lunedì 21 dicembre 2015

Post bonsai

Ho sentito oggi 'sta specie di ministro del lavoro che spiegava come mai i giovani ricercatori che lavorano in università non abbiano nessun diritto ad alcuna tutela ( non vorrei sbagliarmi ma non hanno neppure versamenti di previdenza adeguati).

? Ciccione merdoso, ma nessuna nessuna vergogna???

Un paese che sputa in testa alla generazione che dovrà garantirgli una serena vecchiaia è alla ricerca di guai seri ( anch'io sto con Darwin).

Immigrazione percepita vs reale: si afferma quella percepita (e con ragione)

Mi piacerebbe che coloro che hanno una posizione intellettualmente professionale, perlomeno abbiano una certa onestà intellettuale e non ripetano gli stessi errori che essi imputano alle loro controparti quando li accusano di leggere i dati dimenticandosi alcuni aspetti determinanti.

? Quando si parla della differenza tra immigrazione reale e percepita dove si vuole andare a parare?
Forse, mettendo per bene in vista la differenza tra i due dati l'intento è quello di screditare quella parte di società e di politico di riferimento che dà addosso all'immigrato incolpandolo dei mali che attanagliano il nostro paese.
Cosa che, a livello di principio, è condivisibile; l'Italia è in decadenza culturale per altro.
Ma anche metterla sotto questo aspetto è fuorviante e a rischio di strumentalizzazione.
Il rischio che si corre è quello di portare l'attenzione qui e ora a scapito di là e domani.
Se consideriamo il tempo presente, qui e ora, non sussiste un problema  per il quale si possa additare l'immigrazione come causa primaria di frammentazione culturale, sappiamo bene, o perlomeno chi ci ha impegnato tempo e voglia sa che buona parte dei nostri problemi culturali derivano da "fuoco amico"; cioè da Nazioni "occidentali" che ci somigliano -- USA su tutte.
Ma considerare quì e ora e trarne conclusioni generali  è una lettura oserei dire miope, non all'altezza di tanta capacità di analisi sociale.
Per noi dummies, che siamo abituati a cogliere i segnali a livello intuitivo, alcune "visioni" si sedimentano immediatamente a livello inconscio e "lavorano". A volte, confusi da informazioni controintuitive, si resta un attimo spiazzati, poi si cerca di usare quel poco di logica che ci appartiene e spesso i conti tornano.
? Perché l'immigrazione percepita è così diversa dai dati fotografati dagli enti predisposti?
Da un punto di vista tecnico la risposta è semplice: quella è una fotografia, una staticità, è una analisi parziale e immobile. Qualche cosa di più si potrebbe immaginare confrontando una serie di queste "fotografie" nel tempo osservandone la dinamica tendenziale e sommandola ad una serie di altre tendenze manifeste.

Il punto principale da cui bisognerebbe osservare questa questione è quello delle classi più basse del sistema sociale perché è quello che spiega nel miglior modo possibile come mai in tanti ci si preoccupi seriamente di questo problema.
Le classi più povere in un passato neppure troppo lontano, diciamo due generazioni per abbondare, vedevano nel numero della prole una soluzione a diversi problemi. Uno di questi era relativo al reddito; avendo una paga scarsa , se in famiglia lavorano più persone il reddito della famiglia è maggiore dato che alcune spese restano fisse e alcune crescono relativamente meno rispetto al reddito totale. L'altro era l'elevata mortalità infantile; se faccio più figli ho più possibilità che ne sopravvivano di più.
Quando questi problemi, sommati ad altri di ordine psicologico e politico, sono stati ridimensionati fin quasi a sparire ecco che la natalità è crollata.
Tutto questo per dire una cosa semplicissima, quasi banale non fosse che i migliori intelletti pare non riescano a vederne le conseguenze ed è probabile che sia dovuto al fatto che i loro figli, se ne hanno, non frequentino scuole pubbliche, oppure che non siano mai loro ad andarli a prendere all'uscita, oppure che non li portino mai ai giardinetti, se mai ci vadano.
Perché se lo facessero e "osservassero" la società che li circonda, capirebbero un aspetto fondamentale dell'immigrazione e dell'impatto che questa avrà nei tempi a venire. Io magari sono agevolato dal fatto che mia moglie è maestra d'asilo, ma basterebbe chiedere alle maestre, oppure se vogliamo essere scientifici, trovare i dati relativi (sempre che si riesca a risalire a dati certi).
Comunque la si voglia mettere la situazione è desolante; facendo una media tra tutte le classi in cui mia moglie ha insegnato, l'asilo e le classi in cui c'è mio figlio e le altre della sua leva, sicuramente siamo sopra al 30%.
Ecco spiegato il motivo di tanta discrepanza; noi immaginiamo già il futuro in cui si dovranno calare i nostri figli, gli intellettuali ancora credono che ai loro non accadrà. Ma il grande bugs ha già dimostrato di non andare troppo per il sottile (sarà che loro pensano di trovarsi abbastanza in alto nella piramide).

? Ora ci siamo? Anche ben non l'aveste capito, e ne dubito, abbiamo svelato il mistero; l'immigrazione percepita si discosta di molto da quella censita perché la classe che una volta proletarizzava ha ben presente le dinamiche generazionali e ha già fatto una proiezione (e tutto questo senza calcolare anche i clandestini e le politiche unitarie che dipingono l'immigrazione come una salutare cura) che mette in allarme.

E ora chiudo che 'sto post mi ha rotto i trequarti...

giovedì 17 dicembre 2015

Etiche competitive

Prendo esempio da Bagnai e dalla sua capacità di trovare spunti per la propria comunicazione ed ecco il secondo post ad personam.
In questo modo non darò fastidio a Quarantotto con una inutile polemica (anche se a me non dispiace la polemica ogni tanto, a volte scalda il cuore e l'humor).
Intanto ho capito che legge il blog, vedremo se si "degnerà" di commentare dall'alto della sua sapienza.
E' una polemica che nasce da lontano e che si è innescata nel momento in cui, essendo io politicamente diretto, ho commentato alcuni suoi commenti nei quali fa uso abbondante di; "sionisti", "ebrei", "lotta di classe", Marx, Marx, Marx...Marx l'ho detto?
Dato che, come ho già detto più volte, non reggo molto Marx -- e un giorno cercherò di spiegare razionalmente un qualcosa che mi si manifesta in modo intuitivo --  non esprimo certo approvazione, anzi.
Ecco, quell'anzi indispettisce Bazaar che invece lo apprezza molto (Marx).
Purtroppo, per lui, la mia intuizione è stata confermata da una delle menti più brillanti del XX° sec. (non che io sia un matusalemme, ma è che io prima ho letto Marx, molto poco devo dire perché non reggo tutta quella sua complicazione di circostanze che invece una mente semplice risolve in molto meno tempo, e poi ho letto Keynes che me lo ha confermato) ed è tutta lì la questione.
A coloro che hanno grande stima di Marx,  dà fastidio che Keynes abbia avuto scarsa considerazione delle sue opere (chissà cosa pensano di Osho; quando lessi un suo libro mi feci un sacco di risate per come ne fece satira. Non solo di lui, chiaro, anche di Gesù e di Ghandi etc etc).

Ecco l'ultima; nel post di Quarantotto: IL GIUBILEO DEGLI AVANZI E DEGLI ESCLUSI ETC ETC, Baz' posta un commento con una cit. di Marx che dice; "« Sappiamo che dietro ogni tiranno c'è un ebreo, come c'è un gesuita dietro ogni papa. Come l'esercito dei gesuiti uccide ogni libero pensiero dal quale il desiderio degli oppressi potrebbe avere possibilità di successo, così l'utilità delle guerre promosse dai capitalisti cesserebbe, se non fosse per gli ebrei che rubano i tesori dell'umanità. » New York Tribune. 1856, K. Marx ".

E' chiaro che, consapevole o meno, quelle parole sono intrise di etnismo (così non lo accusiamo di razzismo :) verso gli ebrei.
E io infatti scrivo di assist a favore degli ordoliberisti e della loro epistomologia. Lui non capisce, forse distratto dal "dispetto", e mi fa un discorso cronologico, poi cerca di denigrarmi a livello etico dicendo che sproloquio sul conflitto distributivo  fomentando xenofobia.
Ma porca Cicciolina, a Marx fa un bell'endorsement dicendo che lui, figo, non era "politicamente corretto", io invece sono un becero istigatore xenofobo...sniff...sniff...(non sono "piste", sono affranto).

Poi mi fa capire che ha letto il blog quando dice della piramide sociale. Almeno adesso ho una vaga idea di quanti anni abbia. Ma mischia le mie idee su Marx con quelle sul mondo arabo. Il discorso era su Marx, mai ho fatto accenno al mondo arabo, che ccentra?

Quindi se ho capito bene, mi manca l'etica perché ho una scarsa considerazione del mondo arabo e della sua deriva intellettuale. Si, perché a farci bene caso, e tralasciando sparute minoranze, l'immaginario intellettuale di quell'area immensa che parte dall'Atlantico, coinvolge mezza Africa, e buona parte dell'Asia centromeridionale è contenuta in un libro (e il bello è che; sia visto da noi che da loro, quello non è un libro, e per ragioni opposte).
Eh sì, c'è troppa materia di studio #LOL
A parte la frase degli sciammannati che non ricordo, ma può benissimo darsi che l'abbia scritta, anche se andrebbe letta nel suo contesto, tutto il resto mi pare sia inoppugnabile.

1° L'Islam la prima cosa che fece fu colonizzare e omologare, punto.
2° La lotta di classe non è stata risolta (e mai lo sarà aggiungo), punto.
3° I mussulmani non ragionano per lotta di classe, anzi, le classi devono essere la stratificazione della società (basta vedere il punto 4°), punto.
4° Gli esagitati (va meglio così:) al culmine del discorso (intendo quando si arriva al punto cruciale e cioè la giustizia, tema scarsamente trattato da Quarantotto #LOL) sono al massimo del fervore e stimolati nel giusto modo confessano: "Un Dio, Un Re, un Popolo." (ripeto; questi sono quelli moderati. con gli estremisti la discussione o non inizia neppure o finisce in malo modo e prima, punto.

E a me mancherebbe l'etica? La tua però.

Molto probabilmente è inutile, ma se vuoi puoi provare a spiegare senza farti prendere dal fastidio e senza iniziare a cercare di offendere e incensarti eticamente.
Pensi che se vi fosse una gara di etica (come lo potremmo definire, un paradosso?) vinceresti?
Io credo di si, infatti non mi ci iscriverei.

