giovedì 3 marzo 2016

Gli italiani sono delle merde, a parte me!

Provate a pensare alla grandezza e complessità sistemica che è necessaria per ottenere una piccolissima pillola che servirà a produrre una certa quantità di brodo.

Si inizia da imponenti trattori che lavorano orti giganti, grandi carri che raccolgono i prodotti, estesi sistemi infrastrutturali convogliano questi prodotti verso grandi strutture, progettate in ogni particolare, dove un lungo e complicato processo di tecniche eterogenee trasforma quel prodotto grezzo in una sostanza, che sapientemente ridotta e ancora ridotta, raggiunge la forma minuscola di un grande bottone avente la capacità di sprigionare una intensa varietà di effetti diversi, che in cucina prendono posto nella categoria degli aromi e del nutrimento.

La stessa cosa è successa alla psicologia del sistema Italia.
Un imponente lavorio di organi di stampa, televisione, radio, pubblicità e altro ancora, veicolati da un complesso sistema inframediale ha convogliato il prodotto informativo verso quella parte della "struttura" mentale dell'individuo che viene comunemente denominata psicologia, ed il risultato, sottoposto al continuo lavorio di riduzione del processo mentale, è una piccola pillola di saggezza dell'ego, diretta,sintetica, concisa e che ha dato il titolo al post: "Gli italiani sono delle merde, a parte me!"


A questo "logorio della vita moderna" non si è salvato quasi nessuno, a parte quelli che ne avevano le capacità intellettuali endogene e, al contempo, un costante rapporto con altre identità nazionali cui fare paragone (io non sono tra questi, ma mi riconosco il merito, di onestà intellettuale, di essermene reso conto e di essere corso ai ripari quanto prima. Senza esimermi nel ringraziare Bagnai per l'opera svolta).

La devastazione culturale che ne è scaturita è massima e generalizzata, e questo paese si salverà (sempre se ci riuscirà), solo se, e nella dimensione in cui, le due prossime generazioni rifiuteranno quell'insieme di educazione famigliare, istituzionale e mediatica cui sono sottoposti, cercando nel contempo l'identità perduta.

A noi tutti spetterebbe il compito di farli scendere dai carri che portano a quelle strutture dove all'entrata, oggi, sta scritto: "L'immigrazione e il reddito di cittadinanza rendono liberi!"
Ma la devastazione di cui sopra si è parlato ha lasciato ben poche speranze.

Nessun commento: