martedì 23 agosto 2016

I have a dream

Il livello di propaganda eurista inizia a farsi stomachevole.
Questo significa che la teoria inizia a presentare una notevole discrepanza con la realtà.
Tre pinguini in parata da una portaerei e una fiction (lo dice la parola, una finzione, un passato ricostruito e riarrangato, un revisionismo storico edulcorato per menti diabetiche) in prima serata (che non son riuscito a guardare neppure per indicarne le sicure e mostruose falle metodologiche e logiche per sopravvenuta nausea) conditi da un contorno di richiami dalla carta stampata, non credo riusciranno a dissimulare la portata del fallimento di questa Europa.

Anche se non dobbiamo mai dimenticarci che potrà esserci cambiamento se, e solo se, Laggente si "sveglierà" da questo distopico fogno.

(che poi uno si chiede: "Ma perché ai neri d'America è "toccato" uno come M.L. King, e a "noi" uno come A. Spinelli?". Destino crudele)

venerdì 12 agosto 2016

Cultura pop vs Antropologia pop

  1. Ci risiamo, l'intellettuale ci casca sovente. Dato che per esigenze professionali e per una certa probabile inclinazione ideologica si occupa sempre di cose che stanno nell'alveo della cultura, ecco che l'interpretazione della fenomenologia (parola questa avvolta dal mistero) viene ricavata ideologicamente dall'idea secondo la quale il comportamento umano vada letto esclusivamente in base alla prospettiva culturale, relegando l'aspetto naturale o materiale che dir si voglia, ad una semplice trasmissione di ereditarietà di caratteri fisici tipo colore dei capelli, della pelle etc etc, eccone un esempio nel passo sottostante, il quale è una risposta ad un commento di "cultura pop" sottostante ad un post (tra l'altro è simpatica l'usanza di pubblicare commenti "pop" se "ballano al tempo richiesto". E' una sorta di abitudine quella di suonarsela, cantarsela e ballarsela :))). Il primo è il commento "pop", poi c'è la risposta:
  2. (...) Ciao 48, sempre sul pezzo. Post davvero lucidissimo che condivido in toto. Vorrei davvero che tutti gli xenofobi che ora si trastullano fra ruspe, invasioni e guerre sante avessero gli strumenti culturali per capirlo. Un abbraccio a te e Sofia! :)
  3. (...) E pensare, ad esempio, che i bengalesi producevano le avanguardie rivoluzionarie marxiste asiatiche del XX secolo: e poi avrebbero prodotto il fenomeno terroristico tipo-Isis così, all'improvviso, perché sono musulmani e quindi arcaici, tribali e medievali?
    Ci sono dei salti logici, in tutto questo fare antropologia (pop, alla Fallaci), che potrebbero pure essere il bagaglio di una cultura media impigrita (occidentale e...pop), ma che, di fronte all'insieme dei problemi che fronteggiamo oggi, tragicamente, risultano un peso inutile e dannoso...  (...)
  4. Leggendo questa risposta, data da un importante intellettuale di oggi (di cui condivido gran parte delle sue analisi, ma non questa) mi sovviene una considerazione che diverse volte mi è capitato di fare a proposito di gran parte degli intellettuali di ogni tempo. Vediamo di inquadrare la questione.
  5. Leggendo questo passaggio sembrerebbe che tutto fili; i bengalesi circa due generazioni fa si "mettevano in luce" per una tendenza, quella di "produrre" quadri politici marxisti, che cozzerebbe con le ultime notizie che ci giungono dal Bangladesh, dove pare vi siano numerosi integralisti islamici impegnati a fare i terroristi. Dal che potremmo dedurne che il problema non è etnico (sempre per quel che significherebbe questo termine).
  6. Barra Caracciolo aka Quarantotto, insiste nello scontro tra classi sociali; quella dominante che è ben organizzata e internazionale, cioè; prima schiaccia le classi inferiori ovunque esse si trovino senza alcuna distinzione d'identità nazionale, religiosa, "razziale" etc etc, poi magari cerca di regolare i conti nella propria classe di appartenenza per il dominio "interno", cioè quello tra oligarchi.
  7. E questo è certamente vero; il problema principe è la guerra che le oligarchie mondiali stanno facendo alle classi povere e disagiate (in pratica stiamo parlando della misera cifra di circa seimiliardiemezzo (6.500.000.000) di persone, a mò di distruzione sistematica di tutto ciò che è Diritti Sociali e Comunitari.
  8. RIPETO: QUESTO E' CERTAMENTE VERO! Ma...
  9. Allora; intanto messo esclusivamente in questi termini mi pare riduzionismo belle e buono. Non è possibile leggere tutto ciò che accade ad ogni livello solamente sotto la lente di ingrandimento del conflitto distributivo come se non vi fosse altro, e l'accusa di "antropologia pop" mi sembra sia sullo stesso piano di quella di "populismo" rivolta da chi non riesce a capire, obnubilato dal proprio sogno di un mondo paceamorelibertàarcobaleno, che ci sono molte persone che non riescono a portare avanti una vita dignitosa vittime delle conseguenze derivanti proprio dalle scelte compiute nella direzione dell'arcobalenismo.  E' il limite mentale di chi non ha ben chiaro da cosa sia governato il comportamento umano nella sua totalità. IO NON STO DICENDO CHE IL PROBLEMA SIA ETNICO, IO STO DICENDO CHE LE REAZIONI DEI GRUPPI SOCIALI ALLE INFERENZE DI CULTURE ESTRANEE E DOMINANTI E' DIFFERENTE, e la differenza dipende anche dalla natura (se così vogliamo chiamarla) di questi gruppi (di cui l'etnia è solo una parte dell'onticologia di questi umani.
  10. Passare dal marxismo all'islamismo non mi pare un salto logico; sono entrambi estremismi e confermano la lettura antropologica del modo attraverso il quale culture relativamente arretrate, ma assimilabili analiticamente alla stessa area che si è formata nei millenni, a partire dalla mezzaluna fertile, attraverso una conformazione geografica favorevole sulla linea dei paralleli, che ha permesso questo scambio continuo di  specie animali, vegetali, merci, tecnologia e cultura, reagiscano alle "intrusioni". Non è un semplice scambio di cultura, l'evoluzione dei gruppi sociali passa in primis dalle specie coltivate e allevate; cioè ci si ciba delle stesse piante così come degli stessi animali -- i paralleli aiutano in quanto le condizioni generali di clima e meteorologia sono praticamente identiche.  Questi passaggi sono fondamentali per tutti gli aspetti che riguardano la formazione dell'immaginario e del carattere dell'umano.
  11. Dimenticarsi, o non sapere questi passaggi fondamentali e ingigantire tutto attraverso la lente del conflitto distributivo tra classi  è' un atteggiamento ottuso ove non fosse cercato (capisco bene l'esigenza di non spostare il fulcro del ragionamento del concetto principale in altra direzione, ma c'è modo e modo). 
  12. Quando ho cercato di portare il ragionamento anche su questi aspetti dopo diversi messaggi di approfondimento,  che per ragioni di spazio sono culminati in un mio esempio di supersintesi dove facevo notare che, seppur al meridione abbiano subito una sorta di colonizzazione "culturale forzata", con relativa eliminazione delle persone più capaci e determinate -- cioè, l'eliminazione dei briganti, che già combattevano l'aristocrazia borbonica -- aristocrazia che  essa stessa fu impianto forzato -- da parte delle oligarchie capitalistiche dominanti dell'epoca, non è mai successo, nemmeno dopo due o tre generazioni di "terroni" nati "al nord", emarginati, disadattati e senza speranza (e ce ne sono stati parecchi. Ma l'intellettuale vista l'alta estrazione sociale non può esserne correttamente informato), che qualcuno di loro sia entrato in una caffetteria di Torino sparando all'impazzata e gridando"N'tu'culu ai Savoiaaaa!" in un turbinio di sangue e gianduiotti.  LE DIFFERENZE ANTROPOLOGICHE ESISTONO! NON C'E' SOLO LA CULTURA! IL MATERIALISMO STORICO SI MANIFESTA ANCHE ATTRAVERSO LA MATERIA DI CUI SIAMO COMPOSTI E CHE SI RIASSUME ANCHE NEL DETTO: "NOI SIAMO CIO' CHE MANGIAMO" (inteso nel senso più ampio; beviamo, respiriamo, aspiriamo, iniettiamo etc etc).
  13. Ecco la sua risposta:
  14. Caro Ceccato, ma non si era aperto il suo blog?
    Si sentiva solo?
    In effetti, non ho alcuna voglia di confutare l'impianto logico, nonché fattuale, di queste obiezioni fondate sulla incomprensione fenomenologica dei concetti utilizzati e degli eventi citati, riportata all'immutabile schematismo da cui parte.

    Poiché trova soddisfazione nel replicare, prevengo subito dicendo che "fenomenologico" è un termine inspiegabile e tale deve rimanere. In questo specifico contesto.
    Un mistero oscuro...

    Non c'è tempo per NON darle ragione, conclusione che mi pare inevitabile e salvifica: qui abbiamo cose più pregnanti di cui occuparci.

    Preferisco lasciarla mentre pensa che le sue repliche siano logicamente inattaccabili. 
    Vuoi mettere la "difficoltà" di accomunare le varie stragi che "misteriosamente" si accumulano in USA nonché quella di Breivik e di Monaco? 
    Un grande risultato cognitivo e un'acuta osservazione a cui nessuno dovrebbe replicare.
    Ottenuto questo "trionfo", mi auguro che sarà placato e che possa indirizzare altrove il riversamento della verità.
  15. Ma dai?!!?! Scrivi quasi ogni giorno dei post kilometrici che spaziano in ogni ambito del pensiero umano e non hai voglia di confutare un aspetto del problema, solo perché mette qualche puntino sulle i del comportamento umano che non rientra nell'immaginario della lotta di classe? La sconfitta è la sua caro Caracciolo. Non importa, va bene così, ho aperto 'sto blog apposta: scrivere di quello che l'intellettuale a volte dimentica, nel suo sforzo teso a far comprendere, a quelli che riescono a seguirlo, quale sia il vero nemico da combattere (tanto di cappello, l'ho già detto più volte -- anche se arrivate in ritardo :).
  16. Per quanto riguarda il "solo" c'è un proverbio famosissimo che è inutile citare e che, in questo caso, faccio mio.
  17. Ah, il  post è questo.