Schiavo (in veneto).

domenica 13 dicembre 2015

Non è vero che sono divisivo

Ora che il primo grande bubbone è scoppiato ( e ha sporcato col suo pus quella parte di popolazione che possiede buona parte delle ricchezza, mobile e immobile, di questo paese, e che possiamo riunire in un insieme chiamato "generazione privilegiata") dovrebbe essere compito primario per ogni intellettuale che si rispetti, battere il ferro fin che l'è caldo riportando nelle sale comunali, ma anche nei circoli o dove si voglia, l'insieme di cui sopra -- insieme che ultimamente si è appartato a vita asociale e fancazzista.
Fancazzista non nel senso di lavoro, non sia mai, quando uno ha dato ha dato e giustamente gli si devono evitare inutili sofferenze, ma nel senso di fare un cazzo nell'interesse del sistema sociale fosse anche solo cercare di capire da che parte sta andando il mondo che accoglierà i loro nipoti.

Bisogna coinvolgerli, volenti o nolenti, per un semplicissimo motivo pratico e decisivo; loro votano, mentre i nipoti, in buona parte non possono farlo, e anche se il voto ultimamente è diventato ancora più ininfluente di quanto già lo fosse, ha un suo valore metafisico su quella fantomatica e labile"mano invisibile"o anche detta "libero mercato".

Sarebbe un'ottima occasione per sparare sulla Croce Rossa, gesto che come dice Il Velo di Maya dà così tante soddisfazioni, e sarebbe anche una rivincita morale su tutti quei vecchi bacchettoni  rincoglioniti che, a ogni piè sospinto, vantano una superiorità morale della loro generazione rispetto a quelle che gli sono succedute (semmai è il contrario; la  loro generazione è moralmente inferiore a quelle che gli sono succedute dato che a fronte di un indubbio miglioramento generalizzato delle condizioni economiche, e quindi di quelle pratiche, loro, quelli che oggi sono completamente rincoglioniti, hanno pensato esclusivamente alla loro "pancia" senza preoccuparsi minimamente di quelli che sarebbero venuti dopo).
Ma credo servirebbe a poco (questa constatazione è solamente un ragionamento di pratico interesse e non  moralmente superiore).
Servirebbe trovare il modo di spiegarglielo sicchè capiscano, pur se io la ritenga una impresa improba e di vana speranza, dato che proprio oggi pomeriggio ho avuto modo di provare a ragionare con un simpatico anziano (colui che fece le veci di mio padre) a proposito del "pasticciaccio brutto" delle obbligazioni subordinate.
Ironicamente gli ho domandato se avessero di tali obbligazioni.
Lui mi risponde che quelli si son fatti fregare e che volevano guadagnare troppo, bastava sottoscrivessero dei BOT, dato che quelli non possono fallire e che il nostro governo ne risponde sempre (loro sono più furbi e moralmente superiori, come già detto sopra).
Ok, allora gli ho chiesto se aveva una vaga idea di quanto valessero i suoi BOT verso la fine del 2011 e quanto avrebbe ricavato se ne avesse avuto necessariamente bisogno.
Non si ricordava bene, ma si ricordava che arrivò capitan Monti a tutela dei suoi risparmi.
Ho dovuto scombinargli buona parte di quei ricordi e il valore reale di quei BOT.
Quando ho cercato di spiegargli che il valore dei suoi risparmi era ad esclusivo arbitrio della UE-BCE-e soretè,-- al solo pensiero che le mie parole contenessero una parte di verità gli stava prendendo una mezza coccola, con mia moglie e mia madre che cercavano di dissimulare apostrofando me e rassicurando lui.
Poi si è ripreso pensando a tutto il bene e il rigore morale con il quale questo governo sta affrontando questi difficili tempi.
Gli ho ricordato che proprio un annetto fa, Padoan aveva rassicurato tutti circa la solidità e sicurezza del sistema bancari italiano
Gli ho ricordato della Grecia abbandonata dall'UE-BCE-e soretè, ma lui sicuro mi ha ricordato che i greci si erano comportati male e avevano truffato, su Padoan non pervenuto.
Poi ha voluto spiegarmi che loro hanno potuto comprarsi l'appartamento e avere qualcosa da parte perché non hanno mai fatto ferie.
Ho dovuto spiegargli quanto deficit avessero fatto tutti i "suoi" governi per circa dodici anni (senza contare quelli fatti tra anni '60 e '70, quelli però sono stati fatti nel modo giusto; con una BC sovrana) e da dove venissero i suoi risparmi, altrochè ferie, ma gli ha rimbalzato senza lasciare traccia.

Probabilmente è stato tutto inutile, chi lo sa, vedremo in futuro. Una piccola speranza la tengo, ma non credo sia possibile far muovere l'Italia nella giusta direzione senza che quella generazione accetti la mutata realtà e senza che si preoccupino in modo serio del futuro dei loro nipoti.

Vanno coinvolti; come non lo so, non sono mica laureato in scienza politiche io...ma se inizia a insinuarsi nella loro inelastica mente che l'UE gli farà perdere i risparmi siamo sulla strada buona.
A ognuno il suo e vedrò di donare qualcosa ad a/simmetrie nella speranza che ci provino.

Visto che sono inclusivo?

P.S.
Ah, mi son dimenticato la parte "mitica" del racconto.
Mentre discutevamo sugli inaffondabili BOT e io cercavo di insinuare in qualche compartimento della sua mente un piccolo tarlo che "lavorasse" ai fianchi delle sue certezze, ad un certo punto, per avvalorare definitivamente la superiorità della sua certezza nei confronti della mia inferiore dubbiosità mi dice: "....l'ho sentito alla tele da Santi Licheri (l'ex giudice di Forum che allora era su Rete4 mi pare), lo ha detto chiaro e tondo mentre dirimeva un caso di soldi male affidati; investite nei BOT. Il governo ne risponderà sempre!".

Fantastico, Santi Licheri, e chi lo batte, ormai è nella leggenda.

giovedì 3 dicembre 2015

Keynes for the real dummies

Anzituttoprimaditutto (come dice il piccolo Savoia) per spiegare Keynes ai dummies bisogna esserlo.
Bagnai non lo è abbastanza e forse i dummies non riescono a coglierne l'essenza del concetto tramite equazioni e complessi ragionamenti generali.
Il punto centrale del ragionamento, il fulcro verrebbe da dire, è quello delle buche. Si, quello che i libberisti  (col culo degli altri) tanto si divertono a dileggiare senza averci capito una beneamatissima minchia. Primo perché non hanno mai letto La Teoria Generale, secondo perché anche se l'hanno letta non ci hanno capito la beneamatissima di cui sopra.

Un sistema,sociale per reggere deve essere anzitutto sostenibile, deve cioè sostanzialmente soddisfare i bisogni primari che sono; bere, mangiare, avere vestiti adeguati al clima, avere un rifugio per ripararsi dai pericoli e dalle intemperie e riposare l'organismo, e mezzi di trasporto per poter distribuire questi beni necessari.
Una volta soddisfatti questi bisogni essenziali tutto il resto è superfluo dal punto di vista della sostenibilità.
Se noi valutiamo il sistema in quanto tale e tralasciamo le diverse pulsioni umane (che rientrano in altri ambiti di osservazione; culturale, genetico, psicologico etc etc) un sistema sociale regge tranquillamente soddisfando quei pochi e miseri  bisogni.
Allo stato attuale della tecnica, così a spanne, credo che per soddisfare tali bisogni possa bastare un terzo delle persone in età di occupazione.
Addirittura, se standardizzassimo tutto ciò che è prodotto artificialmente (ma ad oggi abbiamo raggiunto un tale livello scientifico che abbiamo standardizzato anche ciò che viene prodotto dalla natura), dall'abbigliamento, alle abitazioni e tutto ciò che contengono, i mezzi di produzione e trasporto credo che il numero delle persone occupate scenderebbe tranquillamente ad un quarto o anche meno.

Ora, rimaniamo strettamente in ambito economico nell'accezione di: "(...) organizzazione dell'utilizzo di risorse scarse (limitate o finite) quando attuata al fine di soddisfare al meglio i bisogni individuali o collettivi, (...) " e dimentichiamoci per un attimo le pulsioni umane e certa metafisica; al posto di lavorare quaranta ore la settimana, facendo a rotazione, ne lavoreremmo probabilmente dieci; da un punto di vista sostanziale ci gratteremmo per lunghe giornate e potremmo diventare tutti filosofi alla Catalano per passare il tempo: "E' meglio vivere tanto e bene, che poco e male!" (il paradiso dei comunisti).
Ma anche: "E' meglio guadagnare più denaro e abbondare, che guadagnarne poco e vivere nell'insufficienza!".
Ehi, ferma un attimo; i soldi non ci sono, non servono. Lavorando a rotazione e con l'attuale livello di tecnica abbiamo soddisfatto le esigenze primarie con scarso impegno di tempo e fatica.
Ma allora a cosa servono i soldi? Semplice, a soddisfare il superfluo. Servono cioè a soddisfare il nostro ego e le nostre pulsioni, passioni e piaceri.

Quindi potremmo avere un sistema decisamente pianificato, quello che produce cibo indumenti abitazioni etc etc, che soddisfa i bisogni sostanziali, che è molto efficiente e dove al posto del denaro basterebbe una card dove risulta che le dieci ore settimanali (cifra messi li ad occhio) standard sono state svolte e ottenere l'essenziale per sopravvivere.
Ma all'uomo sopravvivere non basta, la sua peculiarità, la sua "natura" e il suo senso di conoscenza lo spingono a fare, pensare, provare, capire (ma anche giocare, baciare, lettera e testamento).
Così ha "scoperto" il fuoco, la ruota, la bellezza e la qualità. Tutte cose difficili e/o pericolose, che richiedono dispendio di energie e di salute ma che innescano forti desideri.
Ecco, i soldi rappresentano i nostri desideri.
E infatti, paradossalmente, i beni essenziali sono quelli che valgono meno (anche una casa essenziale costerebbe relativamente poco) tanto è vero che il settore primario deve sempre essere sovvenzionato istituzionalmente per gli investimenti, altrimenti crollerebbe sotto il peso della stupidità (eh si, dato che stupidità significa restare stupiti, ecco che l'umano riversa le sue energie nelle cose che lo stupiscono, e spesso instupidiscono, e si "dimentica" di ciò che è fondamentale).
Così le istituzioni DEVONO intervenire per sopperire alla stupidità del libero mercato (ma questa è in parte una divagazione).

L'importante è aver capito che un sistema potrebbe soddisfare il necessario facendo lavorare poche persone, e non servirebbero neppure i soldi in quanto quelle poche esigenze sarebbero facilmente soddisfatte.
Se torniamo indietro nel tempo invece servivano molte più persone per produrre il necessario. E via via che risaliamo la storia, la maggioranza delle persone era occupata a produrre l'occorrente. Ma anche questa affermazione è in parte errata.
Infatti già all'epoca dei Faraoni una parte del popolo si "trastullava cazzeggiando" attorno a dei grandi cubi di pietra accumulandoli uno sull'altro e facendone delle piramidi giganti.
Pensa che spreco; non le fecero nè per il turismo e nè per produrre qualcosa.

