domenica 20 novembre 2016

E allora essi fascista!!! (mitico Vittorio GF9)

Ultimamente ho notato una cosa interessante; la maggior parte delle persone non sa di essere intimamente fascista.
Forse perché per fascismo intendono quel partito che in Italia si impose e attraversò la nazione per vent'anni, fino alla follia dell'arrivare pensare che l'Italia sarebbe potuta diventare un impero.
Certo, quel periodo è stato un episodio (piccolo o grande che sia stato a seconda della scala col quale lo si vuole misurare) significativo ed esemplare di un certo modo di fare società e di cercare di far stare insieme i gruppi sociali.
Ma il fascismo, nella sua essenza, non è banalmente quello, o per tornare al punto, solo quello che è individuabile in quel ventennio -- e che, come quelle specie in via di estinzione, sta esaurendo la propria esistenza in un revival mitologico -- ma è un certo modo di porsi nei confronti di chi non la pensa come te, quel modo cioè, che già giudicato qualsiasi pensiero differente come sbagliato, inopportuno, minoritario e in quanto tale inutile.
Semplicemente di fatto, questo è il fascismo.
Data la complessità e ampiezza della società, non è possibile che tutti la pensino allo stesso modo, e neppure credere che possa essere utile alla società stessa che una condizione di simile convergenza di pensiero possa essere utile.
Se qualcuno sostiene questo, o crede a questo, è fascista sapendo di esserlo o lo è senza saperlo (e nella pratica questo non fa molta differenza).

Ecco, dicevo che ultimamente mi capita sempre più spesso di constatare questo modus operandi che è diventato pervasivo, anche al più piccolo livello.
La cosa interessante, ma altamente distopica, è che ne sono quasi sempre inconsapevoli, ma, nel caso si siano dati una patina di democraticità, di socialismo, di solidarietà o financo di anarchia, se li si gratta un poco toccando i tasti giusti, ecco che è pronto a manifestarsi l'intimo fascista che alberga in loro.
Un esempio eclatante è Fabrizio Rondolino che nella sua pagina tweeter ha addirittura impostato come tweet fisso queste parole: "Il suffragio universale inizia a diventare un serio pericolo per la civiltà occidentale!" (ora lo ha tolto, eccerto dico io, anche Storace non avrebbe tanto ardire nel confessare tanto fascismo latente), ma è un male nazionale che attraversa la società ad ogni livello.
Ma questa "anima" fascista la si può constatare anche -- e forse soprattutto -- a livello provinciale e comunale dove la prassi del confronto non ha alcun albergo.
Vi è molto ben sviluppata invece, la prassi dell'appartenenza partitica che piega la politica e l'interpretazione delle dinamiche sociali alla propria linea partitica di appartenenza distorcendo (alla J. Hendrix) la lettura dello "spartito sociale" fino al punto di restare ciechi di fronte a fatti incontestabili e palesi.

Ecco, in provincia, il problema generazionale e l'appartenenza partitica si trasformano in una prassi fascista di fatto (lo so, lo so, il termine fascista è ampiamente abusato, così come quello nazionalista e nazionalsocialista. Ma se vi è stata -- e su questo non vi è alcun dubbio -- un fenomeno di così ampia portata tale da condurre il mondo intero alla guerra planetaria per ben due volte, significa che questi "modi di essere" (fascista e nazista) hanno dato ampia prova della loro "essenza".
E dato che l'uomo, nella sua natura essenziale, non può essere cambiato in così poco tempo, possiamo tranquillamente prendere atto che quella natura in qualche modo si manifesta.

Poi, chiamateli come volete (non spunk, quello abbiamo potuto capire cosa sia dal post precedente LOL) ma "quello sono"!



sabato 5 novembre 2016

Lo spunk, questo sconosciuto (LOL)




(...)Per quel che riguarda le classi d'età i dati sono impressionanti. Mentre tutte quelle fino ai 65 anni danno un vantaggio nettissimo per il NO, con uno scarto minimo di 5 punti tra i 55 e i 64 anni, ed uno massimo di 18 punti tra i 45 ed i 54 anni; dai 65 anni in su il risultato si rovescia, con uno scarto a favore del SI' di ben 19 punti. (...)

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Ora, non so bene come dirlo o sotto quale voce lo si voglia denominare. Non vogliamo chiamarlo "problema generazionale"?, ok.
Vogliamo chiamarlo Spunk? ok, finalmente Pippicalzelunghe si metterà l'anima in pace e non dovrà più girovagare alla sua ricerca; è quì in Italia lo Spunk! 
Qualcuno la avvisi, mi raccomando, e penso debbano farlo coloro che hanno un problema ad accettare che esista un problema, e se non vogliono proprio chiamare Huston, almeno avvisino Pippi!

E se qualcuno non lo avesse ancora capito, il 40% alle europee deriva da questo Spunk.



martedì 1 novembre 2016

La scienza antropoforma. Per cosa lottare?

