giovedì 31 marzo 2016

Ontologia o onticologia...o entrambe?

Questa è la mia risposta cui spero segua replica.


Più ci penso e più non capisco.
Se diamo per scontata la distanza, o comunque sia la profonda differenza, quasi fosse posta in una dimensione diversa (magari attigua ma diversa) tra ontologia e etica significa che non vi è ricerca che tenda a farle convergere.
Ma senza la ricerca che sia di indirizzo a farle convergere il risultato sarà l'inevitabile predominio di quelle forze naturali che tendenzialmente ignoreranno (quindi ignoranti) quelle etiche.
Non vorrei che il discorso tra "essere" e "dover essere" non venisse posto nella giusta prospettiva: l'ontologia non può "dimenticarsi" il "dover essere", anzi, il continuare a "voler essere".
Vorrei rendere leggibile in modo chiaro tutta la questione, quindi passo a definire i significati.
"L'essere" è la mente (ma anche non solo quello) e il "voler essere" sono i geni se vogliamo rendere l'astrazione leggibile...

Ok, sono andato a vedere il significato e cosa esattamente si intende per ontologia (visto che non ho studiato filosofia potrebbe essere che io intenda una cosa ma il termine ne significhi un'altra...e infatti) e ho notato che ciò che io intendo è proprio l'onticologia. Quindi, quando sopra dico ontologia intendevo onticologia.
Infatti non colgo differenza tra ontologia e morale e di conseguenza etica.
La morale è figlia del suo tempo, ce lo insegna la storia stessa della filosofia. Non esiste una morale assoluta e di conseguenza neppure un'etica assoluta.
Non esiste nulla di assoluto in questo universo.

Quando dico "figlia del suo tempo" intendo propriamente della qualità, o essenza che dir si voglia, di quel tempo.
Non vorrei che sfuggisse ai filosofi attuali quello che è oramai dimostrato empiricamente; non esiste un tempo assoluto. Esso "subisce" la condizione spaziale ove lo si misuri. Ma se non esiste un tempo assoluto è più che immaginabile che esso abbia anche delle qualità e interagisca con le qualità dello spazio che occupa dato che sono una cosa unica, cioè hanno medesimi attributi.
Ecco che il senso di consapevolezza della morale viene influenzato dalla qualità del tempo in cui si trova.
Cioè la mente, che è quella che "interagisce" coi princìpi primi soggiacenti nell'universo, e non vi è dubbio che essi siano parte dell'universo altrimenti vorrebbe dire che anche la mente non ne fa parte (ma sarebbe più che arduo sostenerlo),  a questi fa riferimento.
Quindi, se diamo per buono che la morale è figlia del tempo relativo, la differenza sostanziale è tra il "voler essere" e "l'essere", tra onticologia e ontologia e la morale è ciò che la mente riesce a cogliere del tutto. 
Il problema di  Dio non è risolvibile dalla mente umana in quanto la mente pur non essendo il cervello, si manifesta tramite esso ed i suoi limiti. La mente in uno sforzo tendente all'assoluto, a volte riesce a "dimenticarsi" la situazione contingente in cui si trova, probabilmente sconfinando nella dimensione dei princìpi, e coglie l'essenza del tutto, la quale non va intesa come Dio, ma come informazione dimensionale di esso.