Attenzione, ci siamo: al posto di scavare buche e ricolmarle, staccavano massi enormi dalle montagne, li trasportavano su barconi e li impilavano uno sull'altro con un dispiego di energia che risulta ancora oggi di difficile comprensione e per cosa? Ne avevano un ritorno in qualche bene essenziale per il sostentamento?.
No, erano tombe. Un dispiego enorme di energia per erigere degli immensi soprammobili.
E' un tempo troppo lontano? quasi incomprensibile?
Ok, allora andiamo nel sedicesimo secolo.
Una delle monarchie dell'epoca, la Spagna, "scopre le Indie" e assieme ad esse patate, pomodori e poco altro...ah si, un metallo molliccio ma che possiede proprietà quasi uniche: l'oro.
Un gran bel metallo, mantiene quasi inalterate le sue proprietà, non si ossida e una volta strofinato splende come il sole. Non serve quasi a un cazzo; non puoi farci armi, niente a cui serva un minimo di rigidità e durezza, e non è commestibile.
Ci puoi placcare i denti...qualche altra cosuccia da attaccare alle orecchie o al collo...e altre cazzate del genere (non esistevano ancora i microcircuiti).
Eppure per quel metallo quasi inutile (se vogliamo dirla tutta, oggi sappiamo che assieme ad altre "pietre preziose", l'oro e pochi altri metalli,  si sono formati milioni e milioni di anni fa per lo scatenarsi di energie difficilmente misurabili immaginabili e sicuramente irripetibili). Sarà quel che sarà, ma se togliamo la mistica e la metafisica, a livello economico (nell'accezione di cui sopra) l'oro è un dispiego di energie poco comprensibile. Infatti è stato calcolato che non ha ripagato tutti gli investimenti fatti.
Eppure il solo pensiero di poterne possederne anche solo una piccola quantità, smuove la gente a "fare"!
Cosa è cambiato a livello di sostenibilità del sistema Spagna? Una blasonatissima M....

Ripeto: se togliamo la mistica e la metafisica l'oro serve a ben poche cose e quasi tutte superflue.
Il fatto che la gente vada fuori di biella per averlo non è un punto strutturale a livello strettamente economico. La credenza che fosse il metallo divino per eccellenza risale a ...mila anni fa e andrebbe ascritto sotto alla voce "folklore pop".
Io sono rimasto allibbito (co' due bbi) quando qualche anno addietro, cercando di capirci qualcosa sotto la voce economia, ho scoperto che il sistema aureo era in "voga" poco tempo fa., e questo significa che ancora pochi decenni orsono si dava fondamentale importanza a quanto oro detenesse una nazione..
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Ma torniamo all'economia delle buche: Keynes, in buona sostanza, dice che nel momento in cui una crisi rallenti il processo economico innescando una dinamica deflattiva (cioè un abbassamento dei prezzi al consumo), e non importa se reale o nominale, tanto nel medio periodo la dinamica deflattiva risulterà comunque reale, l'unico agente che possa intervenire nel processo economico invertendone il ciclo (in questo caso deflattivo. ma lo stesso può valere anche in un ciclo inflattivo ma invertendone l'azione, cioè drenando liquidità) è lo Stato Sovrano attraverso la propria Banca Centrale (B.C.)
Il motivo è facilmente comprensibile; nessun privato, neppure una S.P.A o altra società a responsabilità limitata, è disposto a investire capitali in un ciclo economico che distrugge ricchezza.
Solo lo Stato attraverso la propria B.C. può immettere liquidità nel sistema facendo in modo che questa venga spesa (infatti tutti i tentativi della BCE di immettere liquidità nel sistema sono falliti miseramente -- per noi -- perché in base ai trattati la BCE non può intervenire con spesa diretta e neppure all'acquisto di titoli -- ma a questo proposito la questione è un pò più incasinata).

A mò di provocazione Keynes usa gli investimenti che, alla sua epoca, il governo inglese impegnava nelle imprese che scavavano buche in giro per il mondo alla ricerca di oro come pietra di paragone per dimostrare che sarebbe la stessa cosa, a livello di sostenibilità, se fossero stati impegnati nello scavare buche per poi ricolmarle.
Addirittura lo stato potrebbe lanciarli per davvero dall'elicottero e il risultato a livello economico nel breve periodo sarebbe sempre lo stesso (non a livello sociale dato che la gente si scannerebbe per strada).
E c'è un motivo specifico; in una economia equilibrata, cioè nè lasciata libera a se stessa nè controllata ossessivamente, per ogni euro immesso nel sistema economico, alla fine dei conti, cioè misurando il PIL alla fine dell'anno, questo euro risulterà essere diventato un euro virgola qualcosa. Dipende, questo virgola qualcosa, dalle condizioni di quel sistema economico.
Ma ciò che conta è che avrà invertito il ciclo economico depressivo. Questo è quello che "molto semplicemente" dovrebbe fare il ministro dell'economia (quando può farlo, cioè con una BC a disposizione della nazione).
Questo per dire cosa?
Per dire che se ci riflettiamo solo un attimo potremmo renderci conto che la disoccupazione potrebbe essere realmente combattuta e vinta, e rimarrebbero disoccupati solamente coloro che proprio non hanno nessuna intenzione di lavorare.
Ma, cosa ancor più importante, tutti potrebbero avere un reddito col quale poter condurre una vita dignitosa per se stessi e per la loro famiglia.

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Se c'è tutta questa disoccupazione non è certo per i motivi che ci hanno raccontato per tutti questi decenni, e ora l'ho capito molto bene.
Ma è solo per scelte politiche, le quali hanno un unico scopo: impoverire tanti per arricchire pochi.

SONO SCELTE POLITICHE! NON C'E' NESSUN IMPEDIMENTO DI QUALSIVOGLIA MOTIVO TECNICO, PUNTO! (e se non credete a me potete sempre approfondire da qualcuno che ne sa  QUI)

A voi sembra poco? Cazzarola, più chiaro di così acceca.
Una Nazione che ha Sovranità può  tranquillamente raggiungere la piena occupazione se solo lo volesse (e potrebbe farlo in un modo più intelligente che non scavando oro  -- per esempio noi abbiamo un territorio devastato).

Ecco un Dummies cosa ha capito qualcosa di Keynes.



venerdì 27 novembre 2015

Un'altro tassello

Notizia di qualche giorno fa; secondo una classifica ocse l'italia sarebbe ultima per laureati.
E' colpa dell'euro? No, non c'entra una beata fava.
E' colpa della lotta di classe? Certo, anche; se non aiuto i giovani con spesa appropriata e mirata in tanti non ce la fanno. E non bastano le borse di studio, quelle coprono una parte della spesa, ma per alcuni risulta quasi impossibile frequentare visto lo strampalato e carente servizio pubblico di trasporti soprattutto nelle realtà più piccole.
Quando C. Pozzi dice che stiamo accentrando tutto in tre o quattro grandi città dice una semplice verità: "'ntu culu ai paesiell'" è un paradigma in voga.
A vedere la classifica pare non ci sia un denominatore comune a parte la spesa.
E a proposito della spesa sociale rimando al post: Eperlintanto; dove risulta chiaro l'indirizzo della spesa; a chi vanno i piccioli per dirla semplice anche se per alcune voci andrebbe fatto un lavoro di scomposizione.

Un'altro tassello che ci dice che, oltre alla lotta di classe, questo paese SE NE FOTTE DEI GIOVANI.
Tra l'altro mi è capitato di intervenire a Radio1 in una trasmissione di approfondimento che trattava di immigrazione quando questa era il must del momento. Avevo mandato un messaggio generico che rimandava a una prospettiva prettamente legata al lavoro. Mi hanno chiamato e mi hanno fatto intervenire; non so se si fossero resi conto di quanto stavo per dire, ma quando ho esordito dicendo che l'immigrazione è utile soprattutto al capitale per poter deflazionare i salari, la conduttrice ha cercato di intervenire ma io ho tirato dritto aggiungendo anche le deficitarie politiche degli ultimi trent'anni agli aiuti alla famiglia collegandole al prossimo fallimento del nostro sistema pensionistico.
In un attimo di pausa, la conduttrice, è intervenuta al volo e ha dato la parola ad un sottoportapette del governo togliendomi l'audio.
Avrei voluto aggiungere che gli immigrati aiutando la deflazione aiutano i rentier etc etc ma non ce l'ho fatta.
Il sottoportapette ha poi biascicato che è vero: "Ci aiutano a sostenere il nostro sistema pensionistico, dicendolo come se parlasse di tanti Gesù che ci vengono in aiuto, e poi la solita frase merdosa ( che per punizione meriterebbe l'ascolto di tutti gli album di Gigi D'alessio fino a crisi epilettica sopravvenuta) che loro, i gesù trasmigranti, fanno i lavori che i nostri giovani scartano (MA TI VENISSE UN CAGHERELLO A OGNI IMMIGRATO SBARCATO--questo dopo la crisi epilettica).
Questi sanno cosa stanno facendo, certo che sono degli incapaci servitori, e oltretutto pavidi, ma sanno.

giovedì 19 novembre 2015

Cosa mai avrà voluto dire Canfora?

Ci ho messo qualche giorno per capire e in parte l'ho fatto...in parte, ci sono cose non possono essere spiegate perché non c'è niente da capire.

Qualche giorno fa ho scritto un commento su Orizzonte48 relativo ad alcune affermazioni di Bazaar riportate nel post di Quarantotto. Cioè, Q.to. ha usato delle affermazioni di Bazaar per comporre il post.
Bazaar ha spiegato alcune situazioni che riguardavano il (neo)federalismo nascente in Europa; Catalani, Lega etc etc, dicendo cose più che giuste, poi, come già gli feci notare al riguardo del sionismo, alla fine mette sempre il prezzemolo.
Stavolta era su Marx; lo mette dappertutto, Marx di quà, Marx di là, di su, di giù, lotta di classe, lotta di classe, lotta di?...classe!
Ho scritto un commento per far notare che il problema della lotta di classe è un problema atavico e che Marx ha cercato di rendergli giustizia in modo filosofico, ma sostanzialmente non ci è riuscito.

Non si possono sanare differenze di grado con la filosofia. Le differenze di grado sono un problema antropologico...ma ci torneremo, non è questo il punto.
Il punto è che; apriti cielo, sono partiti con una serie di tautologie una meglio dell'altra.