Non è che non si riesce a organizzare un fronte comune contro la svendita del nostro paese perché ci stanno dividendo in categorie diverse come in molti cercano di raccontare nelle loro analisi-- vedi; giovani/anziani, occupati/disoccupati, operai/artigiani/liberi prof., statali/privati etc etc -- è che la divisione della società è un fatto endogeno che scaturisce da peculiarità proprie, oserei dire antropologiche, dello sviluppo della società moderna (per intenderci su ciò che è società moderna: ciò che poi divenne e si intese come società moderna ha la sua blastula nel metodo scientifico. E' da esso che si sviluppa tutta l'evoluzione della forma mentis dell'uomo).
I mutamenti che fecero seguito al sistema scientifico e alle sue scoperte, trasformarono la società da statica medioevale  (dove tutto era determinato, collocabile in ogni tempo e in ogni luogo, e soggiacente, in ultima analisi, alla volontà di Dio) a dinamica; scrutabile e classificabile, entro un tempo e uno spazio relativi alla dimensione umana, soggiacente a leggi riconoscibili e in parte, induttivamente prevedibili, dove il soggetto è parte del attiva del fenomeno.
Questo mutamento è ancora in atto e continua a spostare in avanti la frontiera della ricerca con la sua "energia propulsiva".

Questo cambiamento ha attraversato epoche che si sono diversificate e plasmate via via che le diverse circostanze e peculiarità generali hanno preso forma; per esempio dalla rivoluzione industriale e dalla potenza che ne scaturisce arriva la prima globalizzazione reale (la prima "nominale" si ha con la "scoperta" dell'uovo di Colombo)  e soprattutto un primo cambiamento netto nella struttura della società; la possibilità di soddisfare più facilmente i bisogni primari alimentari tramite l'impiego della tecnica, sposterà forza lavoro dai campi alle industrie, le quali via via miglioreranno i macchinari, innescando così un "motore" di sviluppo continuo e autogenerativo.

Primo grande mutamento; la popolazione aumenta e si concentra nelle zone di produzione.
Questo comporta grandi cambiamenti nelle abitudini delle persone, e sempre più popolazione, a stretto contatto condivide luoghi, costumi, problemi e condizioni di vita.
Ma ancora i diversi gruppi sociali erano riassumibili in quattro/cinque classi, di cui una di queste ne conteneva la stragrande maggioranza demografica.
Quindi sostanzialmente la gestione della società, nelle sue linee guida, era abbastanza semplice, e il gruppo sociale più numeroso aveva una serie di problematiche comuni che ne compattavano il fronte.

La trasformazione continua e costante del sistema sociale andava procedendo, e al contempo si complicava (senza dimenticarci che l'Italia stessa, risulta essere una nazione che per sua geografia e morfologia, presenta profonde difformità, anche senza l'intervento, in senso stretto, della scienza .
Peculiarità questa, che ne fa uno dei popoli più eterogenei e originali del pianeta, infatti la sua realtà politica si presenta in una serie di istanze particolari, ognuna legata al territorio seppur con la medesima "cifra culturale")

A livello politico, tutto questo prende la forma di una variegata rappresentanza di partiti e istituzioni territoriali e in un sistema elettorale che prendeva atto di queste dinamiche.
Ma, verso la metà degli anni '70 si assiste ad un cambio profondo di politica economica da parte delle culture dominanti uscite vincitrici dall'ultimo conflitto mondiale.
Sbrigativamente e in modo superficiale, da tali culture, avviene un cambio di paradigma politico/filosofico che forzatamente raggruppa gli esseri umani in due grandi "famiglie ideologiche" che a seconda delle culture vengono classificati come;  popolari/laburisti, oppure, democratici/repubblicani, progressisti/conservatori, sinistra/destra -- che meno che mai rispondono alle molteplici e differenti esigenze di una società che va sempre più diversificandosi.

Una delle derive paradossali è che; mentre bisognerebbe avere un sistema politico che possa rispondere alle più diverse esigenze, lo si cerca di rendere maggioritario e autoritario -- che cura cioè, gli interessi di una parte sola della grande complessità della società moderna.

Tornando al tempo passato, è comprensibile che con quel tipo di società, era condizione agevole che si formasse un senso di comune appartenenza e un'identità di gruppo che lottasse per migliorare una condizione che accomunava tanti.
Ecco spiegate le grandi conquiste del diritto e i miglioramenti oggettivi della classe povera, negli anni del dopoguerra: Tante persone condividevano gran parte delle dinamiche delle loro vite!

Ora non è più così. Ma lo sbaglio cui tutti tendiamo è quello di addossare la colpa della mancanza di lotta comune, ad una specie di minor virtù delle generazioni che han fatto seguito a quelle  che, nel passato, son riuscite a lottare.
Loro partivano da una condizione oggettivamente unificante. La loro società raggruppava e compattava una parte numericamente maggioritaria del sistema.
Oggi non è più così, e non perché "i giovani di oggi sono sempre attaccati al telefonino", oppure perché "una volta c'erano i valori".
Semplicemente le dinamiche e l'immaginario della società sono completamente differenti, non solo da quelli del passato recente, ma differenti da qualsiasi altro passato o epoca in genere (pur mantenendo, l'uomo, all'incirca le stesse caratteristiche naturali della sua morfologia materiale e della sua quantistica celebrale. Ciò che è cambiato è l'ampiezza della suo immaginario).

Ecco spiegato uno dei motivi del; "Perché ci stanno prendendo per i fondelli e laggente non reagisce?"

La struttura pratica della società -- quella dei costumi e delle abitudini -- ci fornisce un'identità superficiale che ci fa credere di appartenere a una classe particolare differente dalle altre.

Non prendertela col tuo vicino, la pensa come te (cioè, male).

Servirebbe capire quale cifra identitaria rimasta ci accomuna.
Sicuramente non è relativa al trattato di Maastricht.