropoforma. Per cosa lottare?

Non è che non si riesce a organizzare un fronte comune contro la svendita del nostro paese perché ci stanno dividendo in categorie diverse come in molti cercano di raccontare nelle loro analisi-- vedi; giovani/anziani, occupati/disoccupati, operai/artigiani/liberi prof., statali/privati etc etc -- è che la divisione della società è un fatto endogeno che scaturisce da peculiarità proprie, oserei dire antropologiche, dello sviluppo della società moderna (per intenderci su ciò che è società moderna: ciò che poi divenne e si intese come società moderna ha la sua blastula nel metodo scientifico. E' da esso che si sviluppa tutta l'evoluzione della forma mentis dell'uomo).
I mutamenti che fecero seguito al sistema scientifico e alle sue scoperte, trasformarono la società da statica medioevale  (dove tutto era determinato, collocabile in ogni tempo e in ogni luogo, e soggiacente, in ultima analisi, alla volontà di Dio) a dinamica; scrutabile e classificabile, entro un tempo e uno spazio relativi alla dimensione umana, soggiacente a leggi riconoscibili e in parte, induttivamente prevedibili, dove il soggetto è parte del attiva del fenomeno.
Questo mutamento è ancora in atto e continua a spostare in avanti la frontiera della ricerca con la sua "energia propulsiva".

Questo cambiamento ha attraversato epoche che si sono diversificate e plasmate via via che le diverse circostanze e peculiarità generali hanno preso forma; per esempio dalla rivoluzione industriale e dalla potenza che ne scaturisce arriva la prima globalizzazione reale (la prima "nominale" si ha con la "scoperta" dell'uovo di Colombo)  e soprattutto un primo cambiamento netto nella struttura della società; la possibilità di soddisfare più facilmente i bisogni primari alimentari tramite l'impiego della tecnica, sposterà forza lavoro dai campi alle industrie, le quali via via miglioreranno i macchinari, innescando così un "motore" di sviluppo continuo e autogenerativo.

Primo grande mutamento; la popolazione aumenta e si concentra nelle zone di produzione.
Questo comporta grandi cambiamenti nelle abitudini delle persone, e sempre più popolazione, a stretto contatto condivide luoghi, costumi, problemi e condizioni di vita.
Ma ancora i diversi gruppi sociali erano riassumibili in quattro/cinque classi, di cui una di queste ne conteneva la stragrande maggioranza demografica.
Quindi sostanzialmente la gestione della società, nelle sue linee guida, era abbastanza semplice, e il gruppo sociale più numeroso aveva una serie di problematiche comuni che ne compattavano il fronte.

La trasformazione continua e costante del sistema sociale andava procedendo, e al contempo si complicava (senza dimenticarci che l'Italia stessa, risulta essere una nazione che per sua geografia e morfologia, presenta profonde difformità, anche senza l'intervento, in senso stretto, della scienza .
Peculiarità questa, che ne fa uno dei popoli più eterogenei e originali del pianeta, infatti la sua realtà politica si presenta in una serie di istanze particolari, ognuna legata al territorio seppur con la medesima "cifra culturale")

A livello politico, tutto questo prende la forma di una variegata rappresentanza di partiti e istituzioni territoriali e in un sistema elettorale che prendeva atto di queste dinamiche.
Ma, verso la metà degli anni '70 si assiste ad un cambio profondo di politica economica da parte delle culture dominanti uscite vincitrici dall'ultimo conflitto mondiale.
Sbrigativamente e in modo superficiale, da tali culture, avviene un cambio di paradigma politico/filosofico che forzatamente raggruppa gli esseri umani in due grandi "famiglie ideologiche" che a seconda delle culture vengono classificati come;  popolari/laburisti, oppure, democratici/repubblicani, progressisti/conservatori, sinistra/destra -- che meno che mai rispondono alle molteplici e differenti esigenze di una società che va sempre più diversificandosi.

Una delle derive paradossali è che; mentre bisognerebbe avere un sistema politico che possa rispondere alle più diverse esigenze, lo si cerca di rendere maggioritario e autoritario -- che cura cioè, gli interessi di una parte sola della grande complessità della società moderna.

Tornando al tempo passato, è comprensibile che con quel tipo di società, era condizione agevole che si formasse un senso di comune appartenenza e un'identità di gruppo che lottasse per migliorare una condizione che accomunava tanti.
Ecco spiegate le grandi conquiste del diritto e i miglioramenti oggettivi della classe povera, negli anni del dopoguerra: Tante persone condividevano gran parte delle dinamiche delle loro vite!