Tanto per chiarirci, dato che probabilmente pensano di essere gli unici ad aver capito come funziona il mondo; l'ho capito anche io, nonostante sia imbecille (Bazaar dixit), che il problema principale è la lotta di classe, e tutto quello che sta accadendo politicamente a livello mondiale parte da questo. Chi ha il potere, cioè il denaro, sta mettendo in atto tutta una serie di azioni, giuridiche, economiche e politiche, che stanno cristallizzando la mobilità sociale e impoverendo la parte medio bassa della piramide.
Ci siamo Baz? Lo so, stai tranqui; e lo so, probabilmente da prima di te. Solo che visto il menefreghismo generale imperante nei famosissimi anni '80, mi ci ero abituato, ok? Nessuno in vista, o meno, si è mai esposto allora. Andava tutto bene.
Probabilmente te in quegli anni eri troppo occupato a scalarla la piramide, e così anche negli anni '90 e ancora in quelli '00, e sai perché...te lo dico?
Massì te lo dico (anche se lo sai benissimo): Perchè fino ad allora niente ti tanse (o tangette se preferisci). E' stato un continuo accumulare ricchezze e chi cazzo se ne frega se anche negli anni '80 c'era la disoccupazione al 12%, mica ti riguardava no?!
Poi il bugs ha iniziato a intaccare anche il tuo livello e ti sei accorto che la lotta di classe ti riguardava.
Pensa, dall'alto della tua sapienza, dall'alto della tua Ethos mai avresti pensato di dover cercare di convincere questi quattro imbecilli che il "padrone" sta cercando di ramazzare tutto quello che trova e non si fa scrupoli.
Te, che hai capito Marx ( che lo sforzo abbia intaccato la capacità critica?), che hai capito Keynes e mille altre cose, ti ritrovi sostanzialmente nello stesso problema che la parte più bassa della scala sociale, di cui faccio parte, ha da diverso tempo.

Ok, ce ne avete messo di tempo, ma ci siete arrivati anche voi, bravi!
Vi ringrazio davvero perché pensavo che il mio intuito avesse sbagliato, invece a sbagliare era solo la mia capacità di saper valutare i sistemi sociali. Pensavo che non sarebbe durata a lungo, e infatti nel '92 tutto cambiò, pensavo in meglio, non fu così. Ma ho sbagliato anche perché "voi", che tanto sapete, vi stavate facendo i cazzi vostri ( e che vi piaccia o meno le cose stanno così, così come ben prima di leggere Keynes avevo valutato Marx sopravvalutato, senza offesa per l'Illinois)
Certo, se non avessi fatto famiglia probabilmente sarei a farmi i cazzi miei in abbondanza.
Ma così non è, e visto che le menti di questa nazione hanno fallito, e lo han fatto per circa trent'anni, ora dovrebbero essere un pochetto più comprensivi con chi sta cercando di fare la sua piccola parte per riannodare i fili del tessuto sociale e cerca di farlo usando un linguaggio che sia comprensibile ai più.

Marx non lo è (comprensibile), e non lo è anche ai meno. Infatti non ho ancora trovato qualcuno che spieghi Marx in modo organico, funzionale e che non inizi a immaginarsi un'altro uomo.

Quando l'ho domandato a Baz sapete cosa mi ha risposto; si è appellato alla prima legge della termodidattica. Complimenti, che mente acuta, che logica inappellabile.
Te lo dico io perché non puoi spiegarlo; perché dice cose ovvie e risulteresti banale ( e tu non voi risultare banale, ma neanch'io e qui ti capisco).
Marx è come il cuscus: tanto sbattimento per un piatto che, certo è buono, ma non vale la candela.
Mi faccio una pasta fresca, meno tempo, è più buona e ho anche risparmiato la candela. Per uno che dice di capirne di economia non dovrebbe essere difficile.
Queste, sono cose che se potessero essere capite non andrebbero spiegate!

La lotta di classe è connaturata ai gruppi sociali che, dato un insieme di fattori diversi, sono riusciti a produrre e immagazzinare più cibo del necessario tramite la domesticazione di piante e animali.
Da quel momento sono nate le classi sociali, ma non c'è da sbiellare per questo, ripeto; è connaturato al progresso.
E voi non vi definite forse progressisti?
La differenza è sul come si intende gestirla, NON eliminarla. C'è un solo modo per eliminarla; tornare cacciatori/raccoglitori. Non è impossibile, ci sono ancora oggi gruppi sociali che non hanno differenze di classe. Ma a quel punto che ce ne facciamo di Marx? Di solito i primi edifici comuni sono quelli di culto, non le biblioteche.

Quarantotto in parte ha ragione, nel suo blog fa cosa vuole e cerca di sviluppare un discorso politico/giuridico di non facile comprensione, ok.
Ma Bazaar lo ha messo lui nel post e la frase su Marx l'ha pubblicata facente parte di un pensiero simile; infatti mi ha attaccato usando parecchi luoghi comuni che non c'entravano nulla. Dicendo poi che aveva una sensazione al mio riguardo da un non bene precisato "storico".
Ultimamente mi capita sovente che le persone con cui dialogo inducano nel mio pensiero concetti che sono i loro (o preconcetti).
A me pare che siano loro ad essersi fatto un modello mentale che posiziona automaticamente "fuori" tutto quello che non fa parte della tela, in primis chi cerca di portare all'attenzione argomenti considerati superlui (e dal loro punto di vista lo sono. Ma il loro punto di vista è anche quello che ha taciuto per vent'anni tutte le mosse strategiche del capitale...).

Poi mi ha detto che avrei sparato sulla costituzione perché ho detto; "Costituzione dei diritti".
Ma non è partito tutto da lì? : La Carta dei Diritti dell'Uomo (che poi sarebbe la carta dei diritti dell'umanità, ma dato che esistono profonde diversità di grado tra gli umani, è dei diritti delle comunità,).

Vabbè, non importa, piuttosto ho l'impressione che il discorso di Canfora al Goofy4 lo han capito in pochi (e degli intellettuali in pochissimi). Ci va una bella testolina per capire quelle cose, ma soprattutto non bisogna avere conflitto di interessi. E il fatto che, dal '81 al '85, a fronte di cinque anni di deficit continuo sopra il 10% di spesa pubblica, mentre di pari passo la disoccupazione addirittura aumentava e viaggiava sopra il 12% non abbia dato da pensare lo dimostra.
Però che nessuno in quegli anni (che io sappia solo Graziani) si sia speso per cambiare questa enorme ingiustizia sociale a danno della parte più bassa della società dovrebbe far capire perché a qualcuno certi argomenti "rimbalzino" ( naturalmente accusandoti di livore o invidia sociale. Sono loro che decidono quando come e cosa è giusto mettere in discussione ( a parte se stessi).)

Quindi, datevi una calmata, più umiltà, più pazienza e cercate di adattare le vostre idee alla nuova realtà.
Finalmente abbiamo gli stessi interessi, forse.





giovedì 12 novembre 2015

Povero Silvio e poveri noi

Nessuno ha notato l'ultimo tonfo di Mediaset mentre la borsa sale?

La verità è che siamo messi male. Salvini che si dà la zappa sui piedi connotando la giornata che dovrebbe unire le forze del futuro centro destra versus Renzi.
Lo stesso sbaglio che fece la asinistra, al tempo, indirizzando le proprie politiche contro qualcuno (il povero Silvio) e non cercando di proporre un modello di sviluppo accattivante e credibile( questo ragionamento è fatto nell'ottica ruffiana dei politichesi; vendere fumo d'arrosto come fosse arrosto. Che è quello che succede da tempo immemore).

Come sarebbe possibile costruire una forza credibile che avesse la capacità di veicolare un modello di società sapendo anche spiegare al corpo elettorale come sia possibile mantenere intatto il nucleo della nostra cultura, e cioè la nostra identità, senza "tornare in serie B", riformando un sistema che per decenni ha percorso; si, la giusta direzione, ma restando sempre al traino senza mai reagire ogni qual volta le scelte altrui erano dannose per la nostra nazione, sapendo che bisogna avere una certa forza economica e sapendo che oggi una forza economica, per restare tale, deve sottostare alle regole di chi ha interesse a mantenere le dinamiche attuali?

Insomma, basta guardare Berlusconi per capire che c'è un polo mediatico che potrebbe essere decisivo, ma che andrà al traino perché sotto ricatto "dei mercati" (diciamo così).
E assieme a lui tutto il nuovo centro destra.
Ecco, per chi si fosse illuso che votando lega e relativo programma no euro, avremmo intrapreso un nuovo percorso è bene che rifletta (non troppo, sennò non entra un briciolo di luce).
Un avviso non definitivo è stato lanciato. Non definitivo perché basta ricomprare le azioni Mediaset e il titolo torna nella Grande Famiglia Mercato (quella dove la classe più bassa e in minoranza, grazie ai beni capitali, riesce a sostenere tutta l'economia del superfluo che fà ciclo economico a sè).
Mi chiedo come reagirà Borghi quando capirà di remare da solo.

Son quasi sicuro che a qualcuno sarà venuta la fantastica sognata di immaginarsi il movimento dal basso (di solito con quel "movimento" ci si siede o ci si accuccia e si libera il movimento).
Andate a leggervi uno degli ultimi post di Bagnai dove cerca di spiegare come ci si dovrebbe comportare quando presi da un impulso di ammirazione si va dall'immaginifico eroe per stringergli la mano.
Quando ho letto l'addendum mi sono pisciato dalle risate.

Quando parla di disciplina ha perfettamente ragione; se combatti contro qualcuno che è superorganizzato, il minimo che dovresti avere è una disciplina.
Quando gli ebrei partivano per tornare in Palestina sapevano che avrebbero trovato una vita dura, ma erano spinti dalla certezza che se non lo avessero fatto sarebbero finiti come una bacinella di acqua salata in una piscina.
Agli italiani pare non importi, in barba a tutte le considerazioni su di essi che li hanno sempre dipinti come difficilmente omologabili.
La sinistra ha sempre perso per mancanza di disciplina e di scelta dell'immaginario di riferimento.
Avrebbe dovuto scegliere Gesù e ha scelto Marx, avrebbe dovuto scegliere una posizione e ha scelto l'opposizione.
L'opposizione all'omologazione è una omologazione all'opposizione.
Se non sei omologabile cammini per la tua strada, saranno loro a opporsi a te.

A me pare che anche Papa Francesco abbia ricevuto qualche avvertenza (tipo quelle dei libretti di istruzioni), vedremo in futuro se parlerà ancora di fabbriche della morte riferendosi alle fabbriche di armi.

La verità e figlia del tempo (cit).

martedì 10 novembre 2015

La mancanza dell'individuazione della causa e del senso è un problema generale, non solo sull'euro

Prendo spunto da un fatto che è accaduto in Malesia qualche tempo fa e che ha avuto una cassa di risonanza assoluta a livello mediatico aprendo tutta una serie di valutazioni generali e provenienti da ogni ambito sociale: l'incidente tra Valentino Rossi e Marc Marquez.