La sfida è la coniugazione tra il "voler essere" e l'"essere". Per poter cambiare il mondo (l'uomo), e per farlo in modo strutturale e non solo formale (e qui si potrebbe aprire una parentesi sconfinata sul fatto che per esempio più di duemila anni di Cultura intesa nel senso più ampio, quindi ivi compresa la filosofia, non siano riusciti a cambiare l'uomo strutturalmente, nella sua natura dico io, dato che ancora compie tutta quella serie di comportamenti di conseguenza ai quali i risultati sono delle carneficine via via di entità maggiore. Poco più di due generazioni fa l'ultima che somma decine di milioni di vittime) è necessario compiere lo sforzo continuo di "leggere tra le righe" delle informazioni che da ambo le parti, quella ontica e quella ontologica, giungono a "noi" (e dico noi perché l'umano non è concepibile come fine a se stesso, eliminando in questo modo alcuni paradigmi che pongono il suo egoismo come linea guida per  la sua emancipazione dalle forze che lo limitano).
In questo modo si dovrebbero evitare alcune "letture in libertà" di ciò che è il "diritto di".
E segue esempio:quando tu parli di Diritti Civili dei diversamente eterosessuali cosa esattamente intendi: sono quelli relativi alla sfera dei sentimenti e dei valori materiali e giuridici che regolano la coppia sia in essere sia che sia stata e per ciò che sarà?
Cioè il disporre di tutte le possibilità relative alla persona cara, come essere La persona deputata a seguire l'amato nella disgrazia, poter disporre dei lasciti, poter sancire questa unione a livello istituzionale anche nella forma etc etc?
Oppure, ivi compreso c'è la possibilità di "avere" un figlio in uno dei modi che la legge prevede per le coppie formate da entrambi i sessi?
Se quei Diritti Civili si fermano alla prima ipotesi non vedo come onticologia ed etica possano avere problemi.
Nel secondo caso ci sono, ma non ne illustro le motivazioni dato che potrebbe non servire (ma posticipandone la spiegazione nel caso dovesse essere richiesta; accenno solo al fatto che la supposta ignoranza; a) non è supposta. b) questa ignoranza ha una sua funzione. Così come vi sono princìpi morali cui l'uomo non può sfuggirne, allo stesso modo vi sono quelli ontici. L'ignoranza così detta dal punto di vista morale, è fisiologica al voler essere cui non è possibile sfuggire).

L'uomo non può permettersi di lasciare che le forze ontiche e ontologiche restino tra loro distanti, pur rispettandone, e qui sta il paradosso, le diverse leggi.

Un amico

Per onestà e correttezza pubblico la risposta. Non pubblico nome e cognome per correttezza sulla privacy, ma se il diretto interessato accossentisse non avrei problemi a farlo. Lo ringrazio molto in quanto ha prodotto un post senza che debba "sbattermi" troppo, e in quanto è un grande aiuto alla prosecuzione di un indirizzo generale volto a preservare la nostra cultura dallo sfascio.
Ciò che segue è suo. Grazie Dario.

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Ciao Sandro, mi fa sempre piacere proseguire e approfondire un dialogo!
Anche perché l'occasione del mio intervento, limitata a un'oretta di presentazione, e l'oggetto stesso, la visione teologica di un filosofo, necessitano un approfondimento. Ti propongo alcuni (s)punti per una riflessione e chiarimenti sulla mia posizione..

1. Il filosofo e il cristiano. Stanno all'interno della tessa persona, negli anni hanno imparato a convivere, ma usando due linguaggi diversi. Il mio tentativo non è di ritrovare Dio attraverso la scienza, cosa di principio impossibile, ma di riconoscere - cosa assai più umile - la non-contraddizione del discorso scientifico con l'idea di Dio. Ora, quale idea di Dio? Quella lévinassiana dell'alterità, dell'esteriorità e della trascendenza assolute, che ho io penso nei termini dell'opposizione tra l'universo quale "sistema dell'immanenza" e Dio quale "principio trascendente". Giordano Bruno, che non trova Dio nell'infinito dell'universo, viene bruciato vivo nel 1600, ma dice qualcosa di "teologicamente corretto", alla luce della teologia contemporanea.

2. Perché il Dio cristiano? Non per una ragione antropologica o sociale ma, più strettamente logico-metafisica - e cristiana. Ecco, nella scelta del Cristianesimo, il filosofo e il teologo si incontrano. Trovo nel Cristianesimo l'unica religione fondata sull'identità dialettica della "contraddizione" (dell'esistenza umana) e della "riconciliazione" (dell'umano e del divino, dell'umano con il divino); l'unica religione che sfida appartamento la logica classica, pensando un Dio che si fa uomo, un esistente che muore per sconfiggere la morte, ecc. Tutta la religione cristiana, così come esposta nel Nuovo Testamento (e non come vissuta e interpretata dalla storia del clero), è cifra di una profonda contraddizione, risolta ma non annullata (come in Hegel) da una mediazione "impossibile eppure reale". Un interessante luogo filosofico ove ritrovare e incarnare questo discorso è quello di L. Pareyson ("Ontologia della libertà")  e del suo eccezionale allievo C. Ciancio ("Il paradosso della verità"). 