Ora non è più così. Ma lo sbaglio cui tutti tendiamo è quello di addossare la colpa della mancanza di lotta comune, ad una specie di minor virtù delle generazioni che han fatto seguito a quelle  che, nel passato, son riuscite a lottare.
Loro partivano da una condizione oggettivamente unificante. La loro società raggruppava e compattava una parte numericamente maggioritaria del sistema.
Oggi non è più così, e non perché "i giovani di oggi sono sempre attaccati al telefonino", oppure perché "una volta c'erano i valori".
Semplicemente le dinamiche e l'immaginario della società sono completamente differenti, non solo da quelli del passato recente, ma differenti da qualsiasi altro passato o epoca in genere (pur mantenendo, l'uomo, all'incirca le stesse caratteristiche naturali della sua morfologia materiale e della sua quantistica celebrale. Ciò che è cambiato è l'ampiezza della suo immaginario).

Ecco spiegato uno dei motivi del; "Perché ci stanno prendendo per i fondelli e laggente non reagisce?"

La struttura pratica della società -- quella dei costumi e delle abitudini -- ci fornisce un'identità superficiale che ci fa credere di appartenere a una classe particolare differente dalle altre.

Non prendertela col tuo vicino, la pensa come te (cioè, male).

Servirebbe capire quale cifra identitaria rimasta ci accomuna.
Sicuramente non è relativa al trattato di Maastricht.




lunedì 24 ottobre 2016

Il tempo delle scelte (cit)

Provate a leggervi questi pochi passi, e poi ditemi se in questo complesso concetto avete trovato un accenno al vincolo esterno.

Non vi è nessun accenno al vincolo esterno perché il ragionamento di Keynes parte da una posizione dominante, si svolge nel sistema sociale più ricco che quell'epoca storica proponeva.
Non vi era neppure l'ombra di alcun vincolo esterno.
Keynes lascia intendere chiaramente che Londra era "the best in the world" e che se solo avesse voluto avrebbe potuto migliorare, al netto di tutto ciò che è possibile immaginare, la società in maniera sostanziale.

Ora, perché tocco questo punto?
Possiamo fare un'analogia tra l'Inghilterra a cavallo tra il 19° e il 20° sec. e l?italia del secondo dopoguerra?
Certo che lo possiamo fare, basta che vi inseriamo dei parametri.
Le scelte che avrebbero potuto compiersi nella Londra di quegli anni le avremmo potute compiere noi italiani a cavallo tra '70 e '80 del 20° sec al netto delle dovute differenze economiche e geofisiche.

Ecco perché la questione generazionale acquisisce  una certa importanza qui da noi; si è scelto di percorrere una strada impostata da altri, sottostando a regole giuridico/economiche -- e cioè a una certa visione della società -- disegnate su "corpi sociali" ben diversi dal nostro.
Si è scelto il vincolo esterno come direzione politica generale del nostro paese

Ora, prendiamo la macchina del tempo e andiamo a quel nefasto "fine anni '80 inizio '90" dove le trattative relative alla CE si fecero incalzanti e dove si stabilirono alcuni parametri fondamentali e stringenti che andavano a dettare quale era la strada che l' UE voleva e doveva percorrere.
A noi interessano quelli economici perché sono quelli che determinano le relative politiche -- che sono quelle che stabiliscono di fatto il passo di marcia e che cosa bisogna farne di quelli che non riescono a tenerlo (e qui abbiamo il primo scoglio "filosofico"; gli "spartani" la pensano diversamente dagli "ateniesi". Ma entrambi la pensano diversamente dai "socialdemocratici" dell'era moderna, e questo per una differenza "banale"; la tecnologia dei socialdemocratici permette una relativa ma maggiore inclusione e difesa dei più deboli e sfortunati -- pur sempre relativa, non dimentichiamocelo -- il significato e la differenza non è da poco; ad Atene, e non solo, la schiavitù era un fatto giuridico accettato, era una realtà accettata che oggi provocherebbe indignazione. 
Ma se da un lato, oggi, non è più accettabile una schiavitù formale, ipocritamente e ipocriticamente, lo è da un punto di vista reale.
E questo per la relativa complessità e burocraticità del nostro modello di sistema sociale basato su una profonda frammentazione delle competenze e della gerarchia -- che con l'UE ha raggiunto dimensioni mastodontiche -- che permette al cittadino di sentirsi estraniato dalla responsabilità di fatto relativa alle condizioni di vita poco dignitose, per usare un eufemismo, di una sempre più grande fetta di popolazione.