Tanto per intenderci a me Rossi mi sta anche un pò sulle balle; primo perché amo le Ducati, dalla prima che ho avuto è nato un "sentimento" (godimento) e un feeling unico  (anche provando le Jap nulla è mutato).
Secondo perché notai Stoner al suo debutto nel motomondiale in 250 quando aveva sedici anni andando velocissimo ed esibendosi in cadute che avevano delle dinamiche molto particolari.
Quest'ultima considerazione lascia immaginare una configurazione della ciclistica non convenzionale, la quale dà la possibilità, per chi sapesse sfruttarla, di avere un passo superiore (cosa che ha dimostrato ampiamente fino a quando ha avuto gli stimoli per volerlo fare).
Ecco Rossi ha iniziato a starmi sulle balle nel momento in cui ha iniziato a insinuare che la Ducati taroccasse il motore, e quindi Stoner vincesse per grazia ricevuta. Si era semplicemente trovata avanti nel cambio di cilindrata sviluppando un motore che è sempre stato un portento e Stoner continuò a vincere anche con una moto che non era più la migliore bastonando tutti (nell'era 800 cc è quello che ha vinto più gare di tutti) .
Poi è successo il fatto di Laguna Seca, che sinceramente è difficile da comprendere. Merita due righe.
Considerando il fatto in quanto tale non ci sono dubbi; Rossi andava penalizzato con un ride through o una penalità in secondi.
E' inutile cercare di argomentare fantasiosamente: prima gli taglia la traiettoria arrivando lungo -- se Stoner rispetta la giusta traiettoria Rossi lo centra --: poi taglia la chicane andando sulla terra, e per completare l'opera, rientra in pista ritagliando la giusta traiettoria di Stoner e danneggiandolo nuovamente.
Tre irregolarità in cinquanta metri. A quel punto, Stoner, è normale che si innervosisca vedendo che nessuno prendeva provvedimenti; sbaglia e capisce che avrebbe dovuto combattere anche contro il regolamento che non veniva rispettato. Se in un duello ad "armi pari" quello che osa di più non viene riportato nella carreggiata quando esagera, non si combatte ad armi pari.
Tutto sommato è comprensibile, stavano lottando per il mondiale e ci può scappare uno sbaglio.
Quello che non è comprensibile è che nessuno ha voluto intervenire.
Pare abbastanza chiaro che NON sono tifoso di Rossi.

Ora, per comprendere cosa ha fatto tecnicamente Marquez bisogna capirci un minimo di moto che girano in pista e traiettorie connesse. Ma non basta, bisogna anche capirci di sport e di cosa significhi giocarsi un mondiale.

Nel primo caso la faccenda sta in questi termini: Quando affronti una curva semplice, che abbia cioè un raggio di curva medio e costante bisogna sacrificare un pelo di velocità in inserimento per poter stringere la traiettoria fino ad un punto di corda che sia il più anticipato possibile rispetto all'uscita (senza sacrificare troppa velocità di percorrenza); cioè il punto di massima piega e minor velocità dal quale si inverte tutta la dinamica della moto.
Si passa da gas chiuso e moto che decelera ma sta ancora puntando verso l'esterno a moto che gira con raggio stretto iniziando a dirigersi verso il successivo rettilineo dando la possibilità di aprire il gas cercando di scaricare tutta la potenza disponibile per percorrere il rettilineo nel minor tempo possibile.
Torniamo alla fase di impostazione curva, quello è il momento propizio per effettuare il sorpasso; si sacrifica la traiettoria in entrata, restando più interni, e si entra leggermente più veloce attaccandosi ai freni e impedendo all'avversario di inserire la moto nella "giusta" traiettoria". In termini di tempo si perderà qualche decimo nel prossimo rettilineo, ma si è raggiunto lo scopo; metterci davanti.
Potrebbe darsi che l'avversario faccia uguale alla curva dopo e via di questo passo. Ma questo accade solo se siamo nei giri finali e chi insegue è abbastanza distante, dato che il protrarsi del duello in questi termini fa perdere un sacco di tempo. Solo piloti stupidi fanno questa cosa nei primi giri dato che il tempo perso non lo recuperi più; non vedrete mai un campione farlo nei termini su esposti, ti giochi la possibilità di vincere la gara.
E questo lo sanno tutti (che ne capiscono di corse).

Quello che Marquez ha fatto in Australia è stato possibile dato che aveva un passo gara sensibilmente migliore degli altri, e infatti dopo aver perso parecchio da Lorenzo rallentando Rossi e Iannone, lo ha ripreso e superato abbastanza facilmente.
Intendiamoci, Marquez quando è in giornata e la moto lo asseconda fa "cosa vuole".
Ecco il motivo perché il ragazzino ha fatto una cosa gravissima; ha deciso deliberatamente di sfavorire un pilota che, alle battute finali del campionato, si giocava il mondiale.
Credo anche sia un caso unico nella storia della massima espressione dello sport motoristico mondiale.
Quando Rossi ha iniziato ad esprimere quello che per lui è stato chiaro da subito, nessuno ci voleva credere, e pure io non ci volevo credere e mi domandavo se Rossi non avesse un inizio di rincoglionimento: proprio perché era e resta un fatto di una gravità estrema.
Eppure Marquez ha, incredibilmente, continuato a farlo dato che aveva capito che Rossi al 90% era in grado di gestire il vantaggio in campionato, e dopo Sepang la cosa diventa lampante.
Nell'incredulità generale tutti quelli che hanno la capacità di capire lo hanno fatto ( a parte quelli che avevano un interesse a non farlo).

Nessuno ancora pare essersi reso conto della enormità del "gesto" e della piccolezza umana del ragazzino spagnolo.
In futuro Marquez avrà ancora modo di dimostrare la sua "pochezza", dato che pare non essersene ancora reso conto.

p.s. Massimo Rispetto a Pedrosa, piccolo grande Uomo. Massimo Rispetto a chi si gioca un Mondiale.

p.p.s. Massimo rispetto a chi cerca di spiegare cosa ci sia all'ombra dell'euro.








mercoledì 4 novembre 2015

Come ne usciremo?

Mentre leggevo i commenti dell'ultimo post di Goofy mi imbatto in questo di Roberto Buffagni che, come suo solito, dà una reale lettura politica dei fatti che ci riguardano, anche indirettamente.

""".Per essere più chiaro, non si sa mai. Tiro fuori il video russo del Ministro della Difesa che ordina il minuto di silenzio per le vittime del disastro aereo di Sharm el Sheik perchè è un segnale, ufficioso ma fortissimo, che secondo il governo russo si è trattato di un attentato, la cui responsabilità ultima è in capo agli USA, attentato attuato per rappresaglia contro l'intervento militare russo in Siria e allo scopo di destabilizzare Putin e di rovesciarne il regime, nella speranza/persuasione che i russi si intimidiscano. Conta poco che sia questa la lettura veritiera dei fatti, fatto sta che per il governo russo lo è, anche se non lo può dire apertamente (perchè se lo dice deve dichiarare guerra agli USA). Ora, io non penso proprio che i russi si intimidiranno, perchè se non si sono intimiditi dopo Beslan, difficile si intimidiscano adesso (si sono invece intimiditi i ceceni che Beslan lo fecero, perchè i russi, conforme il pacato pronostico di Putin - "gli daremo la caccia e li strozzeremo nei cessi" - gli hanno raso al suolo la Cecenia). 
Segnalo il fatto perchè ha rilevanza in assoluto, e perchè ha rilevanza anche nella questione euro/dopoeuro. 
Il problema dell'uscita dall'euro, infatti, non è il problema se uscire da sinistra, da destra, da sopra o da sotto: il problema di uscire dall'euro è che chi voglia uscire entra automaticamente, lo voglia o no, nel mondo in cui le comunicazioni reciproche tra gli attori si svolgono anche su questo piano e in queste forme: aerei che esplodono, bambini che muoiono bruciati vivi, strangolamenti nei cessi, etc.
Il problema è questo qua, e sarebbe tempo di cominciare a pensarci tutti insieme, invece di perdere tempo con i quiz del codice stradale su chi dà la precedenza a chi. Circoleranno mezzi pesanti, cerchiamo piuttosto di capire come non farsi spiattellare. """"


La sua capacità di sintesi è fenomenale e tra le righe vi si può leggere l'altro senso che vorrei portare all'attenzione di quei pochi che capitano da 'ste parti; l'uscita dall'area euro non è solo una questione economica, anzi la parte  strettamente economica è minoritaria, e la questione sta all'incirca in questi termini: Per uscirne riuscendo a gestire le proprie politiche economiche bisogna anzitutto far tornare la B.C sotto le direttive del governo.
Significa gestire la propria moneta, certo, ma significa anche che ci possiamo scordare i capitali esteri, e i capitali esteri sono stati quelli che ci hanno permesso; anzitutto di ricostruire l'Italia (piano Marshall), poi di fare deficit con la nostra moneta e cioè di ripagare l'estero con moneta svalutata (ma è durata poco, a fine anni '70 nessuno più prestava capitali all'Italia), poi gli anni '80 sono andati come scrive Graziani e di cui ho ampiamente commentato, poi ancora coi capitali teutonici con l'entrata nell'euro.
Così stan le cose, volenti volanti o manubri.

Certo potremmo far valere la nostra rinnovata importanza strategica e costringere i supercapitalistidominatoridelmondo a finanziarci "alle nostre condizioni", cioè riportando la divisione tra banche di risparmio e banche commerciali, cioè avendo una minima sicurezza che i risparmi vadano sicuramente in investimenti diretti e duraturi che sostengano l'economia e il mercato interno anzitutto, e non l'azzardo e le bolle.
Certo è che un cambiamento sarebbe obbligato, ma non nel verso del credito facile e del mantenimento dello status quo (cioè riforme tanto per fare riforme ma che peggiorano la condizione globale della nostra nazione).
Ma quanti sarebbero disposti a dimenticarsi, seppur temporaneamente, le BMW etc, i superschermipiattissimissimi etc, i fantastici iPhone, tablet etc e tutta quella tecnologia che non abbiamo potuto/voluto sviluppare? (post vorrei toccare un argomento controverso ma che secondo me sta così: la FIAT e la CHIESA sono stati alla lunga un danno per questo paese).
E quanto cazzuta dovrebbe essere la nuova generazione per fare in modo che statisti veri o similveri, come Mattei e Moro, e imprenditori veri come Olivetti non vengano "incidentati" o "buttati nel dimenticatoio" ?
Quando dico " Io speriamo che me la cavo", non è per fregarmene del prossimo, è perché conosco il livello di consapevolezza medio dell'italiano e del fatto che "sale sui vagoni che lo aspettano" con allegra ignoranza o con rassegnata accettazione.

p.s. se la C.I.A legge queste robe sappia che non sono in grado neanche di ottenere un commento, figuriamoci consenso :-)

Graziani 2


In grassetto le parole di Graziani.