3. Sulle suggestioni scientifiche. Nell'intervento mi sono limitato a esporre l'esperimento mentale di un'intelligenza universale che, attraverso una sorta di "materia signata", ricostituisce le formazioni biologiche individuali. Ciò non implica che il codice genetico umano sia "progettato" o "eletto"; vuol solo dire che un'intelligenza suprema, sulla base del nostro DNA, sarebbe capace a posteriori di ri-crearci come siamo ora. I geni sono la biblioteca, la maggior parte di essi non è attiva - ma non viene gettata via; i nostri "attributi essenziali" sono determinati solo dai geni attivi. La "materia signata" di Tommaso non dovrebbe solo determinare il codice genetico umano, ma discernere al suo interno quali sono i geni attivi. Per questo parlo di una intelligenza suprema e infinita, riconducibile solo a Dio (in quanto Assoluto).
Tornando alla questione genetica, che, vedo, ti ha molto interessato, si pongono un problema di ordine metafisico ed uno di ordine etico. Il risorto non sarebbe  me stesso, ma un mio "clone". Il clone avrebbe la mia stessa mente? L'anima individuale non è forse unica e irripetibile? Essa verrebbe come strappata dall'eterno per ritornare al mondo? O la realizzazione del clone sarebbe piuttosto la prova dell'inesistenza di un anima trascendente (perché, se esistesse davvero questo "soffio vitale" che è lo spirito, il clone non potrebbe prendere vita)? Il problema è, ovviamente, complesso. C'è poi la questione etica (e sociale) sulla liceità della clonazione, che si intreccia su quella del "diritto alla vita": fin dove si spinge? contempla anche il diritto di creare una ex-novo? Se diciamo che la clonazione è sbagliata perché non è qualcosa di "naturale", onestamente inorridisco: l'argomento della "naturalità" è lo stesso argomento usato da razzistelli, ignoranti e fascistoidi per negare, ad esempio, i diritti civili alle coppie omosessuali. Breve chiosa: diritti civili e sfera religiosa vanno separati, almeno nel XXI secolo! Se una donna vuole abortire non deve, a mio avviso, esserci una legislazione che gli lo impedisca; per me resta un peccato e un omicidio (la vita "inizia dall'inizio", non dopo una settimana, un mese o tre mesi), ma la legge deve punire i delitti, non i peccati. Il peccato e la conformità alla legge divina saranno giudicati da Dio, e non dall'uomo. Tornando al discorso sulla clonazione,  anche porre un limite alle possibilità di clonazione mi sembra inadeguato: perché clonare una pecore sarebbe ammissibile e clonare un uomo no? Come sostiene Singer in "Etica pratica", non esiste alcun privilegio etico attribuire alla specie homo rispetto agli altri animali del pianeta. La questione è, anche qui, complessa. Credo tuttavia che, in questo caso, l'etica imponga una risposta totalitario e priva di mediazioni: o sì o no....

4. Etica e ontologia. Noto che nel tuo discorso ragioni etiche e ontologiche si soccorrono a vicenda, o meglio, che le ragioni ontologiche vengono a supportare una posizione di ordine etico e sociale. Invero etica e ontologia sono due dimensioni che tendono a respingersi, più di quanto può apparire. L'essere e il dover-essere raramente coincidono. In merito, ti consiglio di approfondire i punti di vista di due grandi autori contemporanei: Heidegger (sull'insensibilità dell'ontologia alle determinazioni di ordine etico) e Lévinas (sul primato logico/metafisico delle ragioni etiche su quelle ontologiche). In breve, l'ontologia restituisce una storia scritta dai vincitori, un destino di fronte al quale nessun  uomo può opporsi, e una serie infinita di azioni di cui nessuno è veramente responsabile. Certo, le cose - purtroppo - sono affettivamente così - questa è la legge dell'essere - ma non devono essere così. La filosofia non si deve ridurre al compito ontologico, la descrizione dell'esistente, ma deve trasformare il mondo!

mercoledì 16 marzo 2016

La Nemesi del Cattolicesimo ?