E andiamole a vedere queste scelte; qualcuno si ricorda Prodi -- mai abbastanza maledetto --alla tivvù nel '92 che sciorinava retorica e illustrava il "percorso obbligato"  (che in quel preciso momento era già stato tutto deciso) cui pareva non si potesse proprio farne a meno.

Certi articoli di giornalismo bisogna proprio leggerseli per rendersi conto del livello di distacco dalla realtà che certi intellettuali avevano, hanno e avranno. (Scoprendo tra l'altro, che si passava dalla direzione del Sole24ore a quella della Rai come fosse antani.)

Ecco due snodi cruciali del trattato di Maastricht che, a quel tempo, pare nessuno ci abbia fatto caso più di tanto.

(...)Per garantire la stabilità della futura zona euro, i parametri di Maastricht stabilivano inoltre regole addizionali per il bilancio pubblico: in breve, mantenere il rapporto tra il debito pubblico e il PIL sotto il 
 e il rapporto tra il deficit pubblico e il PIL sotto il . (...)

E qui casca il primo asino, o per dirla "Sgarbatamente", la prima "capra": Non è credibile che 
persone ai massimi livelli della disciplina economica non avessero ben ben chiaro, facendo una comparazione
tra i nostri parametri e quelli delle nazioni con cui saremmo 
andati a competere, vedi manufatturiero tedesco, che erano nettamente migliori dei nostri.
E tutto questo; dall'81 senza più neanche poterci finanziare a livello nazionale con tassi  minimi, 
dal '92 senza una banca pubblica, e dal '96 senza una propria moneta .


Ecco il primo e più grande scoglio; se non avete un minimo di base di economia, non potrete mai capire 
cosa ciò significhi.
Lo ripeto, non sia mai: Oggi l'economia sta al sistema sociale moderno, come il Latino stava alle sacre scritture 
nel medioevo.
Se non sai il  Latino ti dovrai bere tutte le cazzate che ti propinano i media, e se non sai di economia
non riuscirai ad evitare il neomedioevo cui stiamo cadendo.

Vediamo di intenderci; dal '81 al '92 i governi che si susseguirono fecero ogni santo anno (ognisantoanno) un deficit
a doppia cifra, e lo fecero per undici anni consecutivi (undicianniconsecutivi).
Mai meno del 10%, e fino a più del 12% qualche anno (ora stiamo li a elemosinare uno 0.1% che grida vendetta! cazzo!).

Vediamo di intenderci 2; il problema non è un'accusa al debito pubblico in quanto tale. Il DP è ricchezza per i cittadini.
Investita dove di dovere, la spesa pubblica crea ricchezza e inclusione generalizzate. 
Permette l'emancipazione dei meno fortunati dalle ristrettezze a dalla "miseria assassina".

Diventa un grande problema se ti vai a legare mani e piedi in un sistema, come quello della comunità 
europea, che, tramite controllo della spesa pubblica, scarica sulle classi più deboli il costo di una globalizzazione senza regole.

La differenza è che le generazioni che hanno potuto e voluto approfittare di quei "fantastici" anni '80
hanno anche avuto le spalle coperte a 360° potendo in quegli anni godere di un sistema che si è spartito
una distribuzione di ricchezza notevole, sia in quel momento particolare, ma anche in seguito avendo messo in atto
una serie di politiche di distribuzione di reddito futuro (leggi sistema pensionistico) mai viste prima.
Restando ai fatti, io conosco diverse persone che erano in pensione prima dei cinquant'anni, e lo sono ancora adesso
col sistema retributivo. Alcuni hanno più anni di pensione che di lavoro, e alle nuove generazioni
gli si sta dicendo che forse riusciranno ad andare in pensione a settant'anni!!! Cazzo!

Il "problema generazionale" esiste in quanto quelle stesse generazioni che poterono approfittare 
di quel momento fortunato, sono le stesse che sostengono l'operato delle classi dirigenti di questo Paese 
che in questi anni stanno facendo macelleria sociale dei più deboli e degli ultimi arrivati. Sono le stesse
che ripetono a pappagallo."Bastadebitopubblicobastadebitopubblicoandatealavoraregiovanidebosciatisenzavogliadilavorare!"

Io non ce l'ho con la mia generazione e con quella che la precede per partito preso, ma bisogna che si diano una svegliata
e che la smettano di usare tutti quei luoghi comuni relativi ai giovani e alle classi più povere che sono un misto 
di ipocrisia, ignoranza e apatia sociale.
Chi cazzo ha votato Renzi al 40% alle europee? Chi cazzo ha votato e rivotato quelli che hanno inserito il pareggio di bilancio
in costituzione? Chi voterà no al referendum e poi si lamenterà e chiederà di essere salvato quando lo spred inizierà
a bruciargli il vello anale?