""" (...).Quando gli imprenditori si lamentano di questi oneri finanziari eccessivi, la Banca d’Italia risponde inflessibile che questo è necessario per evitare fughe di capitali, ed ha ragione, perché sostiene la manovra di importazione di capitali. Ma il risultato è, evidentemente, che gli oneri finanziari sono diventati un grosso peso per le imprese.
Ma le nostre autorità monetarie hanno pensato anche a questo. Noi tutti ricordiamo che, anni addietro, quando vi era un’inflazione ancora più elevata e vi erano tassi d’interesse assai elevati, gli oneri finanziari avevano quasi annullato i profitti industriali. Alcuni si lamentavano molto di questa situazione, altri facevano osservare che, in fondo, il profitto era sempre lì, solo che gli imprenditori lo avevano fatto scomparire dalla tasca industriale e lo avevano fatto ricomparire nella tasca finanziaria; profitti magri per il settore industriale, profitti grassi per il settore finanziario, nessun motivo di preoccupazione. In sostanza: avere pieno il cassetto di destra o quello di sinistra non sposta molto la situazione del grande capitale. (...) """

Quindi con l'inflazione l'industria faceva profitto e i disavanzi della bil. comm. erano compensati dal deficit della B.C, cosa che faceva svalutare la lira. Ma con l'entrata nello SME non è più possibile compensare gli squilibri facendo deficit con la propria banca, primo perché non puoi svalutare e secondo perché...non hai più una "tua"banca

""" (...).Se il settore pubblico viene gestito in pareggio, e cioè la spesa pubblica è coperta con le imposte, il settore pubblico non aggiunge e non toglie una lira di liquidità, si limita a prendere da una parte e a spendere dall’altra; le imprese ottengono liquidità aggiuntiva soltanto dal settore bancario con il conseguente indebitamento. Quando invece c’è un disavanzo nel settore pubblico, finalmente è lo Stato che s’indebita verso la Banca Centrale, con un allargamento della base monetaria, o si indebita verso i risparmiatori, aumentando la velocità di circolazione della moneta.
Ma in entrambi i casi le imprese ottengono flussi di liquidità che per loro non sono un debito, liquidità sulla quale non devono pagare interessi. È stato proprio il disavanzo del settore pubblico che ha riequilibrato i conti del settore industriale verso il settore finanziario.
Si parla molto del disavanzo nel settore pubblico e si osserva che questa offerta continua di titoli sui mercati finanziari, questo rastrellare di continuo liquidità dai risparmiatori per convogliarla verso i titoli pubblici e le casse dello Stato avrebbe spiazzato le imprese italiane dal mercato finanziario. Si osserva inoltre che con un’offerta di titoli pubblici a tassi d’interesse così vantaggiosi, le imprese industriali si sarebbero trovate nell’impossibilità di competere con la conseguenza che se non riuscissero più a finanziarsi sul mercato, sarebbero state spiazzate. Sarà anche vero, ma è irrilevante, perché con l’immissione di liquidità derivante dal disavanzo dello Stato le imprese realizzano profitti tali per cui non hanno più alcun bisogno di ricorrere al mercato finanziario. """

In buona sostanza noi tutti, tutti gli italiani, si sono accollati l'onere degli interessi sui capitali che l'industria avrebbe dovuto sborsare per investimenti/innovazioni. E anche questo è vero, così come è vero che ad approfittarne sono stati tutti, se lo stato spende a deficit i cittadini si arricchiscono e lo vediamo bene in questo grafico.
E' bene capire che la spesa a deficit è ricchezza per i cittadini (e anche per le industrie, va da se)!




Qualcuno mi ha fatto un ragionamento tipo: "Ma il rapporto Deb/Pil dipende da quanto è il tuo pil etc etc". E ho capito, ma se a un dato momento faccio 10% di deficit rispetto a Pil quello è! Il debito pubblico aumenta! Poi magari aumenta anche il Pil ma è ancora tutto da vedere.
Infatti per 4 anni il Pil resta sostanzialmente lì (quattro anni di deficit al 10/11%), solo nell'86 il Pil triplica. Ma....nell'86 ci sono altri dieci punti PERCENTUALI di deficit e così l'anno dopo e così l'anno dopo ancora e così via fino al '92. E certo che una parte di quel deficit andava a coprire le spese per interessi, ma una parte di quella parte tornava nelle tasche degli italiani, di quelli che investivano tutto in Bot. Ma vediamo un'altro aspetto della questione.


""" (...).Tuttavia, dobbiamo chiederci a che cosa conduce l’insieme di questa manovra; perché se è vero che conduce ad una profonda ristrutturazione nell’industria e ad un grado di disoccupazione, tutto sommato, tollerabile, però conduce a una trasformazione profonda nella struttura del mercato del lavoro: sempre meno occupati in attività produttive e sempre più occupati in altre due direzioni. O nel lavoro nero, disperso e frammentato — i cosiddetti lavoratori indipendenti — oppure nel lavoro improduttivo, nel settore terziario, dei servizi, banche, assicurazioni, studi commerciali, consulenti fiscali, aziendali e così via.
Allora è evidente che dal punto di vista della struttura occupazionale l’economia italiana sta facendo dei passi indietro, perché si carica sempre di più, da un lato, di lavoratori non protetti, e quindi di un settore che socialmente è inaccettabile, e dall’altro di lavoratori improduttivi, che sul piano normativo e del trattamento sono privilegiati, ma nel quadro dell’economia nazionale sono comunque un peso improduttivo. (...)."""

Questa credo sia la parte più interessante dell'analisi. E' talmente chiaro che solo un imbecille o uno "distratto" non possa vedere come mai di li a qualche anno l'Italia inizierà la sua fase calante.
NON C'E' STATA NESSUNA POLITICA INDUSTRIALE SERIA A FRONTE DI UN INDEBITAMENTO MASSICCIO FATTO SENZA POTER GESTIRE LA PROPRIA MONETA E TESO UNICAMENTE A FAVORIRE LE GENERAZIONI CHE VI HAN POTUTO PARTECIPARE!
Sulle spalle oltretutto di una parte della società (di cui vi facevo parte) che non essendo minimamente tutelata ha permesso a tutto il resto del sistema di mantenere prezzi (relativamente) competitivi -- infatti la bilancia commerciale era nonostante tutto in rosso -- e non colare a picco in pochissimo tempo.
Ci son voluti circa dodici anni: Poi fuori dallo SME -- rivalutazione della Lira -- pronti per essere "impacchettati" con moneta ben valutata e sbattuti in prima linea nella competizione mercantilistica della zona euro che sancirà la potenza egemone di un Europa pronta a tornare, a livello di mobilità sociale, nel medioevo.
A tanti non è ancora chiaro un punto: Senza spesa a deficit dello stato le posizioni acquisite nel sistema sociale si cristallizzano ( a tanti pare che quest'ultimo punto non interessi più di tanto, e pare sia quella parte che sfruttando gli anni '80 ha permesso ai propri figli di studiare e laurearsi per costituire una società dove i servizi la fanno da padrona. Oggi abbiamo schiere di ingegggnieri, architetti, dottori, professori etc etc che tutelano, o credono di poterlo fare, votando pd assieme ai loro genitori che hanno ricchezza nominale e pensioni da difendere).
Pare che si inizi a parlare di questo anche in Goofinomics.
Non intendo fomentare divisioni sociali, non ne sono in grado nè lo voglio, ma serve parlarne e serve raccontare la verità (questa frase mi pare di averla gia sentita...;-).



giovedì 22 ottobre 2015

Ma con uno stock potremo farcela?



La maggior parte della gente è convinta che la ricchezza siano i soldi, l'oro, la casa, i diamanti etc etc. E in effetti sembrerebbe così. Anche la denominazione ricchezza è uso comune riferirla a quelle cose lì. Ma, portando all'estremo il ragionamento,  pensate che a quelli che scappano dalla Siria importerebbe di più avere quelle cose di cui sopra? (saranno anche utili per poter scappare), oppure  preferirebbero che nella loro terra vi fosse un sistema sociale che funzionasse. Perché proprio lì sta il punto, l'oro, i soldi, i diamanti etc, sono cose, e senza un sistema non valgono un gran che.
E la moneta anche, pensate che possa avere un qualche valore la loro moneta? Avran dovuto comprare dollari ma non di certo con la loro moneta che probabilmente non vale più manco come spessore da mettere sotto il tavolo ballerino quando vai in pizzeria, perché la pizzeria non c'è più!
Quella che viene denominata ricchezza lo è soltanto se c'è un sistema ben strutturato che te la riconosce (e non un Monti qualsiasi), infatti è dovuto intervenire il governatore della BCE, un'altro Mario, non proprio qualsiasi, per rassicurare i mercati sui titoli di stato dei paesi periferici che avevano perso la metà del loro valore (nominale) e tutto per una banca fallita dall'altra parte dell'oceano (sto semplificando assai). Che ricchezza possedeva quella carta? Una ricchezza nominale per l'appunto, cioè che detiene valore fino a quando c'è un sistema solido e funzionante che gliela riconosce. Lo stock ha valore solo se c'è un flusso.
Per capire meglio l'importanza del flusso, la Spagna che scopre l'oro in America è l'esempio appropriato. A quei tempi tutti sbiellavano per l'oro, era un metallo Divino e possederlo dava potere, la gente scavava buche enormi per cercarlo. La Spagna nel giro di poco diventa una superpotenza, La superpotenza.
Avrà fatto le riforme dirà qualcuno; no, ha scoperto un continente da sfruttare. L'oro mette in movimento l'uomo, tutti si danno da fare e la Spagna si arma e domina i mari, e grazie anche al commercio accumula ricchezze favolose. Ve la ricordate l'Invincibile Armada? Può fare tutto ciò che vuole, compra tutto ciò che vuole e domina mezza Europa. Con quella ricchezza struttura la sua società e la sviluppa? No! Tanto c'è  l'oro.
Una signorina e un pirata inglesi si metteranno di traverso accumulando ricchezza con assalti alle diligenze del mare, armeranno una flotta e toglieranno l'egemonia agli spagnoli sui mari.
Ok, hanno perso una guerra ma hanno ancora molta ricchezza, com'è che va in declino e piano piano decade? La Francia di Napoleone l'ha persa pure lei una guerra, e mica una guerretta, eppure di li a non molto torna una superpotenza. Dove sta la differenza?
La Spagna comprava tutto ma produceva poco, aveva un flusso che non era endogeno ma esogeno, non era una società aperta al cambiamento e nulla cambiò, quando il flusso si interruppe, dato che non era strutturale, gli restò solo lo stock, finito anche quello tornò a pascolare.
L'Italia oggi è in una situazione simile; flusso di capitali esogeno, stock accumulato anche grazie a flusso di capitali esogeno anni '80 (infatti quando si interruppe nei primi anni '90 per sopravvenute esigenze teutoniche -- leggi riunificazione e relativo bisogno di capitali con conseguente rialzo dei tassi -- avendo accumulato forti squilibri nella bilancia commerciale, fummo attaccati dalla speculazione e "bruciammo" tutte le riserve di liquidità estera per dover rispettare gli impegni presi in sede europea di mantenimento del cambio), dopo il '92 quattro anni di aria con la moneta che fluttuava, poi di nuovo il cambio bloccato e definitivamente. Da allora solo deficit della bilancia commerciale con l'estero, cifre enormi di interessi da pagare e una società cristallizzata tra differenze di classe e differenze di interessi generazionali.

Ora è bene capire che la ricchezza degli italiani, che è quasi raddoppiata con la denominazione in euro, ha quel valore solo se il sistema euro gliela riconosce.
E l'Italia ha un qualche potere politico decisionale in ambito UE? (si, politico, perché il riconoscimento di quella ricchezza è un fatto politico) Qualcuno che si arrischi a dire si, c'è? ( I rignanesi e compagnia cantante non valgono)

Dunque, di ricchezza in Italia ce n'è, pare ammonti a 8.000 mld c.a., quattro volte il totale del debito pubblico. E qui casca l'asino; chi detiene questa ricchezza? I ggiovini? Nun'me pare.
E chi sarebbe quello che ha una qualche influenza a livello politico (italiano),  chi ha i soldi o chi non li ha? Tic tac tic tac tic tac....
All'anziano che non capisce una minchia (e mai l'ha capita) non gli frega un cazzo del futuro del paese, capisce forse di flussi e stock? Lui pensa di essere ricco, ha uno stock e con lui il paese; "Il paese è ricco e si sta bene.", pensa lui.
Sta strutturando il suo paese? (non parlo di quelle cazzate che sono le riforme così tanto per dire  la parola riforma che piace tanto) No!
L'Italia odierna è un pollo da spennare, e lo stan facendo.

Se ancora non si è capita "sta rrobba" ( e l'orologio cammina) non c'è da stupirsi se chi fa credere agli italiani di avere una qualche influenza in Europa prenda un plebiscito quasi generale a delle "stupide" (per l'italico) elezioni europee.

Allora, ricapitoliamo; perché la ricchezza venga riconosciuta bisogna che ci sia un sistema solido e funzionante dietro, cioè che produca ricchezza (che è un flusso). La ricchezza nominale vale solo se c'è un flusso. Se non controlli la moneta e i tuoi prodotti non sono competitivi e le tue frontiere politico/economiche sono un colabrodo, chi ha più capitali di te deciderà anche le tue politiche economiche, e cercherà di sfruttare le tue lacune strutturali per smembrare il tuo sistema di nazione. Ci va un po di tempo ma ce la si fa.
Tic tac tic tac...
C'è qualcuno in grado di farglielo capire a sti rincoglioniti geriatrici che scambiano il TG1, TG5, TG3, TG4, e, udite udite, Studio Aperto, come fossero vangeli secondo Destra e secondo Sinistra?
Sono anche loro che detengono lo stock che servirebbe alla nazione per fare le scelte giuste per toglierci da questo baraccone europeo, e sono tanti, e fanno demos.
Come han fatto a accumulare quella ricchezza? han fatto immensi sacrifici come sono soliti dire?
Vediamo.

Praticamente il discorso che inizia a fine '70 è quello che ci ha portato fino a dove ci troviamo ora. Il debito gigante degli anni '80 ci è stato permesso, o concesso, solo nella prospettiva del percorso europeo che si materializza con tutta la sua forza oggi, nell'ultimo decennio. Ci è stato concesso ma solo rendendo la nostra B.C. , quella che dovrebbe essere del popolo sovrano tanto per intenderci, "indipendente" dal governo  ma dipendente dai mercati.
Da fine '92 non vi sono più state politiche espansive: Chi ha avuto ha avuto, chi dato a dato, scurdammoce u passato...Eh no cazzo!?!? Scurdammoce u passato no!!!?
Quegli anni sono stati un unicum nella storia contemporanea italiana, è stata la sbornia che viene concessa alla matricola, al nuovo arrivato nel club dei grandi. Ci sarebbero un sacco di cose da dire sulla sinistra di quegli anni che ha svenduto il paese al capitale per sistemare i propri figli in posizioni importanti della società, tipo le grandi banche, come racconta Nino Galloni.
La metà dell'intero D.P. italiano è stato fatto in quei dieci, dodici? anni, ed è stato fatto con le leggi del mercato, cioè senza la nostra piena sovranità e pagando quasi il 5% del nostro P.I.L. all'anno solo di interessi, 8.6% di inflazione media tra '81 e '92 , e nello stesso periodo un deficit/pil che sarà all'incirca del 10,99% di media dal '82 al '92 (l'ho fatto " a occhio" ma tanto non scende mai sotto il 10% e spesso è sopra l'11% tanto per capirci). UNDICI ANNI DI DEFICIT A DOPPIA CIFRA!!! (e i capitali erano in buona parte tedeschi, mi ricorda qualcosa)
Sentite non ho voglia di mettermi lì a estrapolare quale sia la cifra di miliardi spesi a deficit dallo stato anche perché è una cifra enorme, basti pensare che dal'85 al '92 il P.I.L. triplicò; passò da 486 mld dell'85 a 1272 dell'92 (come? non è il triplo...ah beh, allora cambia tutto. #DAR).
Un pò come se fosse passato da 2307 del '08 a 5998 del 2014. Cazzarola, con quella cifra saremmo...la terza potenza economica del mondo...boia faus, davanti al Giappone.
Non è stato così? ma dai?! e io che pensavo...
Comunque non è stata una crescita strutturale dato che la disoccupazione è passata dal 8,6% del '82 al 12% dell'89. Anzi negli anni "migliori" vi furono i picchi della disoccupazione. Graziani lo dice chiaro che il vincolo europeo della moneta creò molto lavoro nero (perché non interessò a nessuno di preparare il sistema Italia ad affrontare il nuovo mercato. E questa è lotta di classe), e chi lavora in nero? gli statali? i professionisti? quelli che già hanno un contratto blindato di lavoro? mah, chi lo sa è bravo.
Dove andarono a finire tutti quei migliardozzi?

Lo scoprireeemo soolo postaandooo....

Grande ammirazione a Bagnai e al tempo che impegna a spiegare (anche se non vuole toccare la questione generazionale, solo sfiorare. E non vuole ammettere che senza i capitali esteri sarebbe dura).

p.s. io lo posto così, poi magari ricorreggo o mi corriggerete.

Gudnait (sò europeo puro io)


sabato 17 ottobre 2015

Padri Padrini Padroni

Questo è un terzetto che in Italia furoreggia.
Tramite una serie di passaggi  tra blog comunicanti sono finito su Gufinomics, non Goofynomics, proprio,Gufinomics.
E' un blog nato appositamente per contrastare "l'ascesa" di Bagnai, e per cercare si sminuirne l'importanza e la penetrazione nell'opinione pubblica criticandone il pensiero.
Ho letto le loro ragioni (?) e non ho potuto far altro che ripetermi considerazioni già fatte.

Il punto non riguarda Bagnai in modo specifico, ma l'effetto che fa una personalità forte, decisa e con una marcata identità sulla psiche di molti italiani.
E' la storia che si ripete da un centinaio di anni a questa parte.
E' iniziata con Mussolini e dopo una guerra che ci ha relegato in serie b e quarant'anni di convalescenza si è ripresentata con Berlusconi e poi con Renzi.
Bagnai è sulla buona strada, ma, cosa che avevo già capito con mister B, l'elevazione di una personalità ai massimi splendori, non dipende dal medesimo e dai suoi "innamorati" -- intellettualmente è chiaro -- ma secondo me per la parte maggiore, dai suoi detrattori.
Sono loro che ne elevano la fulgida personalità e sono loro che ne amplificano la reale dimensione.
E' come quando si fa un appunto a qualcuno ipotizzando fini celati o interessi nascosti e si riceve una reazione scomposta. In quel preciso momento si capisce di essere andati a segno.
In base a queste reazioni si capisce la debolezza dell'avversario.
E' anche simile alla reazione di qualcuno che nel momento in cui interviene un attore che ha una personalità più spiccata subisce un ceffone sonoro alla propria.

Queste dinamiche psicologiche innescano un senso di "vittima designata" nel soggetto che, con un modo di dire dei giovani di oggi, "ci rimane sotto". Come se gli fosse passato un tram sopra, o come se avesse fatto una esperienza che era più grande della sua capacità di assimilarla.
C'è una canzone di Carosone, mi pare, che parla di un certo "Giuann' ca chitarr' che "è stat' nnammurat' na figliola che l'ha lassat' mezz scumbinato ".
Ecco, Alberto li ha lasciati mezzi scumbinati e non riescono più a uscirne, così come Benito e Silvio han fatto con mezza Italia.
Questo è successo con Mussolini e con Berlusconi, Renzi è sulla buona strada.
Quando bagnai troverà chi, avendone le capacità economiche, vedrà in lui la possibilità di innescare un rush epocale, allora Bagnai ne scumbinerà parecchi.

Perché tutto ciò succeda abbisogna che, come terreno psicologico prefigurato, vi sia insito nel soggetto il "gancio" del Padre Padrino Padrone  (Madre Madrina e Matrona hanno ben altri significati).

Tanti saluti e stateme'bbuon'.

lunedì 12 ottobre 2015

Augusto Graziani 1

Faremo parlare Graziani che di quegli anni ha fatto un'ottima e sintetica analisi.  

"""  Un punto di partenza di questa ricostruzione, forse, possiamo trovarlo in quello che, con un termine un tantino esagerato e drammatico, potremmo chiamare il capovolgimento della politica valutaria del nostro Paese nel 1979, l’anno dell’adesione al sistema monetario europeo.
Negli anni precedenti al ‘79, le autorità monetarie italiane avevano seguito la famosa linea della svalutazione differenziata, approfittando del regime di cambi flessibili (che tecnicamente consentiva questa manovra), cercando .di tenere la lira tendenzialmente svalutata rispetto all’area del marco, in maniera da favorire le esportazioni e cercando, invece, di ridurre la svalutazione nei confronti del dollaro, per ridurre il costo delle importazioni. Attraverso questa manovra del cambio, in quegli anni di cambi flessibili sul piano internazionale e di continua inflazione che le autorità sembravano disposte ad accordare, si era messa in moto una spirale di svalutazione e inflazione, di aumenti dei salari monetari, con probabile riduzione dei salari reali che, in fondo, favoriva gli esportatori e gli imprenditori in generale. """"
Non c'è bisogno di spiegare, Graziani lo sa fare molto bene. Solo fare qualche considerazione a posteriori per cercare di comprendere le scelte di quegli anni.
Intanto grazie al Prof Bagnai adesso sappiamo che furono più le volte che rivalutò la Germania che quelle che svalutò l'Italia, per 4 a 2 (uno dei pochi casi in cui ci battono).
Sappiamo che l'inflazione è dovuta in buona sostanza all'aumento delle materie prime, soprattutto alla voce petrolio che aumentò del 400% nel '75 se non sbaglio, e del 200% nel '79.L'inflazione arriva soprattutto   da lì.  Poi dice "...con probabile riduzione dei salari reali etc etc". Quindi non c'è sicurezza che i salari reali stessero perdendo potere d'acquisto, lo ipotizza. Diciamo che favoriva sicuramente gli imprenditori e gli esportatori.
Di sicuro c'è che la soluzione era quella: inflazione e poi svalutazione, non l'inverso, perché il "meccanismo" era; alzo il prezzo e provoco inflazione, i sindacati chiedono di adeguare, il prezzo dei miei beni cresce e ne vendo meno all'estero ma al contempo i beni esteri costano meno quindi compro moneta estera, ho un disavanzo della bilancia commerciale, stampo moneta e svaluto.

""" Dopo il ‘79, viceversa, con l’adesione al sistema monetario europeo, il rapporto di cambio con il marco doveva essere tenuto tendenzialmente stabile e quindi la politica valutaria si è mossa entro vincoli molto diversi. A partire dall’’80, poi, il dollaro, invece di svalutarsi rispetto al marco, aveva iniziato la sua corsa ascendente che è durata fino a poche settimane or sono. """

Dall''80 poi cambia tutto; bisogna tenere il cambio col marco (siamo entrati nello SME) e il dollaro si rivaluta su tutte le altre monete e visto che il petrolio e tutte le materie prime si pagano in dollari la situazione inizia a farsi tesa.
In pratica non abbiamo più una moneta nostra, cioè non possiamo più fare scelte di politica monetaria. Siamo in competizione diretta con la Germania e, diciamolo chiaramente, a livello economico non possiamo competere con loro (ma in Europa non lo può fare nessuno tanto per intenderci, non è perché siamo Italiani sfigati).
In quegli anni occorreva fare scelte diverse, ma ancora prima dell''80, e cioè non ci si doveva mettere nelle mani del mercato privandoci della nostra banca (ma questo lo vedremo più avanti).
Si è preferito obbedire ai "padroni" dell'economia mondiale che avevano deciso un cambio di indirizzo generale.
E qual'era questo cambio operativo? Sconfiggere l'anticapitalismo di matrice marxista che iniziava a prendere piede ovunque vi fosse un cambio generazionale.
Solo oggi ci è possibile cogliere appieno le dinamiche di questo cambio di passo che è stato quello di lasciare sciolte le briglie al grande capitale, lanciarlo al galoppo e lasciare che facesse il suo sporco lavoro.
Ma stiamo divagando.

 """ Oggi, viceversa, con la politica del cambio esterno stabile, specialmente nei confronti delle valute europee, l’atteggiamento degli imprenditori verso l’inflazione si è capovolto. Oggi l’aumento dei prezzi interni non può più essere trasferito prontamente in una svalutazione della lira e, quindi, si riflette immediatamente in una perdita di competitività sui mercati. """
Sta scrivendo nell''85.

Non è più possibile avere un'inflazione che contrasti gli aumenti salariali, ora l'inflazione si trasmette sul prezzo del prodotto e la prima cosa è tenere sotto controllo l'inflazione (anche se col dollaro che rivaluta è inevitabile averne comunque).


""" Oggi, la politica della Banca d’Italia è radicalmente cambiata. Oggi, le autorità monetarie assumono come una conseguenza inevitabile il disavanzo nella bilancia commerciale e fanno una politica di tassi d’interesse elevati, proprio per attirare capitali dall’estero e per impedire fughe di capitali — le due cose convergono sullo stesso obiettivo — che compensano il disavanzo nei movimenti di merci.
L’Italia è diventata rapidamente uno dei Paesi più indebitati del mondo, certamente uno dei più indebitati dei Paesi industrializzati. Se questa sia una politica saggia o no. lo vedremo evidentemente negli anni futuri. Quello che, però, si può dire è che se l’Italia è riuscita in questa politica, diciamo pure ardita, di governare un disavanzo nei movimenti di merci e pilotare al tempo stesso un avanzo equivalente nei movimenti di capitali, questa operazione non può riuscire soltanto giocando di speculazione sui tassi d’interesse. Si può realizzare evidentemente solo nell’ambito di un consenso internazionale Tutti noi ricordiamo quando, una decina d’anni fa, le grandi banche internazionali avevano convenuto che l’Italia non fosse più un Paese degno di fiducia: esisteva un rischio Italia, non si facevano più prestiti all’Italia. Oggi il clima, diciamo pure il clima politico internazionale che circonda l’economia italiana, è totalmente cambiato. Con questa ondata di indebolimento del sindacato, di craxismo, di reaganismo (chiamiamolo come vogliamo), l’Italia è diventata un Paese per bene. È diventata un paese al quale si possono confidare i propri capitali finanziari e, quindi, è vero che, da un lato, le imprese italiane pubbliche e private vengono incoraggiate a cercare prestiti su mercati esteri; è vero che le banche italiane vengono incoraggiate ad indebitarsi verso le banche straniere; però è anche vero che tutte queste richieste di credito trovano all’estero dei finanziatori pronti e generosi. È altrettanto vero che i grandi istituti bancari del mondo occidentale sono lietissimi di aprire crediti al mondo finanziario italiano. """

Ed ecco che ci siamo, siamo arrivati al punto centrale del discorso.
Per compensare il disavanzo della bilancia commerciale con l'estero si sono dovuti alzare i tassi d'interesse o saremmo rimasti con le casse quasi vuote (cosa che capiterà di li a sette anni), cioè i nostri beni erano diventati costosi all'estero mentre quelli esteri erano competitivi da noi; poche esportazioni e molte importazioni (Per poter ricevere i capitali l'Italia ha dovuto entrare nello SME e agganciare la propria moneta alle altre, ma se spendi più di quello che entra, o monetizzi il debito o fai altro debito... semplice come un buongiorno).
Ma non potevamo più monetizzare il debito, la "nostra" B.C. da allora fino ad oggi non fa più gli interessi della nazione ma solo quelli delle banche che la posseggono.
A quel tempo si sarebbe dovuto svolgere un dibattito democratico e informare il popolo sui diversi percorsi possibili. Era chiaro gia allora che l'integrazione europea, fatta nel modo peggiore possibile, cioè partendo da quello che è l'ultimo fattore aggregante di una civiltà: la moneta, avrebbe condotto (l'italia) al disastro -- vedere gli interventi di Napolitano e di Spaventa, entrambi nel '78 mi pare, che già allora avevano spiegato bene cosa sarebbe successo: deflazione salariale e lavoro nero. --.

Negli anni '70 i paesi del terzo mondo pagavano interessi altissimi per ottenere credito (come siano andati a finire lo vediamo oggi) e l'Italia non era più così affascinante per il capitale dato che se monetizzi il debito svaluti la moneta e i creditori ottengono meno interesse reale.
Ecco che allora si sarebbe dovuto fare delle politiche nazionali e non internazionali, rallentare sulle aperture delle  frontiere del mercato e sfruttare al massimo la nostra posizione strategica nel mare che media tra le civiltà che ne compongono il contorno -- e che resta la zona più importante nella storia dell'uomo moderno classico checchè se ne dica, punto --
Invece fu molto facile mettersi nelle mani del mercato e ottenere credito facile. 
Ma gli interessi, chi li paga? E cosa comporta avere credito facile senza peraltro poter gestire la propria moneta?

Proverò a spiegarlo nei prossimi post sempre cercando di analizzare le parole di Graziani.




mercoledì 30 settembre 2015

eperlintanto...

Notizia di oggi: la disoccupazione cala (una virgola) e guarda caso quella giovanile aumenta (una virgola).
Eh si, si fanno proprio politiche periggiovani (e da un bel pezzo dico io).

Ora devo imparare a mettere dei grafici, ne ho uno bello che fa capire.
Appena riesco lo metto. Poi appena finisco il post sugli anni '80 lo posto, loggiuro.



Oh... bella zio,ce l'ho fatta. Questo grafico mostra dove, quanta e a chi va la spesa sociale.
Ok, lo vedete, ci sono sette: la prima è per la malattia, e fino a qui..., la seconda è l'invalidità e pare che altrove abbiano più pensioni d'invalidità che da noi al contrario di quello che cercano di farci credere. La terza è la famiglia; due parole bisognerà pur dirle sulla famiglia e che nella maggioranza dei casi è famiglia moderna, cioè senza i "nonni" tanto per intenderci, loro, i nonni, non ne hanno bisogno di restare ancora in famiglia come si faceva "una volta" (quell'"una volta" a cui piace tanto fare riferimento quando devono rompere i coglioni ai nipoti). E perché non hanno più bisogno di restare in famiglia?
Basta vedere la quarta voce che è quella per la vecchiaia...ammappete, avete mica notato qualcosa? Provate a mettere a confronto la terza e la quarta, notate niente? Ma c'è altro, e cioè la sesta voce che è quella della disoccupazione. Dato che sappiamo che il 40% dei giovani fino ai 24 anni non ha un lavoro e quindi una retribuzione, la voce della disoccupazione è importante soprattutto per loro. Certo, uno con una famiglia e disoccupato se gli va bene la prende la disoccupazione, perché lavorava, e poi ha la mobilità, le agevolazioni fiscali etc etc, ed è sempre poco per una famiglia, e lo si vede dalla terza voce, ma uno che è giovane ed è disoccupato da quando è diventato giovane, cioè 15 anni, ecco che gli arriva...un bel calcio nelle palle.
Quelli sono dati, non impressioni o sensazioni arbitrarie; quello è!
Poi c'è la settima e anche quella in buona parte riguarda i giovani e soprattutto gli studenti di famiglie disagiate (dato che quelli delle famiglie agiate non hanno di questi problemi) che non possono permettersi di affittare manco una topaia (e non si capisce perché mai dovrebbero vivere in una topaia) per svolgere al meglio il loro compito, che è quello di studiare e non di perdere tempo e pazienza ad aspettare treni e pullman  "brasiliani".
Il quadro è desolante, alla settima voce quasi non c'è elevazione.
Certo, le cause prime di questo triste declino non sono dipese interamente da quella generazione che si cucca la quarta voce, ma perlintanto loro hanno chiuso baracca e burattini e si sono arroccati.
Come si spiega il 40% di supercazzola Renzi alle europee? Bisogna capire l'euro per spiegare quel 40%, e capire che da un giorno all'altro lo stock di ricchezza è quasi raddoppiato.
Nella loro miopica visione del futuro pensano che la permanenza nella moneta unica li preservi dal pagare un conto a cui credono di poter sfuggire ascoltando la retorica rassicurante del garzone di turno.

Questo paese ha un problema generazionale.
Prima lo si capisce, prima si trova la soluzione.

(non correggo e me ne frego assai)