C'era una cosa che ultimamente colpiva per assenza di reazione; l'atteggiamento di Zì' Francesco rispetto all'ultima "riforma"; quella che sdogana definitivamente e senza limiti non solo la manipolazione dei meccanismi biologici dell'essere, ma soprattutto la loro potenzialità commerciale.
Io pensavo, mi illudevo, che il mondo cattolico sarebbe insorto "ferocemente" verso quel certo modo di pensare all'uomo come fosse semplicemente un prodotto biologico della natura, e invece...nisba..
Non voglio entrare nel merito delle ragioni che dovrebbero spingere un cattolico a difendere un certo tipo di "visione", quello che mi interessa è che lo faccia, e lo faccia possibilmente portando argomentazioni che interpretino le ultime scoperte scientifiche nel rispetto massimo di tutti gli esseri umani, dato che per le interpretazioni che faranno gli interessi solo di alcune parti, o classi se preferite, di esso, i think tank anglofoni ne hanno già sfornate parecchie.
Invece silenzio quasi assoluto a parte alcune frasi di circostanza, appunto come farebbe uno zio col nipote che inizia a scorazzare col motorino o a "frequentare" una ragazzina: "MI raccomando, stai attento, non scippare le vecchiette e non passare in impennata dal centro...", oppure; "Non fare le cose di vergogna, che se poi resta in cinta la dobbiamo abortire..."
Bravo zio, intanto impara l'Italiano.

Aggiungo anzi, che poco tempo fa l'associazione culturale del mio paese, che frequento da poco, ha organizzato la presentazione di un libro scritto da un giovane originario del posto, di belle speranze in quanto capace e dottore in filosofia (che non guasta), nel corso della presentazione tenuta da lui medesimo, mi hanno colpito alcune frasi relative alle ultima scoperte della scienza riguardanti la genetica e le possibili implicazioni. Ha portato l'esempio della possibile resurrezione del corpo, magari in un futuro a lungo termine (e qui il lungo termine ci farebbe un baffo, sempre che uno si premunisca congelando il proprio cervello o anche solo un piccolo brandello o quel che l'è ;), cercando di portare la scoperta nell'alveo della credenza cattolica.

Diciamo che il suo maggiore sforzo non è stato quello di approfondire l'argomento genetico, il suo tentativo è stato quello di dimostrare o voler dimostrare l'esistenza di Dio. Quale Dio direte voi? Quello cattolico, dice lui.
Il problema è che probabilmente si è perso alcuni passaggi che, nel frattempo, il sistema sociale che sta dominando il mondo (o quantomeno ci sta provando con tutte le forze) ha messo sul tavolo del dibattito sul senso generale dell'esistenza umana su questo pianeta.

Il primo di questi passaggi che mi sovviene è quello che pone i geni in rapporto alla questione se possa essere preso per buono il paradigma che l'uomo è stato "progettato" da Dio e che è "differente" (nel senso di eletto) da tutti gli altri animali.
Sorgono subito due problemi fondamentali; il primo è che non vi è traccia del progetto, e i geni che "formano" il nostro cervello sono gli stessi geni che "formano" tutti gli altri cervelli, ivi compresi quello del maiale o di qualsiasi  altro animale. La differenza sta nella diversa posizione delle lettere che formano quel codice (per metterla giù facile).
Per capirci è una cosa tipo due libri diversi, i quali bene o male usano perlopiù le stesse parole ma ciò che raccontano e vogliono significare può essere profondamente diverso.
In più l'uomo può mettere mano in questo ipotetico "non progetto" e  dargli una forma (che per ora è "predefinita", ma non credo passerà molto tempo prima che venga scoperto un sistema in grado di modificare, a piacimento o meno, i geni) .
Ma se l'uomo può mettervi mano e fare quello riesce a fare è chiaro che "il valore infinito dell'essere umano" va ricercato altrove, altrimenti ogni cosa esistente biologicamente sulla terra ha valore infinito. Inutile dire che questa considerazione avrebbe delle "piccole" complicazioni pratiche; che magnamo se pure le piante hanno la stessa nostra matrice?
Dio che crea l'uomo a sua immagine e somiglianza non regge, punto.
E se, come pare sia da tutta una serie di studi compiuti non si sa bene in base a quale epistemologia e manco si sa bene quanto siano stati sottoposti alla verifica scientifica (i quali vengono però pubblicati sui giornali e nei sevizi dei vari telegiornali e dai media in genere), i comportamenti di base dell'uomo sono dettati e "gestiti" dai geni e non dall'intelletto formato dalla cultura, cioè dall'ambiente, ecco che anche il senso di colpa, che veniva implementato dall'opinione pubblica, cui una volta andava incontro l'uomo che manifestava poca empatia verso il prossimo, inizia a perdere la sua efficacia e inizia a insinuarsi in generale il dubbio che abbiano ragione coloro i quali pensano che in natura debba sopravvivere solo chi ha la forza e la capacità di stare dalla parte giusta.
A me ricorda un certo schioppo da Padoa.
Senza contare che sa tanto di determinismo assoluto, cosa che lascia alla cultura delle misere briciole di effetto placebo.

Il secondo è che se l'uomo non ha valore infinito, ecco che la sua mercificazione trova finalmente (per qualcuno, è chiaro) campo libero e senza che vi sia neppure un minimo di freno morale inibitore.
Eh si, perché se il paradigma diventa quello ristretto all'evoluzione e alla relativa selezione naturale il discorso è belle che chiuso per un semplice motivo; sarebbe assurdo vietare il commercio di ogni altro animale.
Ma se l'uomo è assimilabile a tutto il resto del regno animale allora può essere commerciato uguale. Questo da un punto di vista ontologico. Da un punto di vista socioeconomico il discorso diventa;  se le mie capacità mi consentono di accumulare più ricchezza di te è perché sono più adatto di te a sopravvivere in questo mondo. E' una legge naturale e quindi è chiaro che se esiste un Dio che ha stabilito delle leggi, quella della selezione naturale è una di esse ed è strettamente correlata all'evoluzione, che a sua volta è indirizzata dai geni.
Questo è quanto (molto ma molto a grandi linee. Ma si sa, prima si tirano le grandi linee e poi si passa ai colori e ai particolari e una volta che il quadro è fatto ed è anche l'unico esposto a tutti non resta che guardarlo)

Non è difficile immaginarsi un futuro nel quale chi potrà ordinerà un bel bambino biondo, occhi azzurri, alto, etc etc.
Ma non solo, potrà anche ordinare un umanoide geneticamente preordinato, magari coi geni dell'asino per la resistenza, quelli del bufalo per la forza muscolare etc etc da "impiegare" in ogni attività utile.
Di solito la realtà supera l'immaginazione.
Non conterà più il sesso, in fondo, a pensarci bene anche Gesù ha avuto due padri e la sua inseminazione è stata in un utero....come potremmo definirlo; in prestito? requisito a tempo determinato?

Io ci vedo la nemesi dei cattolici se qualcuna delle sue menti più eccelse non si sbriga a risolvere questo brutto pasticcio.
E aggiungo che andare a ruota delle interpretazioni date dal "Nord" del Mondo porterà la nostra cultura allo sfascio anche dal punto di vista giuridico -- e questo dopo che ci sono già andate, allo sfascio, quello politico e quello economico.

C'è tanto lavoro da fare...chi si offre volontario?





sabato 5 marzo 2016

J.M.K

Dalla Bbibbbia secondo Sandro (ma non solo) ecco un passaggio che ho ritrovato e che riassume e racchiude "l'anima vitale" del pensiero di questo blog:

"Io ritengo che le obbligazioni nascenti da indebitamenti passati, fra le quali i debiti pubblici sono il caso principale, debbano col passar del tempo corrispondere ad un ammontare via via decrescente di lavoro umano e dei risultati di tale lavoro; che il progresso debba allentare gradualmente la stretta della mano morta della proprietà ereditata dal passato; che a questa non debba essere concesso di afferrare i frutti dei progressi compiuti molto tempo dopo che gli essere viventi che li produssero sono scomparsi."

Quanta saggezza e quanta lungimiranza e, purtroppo, quanta attualità.

Non fu ascoltato allora, quando si pronunciò su altri ambiti, e il risultato fu la seconda guerra mondiale.

(...) ...che a questa non debba essere concesso di raccogliere i frutti dei progressi molto tempo dopo che gli essere viventi che li produssero sono scomparsi.

Ad oggi questa discrepanza ha preso una dimensione temporale meno ampia, e chi ne coglie i frutti è ancora tra di noi (banalmente una questione demografica e di emancipazione dalle forze disgreganti della natura) e ne determina gli eventi.

Meditate gente, meditate...e mediate...




I conti della serva

Ultimamente vedo molte nuove visite e allora ho pensato di raccontare qualche passaggio di economia a livello di conti della serva.
Un immenso grazie a Claudio Borghi per una spiegazione tanto semplice che l'ho capita pure io.

Vi ricordate l'LTRO della BCE, la prima nel Dicembre 2011, e nel Febbraio 2012 la seconda.
Allora, adesso bisogna semplificare e ridurre parecchio a favore di chi non ha alcuna idea a livello di macroeconomia, ma a grandi linee per l'appunto, le cose sono andate così.

Ricapitoliamo: A fine 2007 scoppia la crisi dei subprime in USA. Le banche tedesche avevano in pancia miliardi di quei titoli spazzatura e la loro capitalizzazione era andata a livello di quella del mio portafogli; sottozero.
Ma le banche Tedesche avevano anche accumulati in Target2, che è una "camera di compensazione" per le transazioni dei capitali a livello europeo, una vagonata di titoli di stato e obbligazioni del governo italiano, perché Target2 (d'ora in poi T2) funziona così: tutte le transazioni finanziarie relative ai beni commerciati passano tramite le banche centrali attraverso T2 dove vengono registrati in partita doppia. Ma il sistema T2 stabilisce anche che non devono rimanere degli scoperti nei conti, quindi vi sono tre possibilità; la prima è che il paese creditore copra la colonna che va sotto il segno meno (mmmh, non ha molto senso, ti presto i soldi e ti copro anche  lo scoperto. Non può funzionare).
La seconda è che arrivano i marziani e coprono il meno con obbligazioni DPR (Del Pianeta Rosso) (moooolto improbabile).
La terza è che il paese creditore copra il meno, già, ma se mi son fatto prestare i soldi un motivo ci sarà. Quindi l'unico modo per coprire il segno meno è metterci titoli di stato e obbligazioni del paese debitore.
Va tutto bene fino a quando il castello di carta regge...ma arrivano i subprime, così la previdentissima Cermania stava per andare culo all'aria.
Pretende che i paesi periferici  rientrino immediatamente e si ricomprino i  suoi titoli, ma Abberluscone dice: "Col cappero che rientro, per un politico significa misure lacrime e sangue e significa anche essere messo alla gogna per sempre", e così gli altri che non avrebbero potuto lo stesso, anche se avessero voluto.
Già, ma a quel punto è Frau Merkel a doverci lasciare il culone, Per poter dominare i mercati sta sfruttando i nuovi entrati nel mondo del lavoro facendoli lavorare mezza giornata (vedere riforme Hartz) e pagandoli meno degli altri (i giovani, quelli che nei luoghi comuni non han voglia di fare una beneamata...), ottenendo così di immettere nei mercati, dei beni più competitivi, mentre gli altri governi stavano cercando di diminuire il debito (per i miscredenti andatevi a vedere i grafici che oramai sono di dominio pubblico).
Se venissero a sapere che tutti quei sacrifici sono stati sputanati in titoli tossici le arrostirebbero il "culetto" come un wurstel.
Ma dato che esiste il libero mercato, lascia briglia sciolta agli squali della Buba (Bundesbank, banca centrale tedesca) che buttano sul mercato tutti i titoli di stato dei paesi periferici dell'UE.

Tutti ci ricordiamo lo spread che ci martellava da mane a sera tutti i santi giorni. Passò i 600 punti e Silvio fece Caporetto.
Eliminato Silvio misero un liquidatore (Monti) che iniziò l'opera di sciacallaggio dopo il terremoto.
Misero in opera il MES (meccanismo europeo di stabilità) cui noi poveri fessi fummo gli unici a contribuire abbondantemente al netto.
Si, perché con quei soldi, che andarono a coprire i buchi delle banche spagnole greche e portoghesi verso quelle tedesche, Frau salvò le posteriora. Tutti finocchi col culo degli italiani.

E qui arriva il bello.
Draghi dice che per far ripartire l'economia bisogna dare soldi alle banche di modo che facciano di nuovo credito alle imprese e spara la prima bordata di € alle banche che si finanziano all'1%, il famoso LTRO, e poi un'altro due mesi dopo -- Febbraio 2012. Ma i soldi alle imprese non arrivano; "Ma come mai? Ma perché? Non capisco?!" etc etc bla bla.. (poi lo vediamo come mai).

Ma anche Monti va salvato, dopo le lacrime e sangue degli italiani lo spred non era sceso e si manteneva a livelli assurdi e anche il suo culetto si stava surriscaldando pericolosamente assieme alla tenuta dell'€, quindi Draghi pronuncia il famoso; "Whatever it takes!" (Faremo tutto ciò che serve).
Da allora lo spred cala fin sotto i cento punti. Ma l'economia non riparte cazzarola; "Come mai ma perché come mai?! etc etc bla bla....", "Sarà questo sarà quello, sarà quel che sarà..." e passa il tempo.
Dopo vari depistaggi ecco un'altra soluzione: Il Bazooka di Draghi; "Ho trovato, faremo un Quantitativ Easing!". Significa l'acquisto diretto dei titoli di stato dalla BCE.

Ricapitoliamo: I titoli di stato erano andati sotto le scarpe, quello che valeva 100 era andato anche a 65, lì arriva l'LRTO alle banche annunciato per far credito alle imprese, e le banche cosa fanno? ci comprano i titoli di stato a 65.
Passato un po di tempo e pronunciato il "Whatever it takes" i titoli di stato ritornano a 100, lì la BCE fa partire il QE e ricompra i titoli a 100 di cui le banche avevano fatto incetta a 65/70...
T'ha capì??? (e se non hai capito ti meriti l'euro caro/a).

Ah, nel mentre il governo tedesco sborsa 280 mlrd di € (si avete letto bene, duecentottanta miliardi) e salva le sue banche moribonde (adesso a noi non hanno neppure permesso di metterci 1 miliardino e manco dallo stato, ma dai fondi delle stesse banche, per salvare qualche correntista di quattro banchette regionali...ma quando ci svegliamo?!), poi mettono in piedi il nuovo sistema bancario, quello che ha istituito il bail-in.
E il governo Renzi ha fatto la legge dell'esproprio della casa se non paghi un po d rate.

Anche qui ricapitoliamo: Se fallisce il cittadino, la banca gli porta via la casa. Se fallisce la banca, il cittadino deve salvarla.
T'ha capì??? (stessa cosa di sopra).

i.








giovedì 3 marzo 2016

Avviso ai naviganti

Certo,probabilmente è un blog bislacco, però il consiglio è quello di verificare altrove e cercare. Senza ricerca staremmo ancora a zappare terra per il signorotto, e senza ricerca ci stiamo tornando.
Ma la ricerca di cui parlo non è solo quella fatta nei laboratori sui microscopi o telescopi, è quella più importante che indaga la nostra dimensione antropologica, quella che ci dà un baricentro, un ombelico, e la certezza di fare la cosa giusta, più che per noi stessi, per coloro che volenti o nolenti abbiamo posto in essere.
A loro dobbiamo pur qualcosa,  perlomeno la possibilità di poter scegliere, perché vivere in un sistema che procede col pilota automatico cui tutto è dettato da forze esogene e al di sopra di ogni nostro possibile intervento,  potrà solo risultare alienante e devastante per la loro psiche.

Pensate davvero che basti non vedere la guerra tradizionale per le nostre strade per sentirsi al sicuro e vivere una vita dignitosa?
Se davvero tutti ci si è resi conto di lasciare ai nostri figli una società debole degradata e sfilacciata, allora perché ci si accontenta di udire spiegazioni più bislacche di questo blog e raccontate da quelli che in prima persona da decenni hanno scelto di percorrere strade che già allora si sapeva essere sbagliate?

Ecco perché serve la ricerca. Dobbiamo capire che abbiamo, nella mente nella carne e nei nostri mezzi,  un'identità particolare, "nostra", e che senza di essa siamo, senza barca, in mezzo al mare degli eventi. Certo noi abbiamo ancora almeno il salvagente; ma i nostri figli?
Potete davvero accontentarvi di questo percorso senza alcuna uscita, senza la possibilità di poter fare nulla di nulla per modificare la rotta? e tutto solo per rimanere aggrappati a una ricchezza che non è più reale?
Ma non vi siete accorti che la vostra ricchezza; quando serve al sistema EU è ben valutata, ma se solo provate a materializzarla le vostre pretese devono ridimensionarsi, e non di poco, al ribasso?
E che questa tendenza è diventata irreversibile?
E che è la mancanza di ricerca che vi ha portato in quello che credete sia un tunnel con la luce in fondo?

Metto qualche cartello segnaletico, da questi siti potete trovare molti altri agganci e una quantità importante di materiale scientifico ... che la ricerca sia con voi.

http://goofynomics.blogspot.it/

http://orizzonte48.blogspot.it/

https://leggereimprecisionineitestiscolastici.wordpress.com/

Gli italiani sono delle merde, a parte me!

Provate a pensare alla grandezza e complessità sistemica che è necessaria per ottenere una piccolissima pillola che servirà a produrre una certa quantità di brodo.

Si inizia da imponenti trattori che lavorano orti giganti, grandi carri che raccolgono i prodotti, estesi sistemi infrastrutturali convogliano questi prodotti verso grandi strutture, progettate in ogni particolare, dove un lungo e complicato processo di tecniche eterogenee trasforma quel prodotto grezzo in una sostanza, che sapientemente ridotta e ancora ridotta, raggiunge la forma minuscola di un grande bottone avente la capacità di sprigionare una intensa varietà di effetti diversi, che in cucina prendono posto nella categoria degli aromi e del nutrimento.

La stessa cosa è successa alla psicologia del sistema Italia.
Un imponente lavorio di organi di stampa, televisione, radio, pubblicità e altro ancora, veicolati da un complesso sistema inframediale ha convogliato il prodotto informativo verso quella parte della "struttura" mentale dell'individuo che viene comunemente denominata psicologia, ed il risultato, sottoposto al continuo lavorio di riduzione del processo mentale, è una piccola pillola di saggezza dell'ego, diretta,sintetica, concisa e che ha dato il titolo al post: "Gli italiani sono delle merde, a parte me!"


A questo "logorio della vita moderna" non si è salvato quasi nessuno, a parte quelli che ne avevano le capacità intellettuali endogene e, al contempo, un costante rapporto con altre identità nazionali cui fare paragone (io non sono tra questi, ma mi riconosco il merito, di onestà intellettuale, di essermene reso conto e di essere corso ai ripari quanto prima. Senza esimermi nel ringraziare Bagnai per l'opera svolta).

La devastazione culturale che ne è scaturita è massima e generalizzata, e questo paese si salverà (sempre se ci riuscirà), solo se, e nella dimensione in cui, le due prossime generazioni rifiuteranno quell'insieme di educazione famigliare, istituzionale e mediatica cui sono sottoposti, cercando nel contempo l'identità perduta.

A noi tutti spetterebbe il compito di farli scendere dai carri che portano a quelle strutture dove all'entrata, oggi, sta scritto: "L'immigrazione e il reddito di cittadinanza rendono liberi!"
Ma la devastazione di cui sopra si è parlato ha lasciato ben poche speranze.

mercoledì 2 marzo 2016

Cronache da Eurolandia

Due notizie dei nostri tempi. Sappiate che è roba di tutti i giorni eh, nel senso che l'attacco è diretto su tutti i fronti; oggi ho trovato il tempo di segnalarle.

https://twitter.com/corriereit/status/704559245895847936

Questo articolo è una delle schifezze che ci tocca subire per le scelte suicide della classe dirigente della nostra nazione avallate dagli organi di informazione. In Grecia è da circa due anni che se ne escono con queste trovate.
Mangiate pure cibo scaduto, non è veleno, non ti uccide subito, e poi se non hai proprio i soldi per comprarti cibo fresco e sano ti dovrai pure adattare no?!
Ma gli italiani pensano che comunque non toccherà a loro, magari al vicino di casa, magari all'ex compagno di lavoro che ha perso il posto, ma a loro no, e poi continuano a dirmi di stare tranquillo, perché mai dovrei assillare la mia vita che è già frenetica di suo occupandomi di osservare ciò che mi gira intorno prima che sia troppo tardi?

Ecco, gli organi d'informazione.
Vorresti mica insinuare che siano tutti dalla stessa parte?
Noooo....ma va, siamo in una società pluralistica mica un regime.


http://www.corriere.it/economia/16_marzo_02/stampa-secolo-xix-si-fondono-la-repubblica-futuro-rcs-615ce998-e098-11e5-86bb-b40835b4a5ca.shtml

Quando sentite parlare di antitrust, dovreste mettere subito mano alla fondina.
E dopo il partito della nazione ci sarà il quotidiano della nazione, il parlamento della nazione, la radio della nazione, la tele della nazione, oltre ad esserci già lo sport della nazione. Peccato che non sia la nostra.