E se proprio vogliamo andare a sindacare; chi cazzo da l'esempio ai giovani e chi cazzo li mantiene a bighellonare
pur non facendogli mancare nulla del superfluo? (superfluo che paradossalmente è basilare nei sistemi sociali 
che sanno creare ricchezza) E trovaglielo un lavoro decente e dignitoso a tuo nipote al posto di straparlare.

Quindi basta con questa ipocrisia nauseante; o volete stare nell'euroricatto della falsa morale e della falsa ricchezza, e allora 
un problema generazionale c'è ed è impellente, oppure datevi da fare ad uscire quanto prima da questa trappola.

Siete talmente rincoglioniti da preferire la lenta disgregazione di una Nazione assieme al futuro dei vostri figli e nipoti, ad una
minima perdita in conto capitale della vostra casa (che nella realtà è già avvenuta) e di qualche vostro fondo d'investimento
o di obbligazioni (che in realtà han già perso).

Il problema generazionale non sussisterà più quando vi occuperete del futuro dei vostri figli e nipoti.
Fino ad allora non voglio sentire parlare di divide et impera.
Quando parli con quelli delle "generazioni di fenomeni" e vedi non fanno il minimo sforzo per adattare
il loro orizzonte fatto di :"Noi abbiamo fatto i sacrifici e voi vi divertivate e i giovani non han voglia di lavorare
che se volessero il lavoro basta cercarlo invece son sempre attaccati al telefonino e mancano i valori bla bla etc etc", alla
difficile realtà che ci circonda, non è una questione di "dividi et impera", è rincoglionimento e ipocrisia, punto.





                                                                                                                              






martedì 18 ottobre 2016

Problema generazionale? Ma vaaaa!?

Fin troppo facile farne un post

C'è un paragrafo dedicato a chi tra giovani e anziani sta pagando il prezzo più alto a livello di povertà! (e chi l'avrebbe mai detto?! LOL)

Il prossimo post mappazzone che farò sarà proprio per spiegare come mai la questione generazionale non è una falsa questione, e che è seconda solo al problema globale dell'imperialismo anglofono di stampo classista.

Dico solo che se tu intraprendi un certo percorso, e sai benissimo che ti verranno richiesti, anzi, imposti certi "parametri" economici e tu, appena dopo aver scelto di percorrere quella strada, ti getti anima e corpo a peggiorare quei "parametri" ben sapendo che un domani saranno una palla al piede per chi dovrà sostenere il Paese...allora il problema generazionale...esiste (e non ci sarà nessun intellettuale capace di rigirare questa brutta frittata. Che poi non si debbano fare processi di Norimberga, questa è un'altra storia. Ma potremmo fare una cosa simile al Sudafrica dell'Aparthaid :)

giovedì 13 ottobre 2016

Il no di D'alema? Malafede.

La campagna per il no al referendum stava andando tutto sommato bene, i sondaggi, per quel che valgono, davano il no in vantaggio.
Pareva infatti che buona parte dell'opinione pubblica stesse iniziando a subodorare, o per meglio dire, intravvedere un siluro ad altezza partibasse che si avvicinava rapidamente "da dietro" tramite la convergenza parallela di due modifiche costituzionali; quella del senato e quella della legge elettorale.

Bene, dico, stavolta forse imbrocchiamo la strada giusta?!
Ma va, ti sbuca un D'alema qualsiasi, "uno dei più grandi perdenti della storia politica mondiale", che attirato dalla centro gravità sconfittuale "de sinistra", è per il no, ma allo stesso tempo è per l'euro, per "Masctrikt", come quell'altro garzone imbecille di Letta, e per più di QUESTA Europa.
('sta cosa va capita senza perdere altro tempo: Non puoi essere per il no e allo stesso tempo per l' euro!!! 
Significa che; o non c'hai capito 'na fava, o sei in malafede, o non sei di sinistra -- sinistra nel senso di difendere ANCHE gli interessi delle classi più deboli.

Non puoi perché, sia l'euro sia tutte le modifiche istituzionali apportate da almeno quarant'anni, fanno parte della stessa strategia che a livello economico si è attuata in più punti, tra i quali; divisione tra tesoro e Banca Centrale, poi privatizzazione della stessa B.C., accorpamento tra banche di risparmio e banche speculative, B.C. sovranazionale al di fuori di ogni controllo democratico, pareggio di bilancio in costituzione, bail in etc.

Tutti questi passaggi hanno tolto la moneta dal processo democratico e la hanno privatizzata.

La moneta non è più del popolo sovrano, è un bene essenziale di cui  qualcuno se ne è appropriato, (mentre tutti ci si scagliava  come fessi contro gli stipendi dei parlamentari/senatori) e attraverso il quale passa ogni dinamica essenziale allo svolgimento equilibrato di un sistema sociale moderno!)

Altra cosa che va capita è che oggi l'Economia sta al sistema sociale moderno, come il Latino lo era nel Medioevo per le Sacre Scritture.
Quindi se non avete dei concetti chiari su cosa sia un'economia moderna, tutte le vostre considerazioni sugli avvenimenti politici sono chiacchere da bbar (co' du' bbi).

In altre parole, attraverso l'euro e le sue politiche di impoverimento a base di deflazione salariale, si stabilirà, anzi si è già stabilito uno stato vincente ed egemone, e al livello superiore  una classe dirigente ristretta con la quale diverrà molto più facile, da parte delle oligarchie dominanti, interloquire e contrattare quelle riforme che smantellino lo stato sociale del diritto.

Per mettere in surriscaldamento le Nazioni che "non comprendono i dettami dell'economia globale di libero mercato hanno un sistema molto semplice legato alle dinamiche della moneta.
Dato che, per tutta una serie di motivi che distoglierebbero l'attenzione dal discorso principale, abbiamo una moneta sopravvalutata, e quindi i beni esteri sono più a buon mercato, e quindi ne importiamo più di quelli che esportiamo (anche se con Monti e la sua distruzione dell'economia interna per un po di tempo la bilancia commerciale con l'estero era tornata in attivo, ma al prezzo di distruggere molte attività imprenditoriali), noi accumuliamo deficit commerciali con l'estero. Nella fattispecie con la Germania.
Questi deficit o surplus nazionali a livello europeo vengono gestiti da una camera di compensazione chiamata TARGET 2, dove le B.C. delle nazioni dell'eurozona  riassumono tutte le transazioni che avvengono negli scambi commerciali tra le nazioni stesse.
L'insieme delle transazioni viene registrato  nel suo complesso e al netto dei più e dei meno ne scaturisce un debito/deficit (in questo periodo storico nostro) e un credito/surplus (in questo periodo storico tedesco).
Questa cifra che risulta come credito della B.C. tedesca e come debito alla B.C. italiana deve essere compensata in qualche modo (come quando la banca mette sotto ipoteca la casa che avete comprato con un suo mutuo) e il modo che si è scelto è quello che lo stato debitore mette a garanzia l'equivalente in titoli di stato.
Questi titoli sono a disposizione della banca creditrice fino a che non vengono riscattati.

Bene, all'incirca succede questo: il garzone di turno, in questo caso Renzi (ma nel 2012 lo fu Monti) col suo governo, ubbidendo a direttive oligarchiche o lobbistiche, che vengono ratificate attraverso i trattati della comunità europea, mette in programma delle riforme (che immancabilmente vanno a disgregare lo stato sociale e i diritti delle classi inferiori) e cerca di farle passare.
Se passano, come lo sono state tutte quelle riforme che ho elencato sommariamente in questo POST si va avanti, se sorgono problemi allora iniziano a lanciare avvertimenti tramite il "libero mercato" della domanda e dell'offerta in un modo molto semplice; iniziano a vendere, cioè mettere nel mercato una parte dei titoli di stato in loro possesso (nel 2012 avevamo cumulato un grande debito privato con la B.C. tedesca)).
Anche il mercato dei titoli risponde alle leggi del mercato, quindi se l'offerta supera la domanda il valore scende e se il valore scende spendo meno a comprare quelli svalutati sul mercato che quelli integri dal governo.
In tal modo il governo per venderli deve alzare notevolmente l'interesse da corrispondere.
Questo è successo nel 2012 e il "povero Silvio" ne pagò le conseguenze (allo stesso modo lo tengono sotto ricatto tramite le azioni delle sue società, quindi sappiate già fin d'ora che nulla farà e nulla potrà fare per contrastare il cazzaro di Rignano se non qualche scaramuccia verbale, punto), e questo verosimilmente succederà dopo il no al referendum, ma anche prima se dovesse servire, date tempo al tempo.

Ecco perché la posizione di D'alema è doppiamente deleteria, perché quando arriverà il momento sarà uno di quelli che svenderà un'altro pezzo del nostro paese se mai ne riavrà l'occasione, come già fece per la telecom.
Anzi, la sua posizione è altamente sospetta dato che a quel livello non posso credere che non sia in grado di fare una così semplice lettura.

Si vota no sapendo che la strada da percorrere non è facile, e che il primo passo da mettere in prospetto è l'uscita da questa unione, sia monetaria, sia politica, che stritola i più deboli sacrificandoli nel nome della competitività e del libero mercato.
Ma va fatto, primo nel nome del futuro dei nostri figli e nipoti, e secondo perché se sie è uomini si ha un'etica, e se non la si ha non si è uomini.
Che razza di generazione è quella che sacrifica il futuro delle classi meno agiate per poter mantenere il proprio stile di vita?
E che sinistra sarebbe mai quella che non si cura dei più deboli?

Se votate no e siete per l'euro avete tanto da studiare e da capire.

Addendum: non sapevo del no al referendum di Monti.
 E' la conferma di quello che ho scritto sopra; se spingi per il no ma al contempo sei per restare nell'eurogruppo e in questa UE è chiaro che il tuo interesse è quello di dare l'ultima spallata a questo paese in modo da farlo cadere nelle fauci della Troika -- e probabilmente ci riusciranno, sic..

sabato 8 ottobre 2016

Le supercazzole di Youth Forum

Fantastico, ascoltare giornalisti rincoglioniti che trasmettono programmi rincoglioniti per ascoltatori rincoglioniti.
Ascoltatevi lo scambio che è avvenuto a Manuale d'Europa questa mattina; qui il podcast!
La parte fantasticastupendameravigliosasublime è dal minuto 16.00

La questione è che l'UE sta cercando di "comprarsi" la benevolenza dei ggiovini europei con degli "spicci", che nella fattispecie è un biglietto gratis tramite ferrovie della durata di circa un mese per poter girare l'Europa aggratisse ( e aggiungo io, per quei ggiovini che naturalmente lo possono, e per dare un po i respiro a quei trasporti su ferro che probabilmente stanno per fallire).

Si parla di unmiliardoemezzodieuri.

Ad un certo punto intervistano Alfonso Aliberti, segretario dello Youth Forum che raggruppa a Bruxelles un centinaio di associazioni giovanili, che dice molto chiaramente che avrebbero preferito che quei soldi fossero stati investiti in politiche occupazionali di qualità! 
E dice proprio queste testuali parole.

La risposta (?) della giornalista (?) è FANTASTICA!!! (e la paghiamo noi)

Avevo scritto un POST su questa deformazione mentale, che con cifre da capogiro colpisce quelli del piùeuropa,  che cade a fagiuolo.

Ok, il titolo è fuorviante; le supercazzole sarebbero quelle che ha in testa la conduttrice e che hanno trasformato le centratissime parole di Aliberti in supercazzole incomprensibili...forse sottointendo troppo...

sabato 1 ottobre 2016

Coito ergo sum

Transgender denuncia negoziante di articoli elettrici: andato per comprare una spina, si sente chiedere; "Maschio o femmina?".

La commissione europea alle pari opportunità ha in studio il cambio di definizione: Dante -- ricevente.

L'SNDA (Società Nazionale Dante Alighieri) di Firenze insorge: "Scandaloso usare il nome del Sommo poeta per definire una spina elettrica!".
La commissione europea ci bacchetta: "Gli italiani non meritano di parlare l'Italiano. Facciano come i tedeschi!".

La Boldrini tuona: "Discriminazioni sessuali creano tensione nella società, serve una messa a terra!".

Per cercare di eliminare discriminazioni sessuali, la commissione europea ha allo studio una spina con un perno e un foro (dante ricevente) detta spina gay, e una solo con fori ma dotata di un gadget con due cilindretti da usare all'occorrenza (ricevente con gadget) detta spina lesbo.

Si accettano consigli idee e soluzioni per spina trans.

venerdì 23 settembre 2016

Travaglio vs Renzi

Per ora ho potuto vedere solo 20:00 min. del confronto e, sconsolatamente, devo rilevare che fino a quel punto è 2 a 0 per Renzi.

Purtroppo per lui, Travaglio non capisce una beneamata minchia di economia, e come aggravante, ha anche il supermoralismo.

Ripeto: per ora 2 a 0 per Renzi (ed è tutto detto per quanto riguarda l'opposizione ai garzoni delle oligarchie che dominano il mondo)
Tristezza assoluta....

Addendum

Ok, ora l'ho visto tutto e Travaglio, nonostante avesse campo libero (tipo 11 contro nove) sulla questione costituzionale non è riuscito a mettere all'angolo il cazzaro di Rignano che ha iniziato a tenere la palla e a buttarla sistematicamente out specialmente dopo aver subito l'insaccata sulla stesura dell'articolo 70 scritto coi piedi (anche peggio di come scrivo io).
Poi addirittura hanno iniziato a farsi scaramucce e dispetti fregandosene bellamente della Gruber, che per l'occasione si era fatta tirare, levigare e gonfiare come un canotto, e che cercava di richiamarli come fa una maestrina con due bambini discoli quali in effetti sono.

Ne sono usciti male entrambi.
Travaglio è monotematico, tutto tagli; alla spesa, ai rimborsi...in pratica allo stato, e non capisce che Il cazzaro è lì apposta; deve ridimensionare lo stato privatizzando tutto il possibile ma anche l'improbabile iniziando proprio dalla costituzione che tanto fastidio dà alle potenti oligarchie che dominano quasi indisturbate (appunto l'unico disturbo che è rimasto è la costituzione).

Quello che demoralizza è che a contrastare questi garzoni mandano solo quelli della supermorale che in quanto tali svolgono la parte degli utili idioti del grande capitale internazionale.

2 a 1 per Renzi in una partita di scarsi contenuti umani, tecnici e etici.

giovedì 22 settembre 2016

La fine del mondo classico! (?)

Dopo la famiglia, un'altro dei pilastri dell'identità è la cultura classica.
Anzi, la cultura classica è LA cultura dell'identità, dove la storia narrata è costellata dalle scelte compiute dagli individui. (è un modo di raccontare la storia parziale, ma questo è)

La dimensione dell'uomo classico è una sfera molto soggettiva che raggiunge il suo picco massimo in Cartesio: "Cogito ergo sum". (un eccesso di sboroneria classica)
La confusione fra parte e tutto è notevole ma è la nostra "cifra", il nostro modo di essere, la nostra identità. Certo si può e si deve migliorare, e infatti la fisica quantistica ha fatto fare passi avanti...mmmh...forse indietro, anzi, certamente indietro.
Infatti si è dovuto rispolverare Aristotele e il suo principio di "potenza"...Aristotele, più classico di così!!!?
Perché tiro in ballo il "mondo classico"?
Perché è nella "sfera" classica che trae origine e continuità la nostra identità.
E dov'è che si insegna e tramanda la nostra cultura? (classica)
Ma a scuola no?!
E allora se, nella mia mente malata di elites dominantecheintendedominareilmondo, individuo nell'identità l'impedimento maggiore al mio disegno di mondodiconsumatoriglobale che deve accettare e consumare il mio prodotto di scarsa qualità ad un prezzo elevato, allora, se intendo usare la mia logica classica, esattamente proprio quella che mi ha permesso di dominare le altre culture, devo cercare di sfilacciarla piano piano, un pezzo alla volta. (è comunemente detto paradosso, ma in realtà è sadomasoipocrisia alla massima potenza)
E quindi?

E quindi cercherò il modo, la maniera e un sistema per dissolverla nel tempo...piano piano...pezzo a pezzo.

Oltre al revisionismo storico c'è anche questo.

E intanto la maggioranza dei nostri intellettuali di sx...ronf ronf...dream dream...ronf ronf... zzzzzz.

martedì 20 settembre 2016

La privatizzazione del mondo (2)

 Seconda puntata tratta dal libro di J. Ziegler                                    



                                                    L'ideologia dei signori

(...) I signori regnano sull'uiverso sia attraverso i loro enunciati ideologici, sia attraverso la costrizione economica sia attraverso il dominio militare. La figura ideologica che guida la loro prassi porta un nome anodino: "consenso di Washington".
Si tratta di un insieme di accordi informali, di gentleman's agreements conclusi nel corso degli anni ottanta e novanta tra le principali società transcontinentali, banche di wall street, Federal Reserve Bank americana e organismi finanziari internazionali (Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale ecc).
Nel 1989 il "consenso" è stato formalizzato da John Williamson, economista capo e vicepresidente della Banca Mondiale. I suoi principi fondatori sono applicabili a qualsiasi periodo della storia, a qualsiasi economia e a qualsiasi continente. Mirano tutti a ottenere, il più rapidamente possibile, la liquidazione di qualsiasi norma regolatrice statale o di altro genere, nonchè la più totale e rapida liberalizzazione di tutti i mercati (di beni, di capitali, di srevizi, di brevetti) e l'instaurazione finale di una stateless global governance, di un mercato mondiale unificato e totalmente autoregolato.

Il "consenso di Washington mira alla privatizzazione del mondo, ecco i princìpi sui quali poggia:

1) In ogni paese debitore è necessario impostare una riforma della fiscalità che segua due criteri di base: riduzione del carico fiscale sui redditi più elevati al fine di incitare i ricchi a fare più investimenti produttivi e allargamento della base dei contribuenti; in altre parole, soppressione delle esenzioni fiscali per i più poveri al fine di accrescere il voluma dell'imponibile.
2) Liberalizzazione dei mercati finanziari nel modo più veloce e completo possibile.
3) Garanzia di eguale trattamento per investimenti autoctoni e investimenti stranieri, per accrescere la sicurezza e dunque il volume di questi ultimi.
4) Smantellamento, il più ampio possibile, del settore pubblico attraverso la privatizzazione di tutte le imprese di proprietà dello stato o di enti parastatali.
5) Massima deregolamentazione dell'economia del paese per garantire il libero gioco della concorrenza  tra le diverse forze economiche.
6) Rafforzamento della protezione della proprietà privata.
7) Promozione della liberalizzazione degli scambi al ritmo più sostenuto possibile: l'obiettivo è abbassare le tariffe doganali del 10% ogni anno.
8) Dato che il libero commercio progredisce attraverso le esportazioni, è necessario favorire in maniera prioritario lo sviluppo dei settori economici capaci di esportare i loro beni.
9) Limitazione del deficit.
10) Creazione della trasparenza del mercato: i sussidi dello stato agli operatori privati devono essere soppressi ovunque. I paesi del Terzo mondo che sovvenzionano, per mantenerli a un livello basso, i prezzi degli alimenti di base devono rinunciare a questa politica. Per quanto riguarda le spese statali, quelle destinate al rafforzamento delle infrastrutture, devono avere la priorità su tutte le altre. (...)

(...) ...il neoliberismo pretende di tradurre in termini simbolici le "leggi di natura" che regolano gli eventi economici. Pierre Bourdieu lo definisce così:

   Il neoliberismo è un'arma di conquista. si fa portavoce di un fatalismo economico contro
   il quale ogni resistenza sembra vana. Il neoliberismo è simile all'AIDS, distrugge il 
   sistema immunitario delle sue vittime.

(...) ...la dittatura del capitale impone la visione di un mondo chiuso e immutabile, rigetta ogni iniziativa umana, (...).  Esclude l'avvenire. Se la si guarda un po più da vicino, l'ideologia liberista si abolisce da sola in quanto ideologia, dato che vuole semplicemente essere la trascrizione delle cosiddette "leggi" che governano, da sempre e per sempre, il divenire economico. (...)

(...). Per effetto della privatizzazione del mondo e dell'ideologia neoliberista su cui si fonda, la società muore a poco a poco. Alain Turaine ricorre a una immagine pregnante:

   Tra il mercato planetario e globalizzato e le miriadi di movimenti identitari che nascono 
   ai suoi margini c'è un grande buco nero. In questo buco rischiano di precipitare la 
   volontà generale, la nazione, lo stato, i valori, la morale pubblica, le relazioni 
   intersoggettive, in breve: la società. 

(...). Ultima invenzione della società della cupidigia: brevettare la vita. Si tratta ormai di assicurarsi l'esclusiva dell'uso e della commercializzazione di una particolare pianta esotica, di una sostanza vivente o di una struttura cellulare. (...)
Per i paesi del Sud, dove vive l'81% dei 6.2 miliardi di esseri umani che popolano la terra ma anche per gli abitanti del Nord, l'era della giungla è iniziata.

                                                      ----------    OOO     ----------

Bene, i paesi del terzo mondo hanno già "assaggiato" la pratica sottostante i paradigmi del cosiddetto "libero mercato" (paradigmi che nella pratica distruggono culture diverse e buona parte della popolazione che le compongono).
Ora l'attenzione dei signori del Mondo si è rivolta alle ricchezze cumulate dalla classe media dei paesi "occidentali". Purtroppo in Europa i paradigmi sono a "trazione" teutonica, il che li rende inevitabilmente medioevali e profondamente moralistici.

Possiamo contare sulla cupidigia di questa benedetta classe media "occidentale" nella speranza che si ribelli a questi paradigmi, o si è completamente rincoglionita nella convinzione che, dopo il passaggio compiuto rispetto ai loro genitori che erano operai -- mentre loro ora sono classe media --  i loro figli diventeranno benestanti a tutti gli effetti?

(...ho la sensazione che il rincoglionimento li proietti in un Fogno in cui i loro figli chiaccherano amabilmente con le elites mondiali. Daltronde l'esempio ce l'hanno dai loro rappresentanti politici, sia attuali che del passato, che fanno la parte del culo alla camicia delle oligarchie).