lunedì 24 ottobre 2016

Il tempo delle scelte (cit)

Provate a leggervi questi pochi passi, e poi ditemi se in questo complesso concetto avete trovato un accenno al vincolo esterno.

Non vi è nessun accenno al vincolo esterno perché il ragionamento di Keynes parte da una posizione dominante, si svolge nel sistema sociale più ricco che quell'epoca storica proponeva.
Non vi era neppure l'ombra di alcun vincolo esterno.
Keynes lascia intendere chiaramente che Londra era "the best in the world" e che se solo avesse voluto avrebbe potuto migliorare, al netto di tutto ciò che è possibile immaginare, la società in maniera sostanziale.

Ora, perché tocco questo punto?
Possiamo fare un'analogia tra l'Inghilterra a cavallo tra il 19° e il 20° sec. e l?italia del secondo dopoguerra?
Certo che lo possiamo fare, basta che vi inseriamo dei parametri.
Le scelte che avrebbero potuto compiersi nella Londra di quegli anni le avremmo potute compiere noi italiani a cavallo tra '70 e '80 del 20° sec al netto delle dovute differenze economiche e geofisiche.

Ecco perché la questione generazionale acquisisce  una certa importanza qui da noi; si è scelto di percorrere una strada impostata da altri, sottostando a regole giuridico/economiche -- e cioè a una certa visione della società -- disegnate su "corpi sociali" ben diversi dal nostro.
Si è scelto il vincolo esterno come direzione politica generale del nostro paese

Ora, prendiamo la macchina del tempo e andiamo a quel nefasto "fine anni '80 inizio '90" dove le trattative relative alla CE si fecero incalzanti e dove si stabilirono alcuni parametri fondamentali e stringenti che andavano a dettare quale era la strada che l' UE voleva e doveva percorrere.
A noi interessano quelli economici perché sono quelli che determinano le relative politiche -- che sono quelle che stabiliscono di fatto il passo di marcia e che cosa bisogna farne di quelli che non riescono a tenerlo (e qui abbiamo il primo scoglio "filosofico"; gli "spartani" la pensano diversamente dagli "ateniesi". Ma entrambi la pensano diversamente dai "socialdemocratici" dell'era moderna, e questo per una differenza "banale"; la tecnologia dei socialdemocratici permette una relativa ma maggiore inclusione e difesa dei più deboli e sfortunati -- pur sempre relativa, non dimentichiamocelo -- il significato e la differenza non è da poco; ad Atene, e non solo, la schiavitù era un fatto giuridico accettato, era una realtà accettata che oggi provocherebbe indignazione. 
Ma se da un lato, oggi, non è più accettabile una schiavitù formale, ipocritamente e ipocriticamente, lo è da un punto di vista reale.
E questo per la relativa complessità e burocraticità del nostro modello di sistema sociale basato su una profonda frammentazione delle competenze e della gerarchia -- che con l'UE ha raggiunto dimensioni mastodontiche -- che permette al cittadino di sentirsi estraniato dalla responsabilità di fatto relativa alle condizioni di vita poco dignitose, per usare un eufemismo, di una sempre più grande fetta di popolazione.

E andiamole a vedere queste scelte; qualcuno si ricorda Prodi -- mai abbastanza maledetto --alla tivvù nel '92 che sciorinava retorica e illustrava il "percorso obbligato"  (che in quel preciso momento era già stato tutto deciso) cui pareva non si potesse proprio farne a meno.

Certi articoli di giornalismo bisogna proprio leggerseli per rendersi conto del livello di distacco dalla realtà che certi intellettuali avevano, hanno e avranno. (Scoprendo tra l'altro, che si passava dalla direzione del Sole24ore a quella della Rai come fosse antani.)

Ecco due snodi cruciali del trattato di Maastricht che, a quel tempo, pare nessuno ci abbia fatto caso più di tanto.

(...)Per garantire la stabilità della futura zona euro, i parametri di Maastricht stabilivano inoltre regole addizionali per il bilancio pubblico: in breve, mantenere il rapporto tra il debito pubblico e il PIL sotto il 
 e il rapporto tra il deficit pubblico e il PIL sotto il . (...)

E qui casca il primo asino, o per dirla "Sgarbatamente", la prima "capra": Non è credibile che 
persone ai massimi livelli della disciplina economica non avessero ben ben chiaro, facendo una comparazione
tra i nostri parametri e quelli delle nazioni con cui saremmo 
andati a competere, vedi manufatturiero tedesco, che erano nettamente migliori dei nostri.
E tutto questo; dall'81 senza più neanche poterci finanziare a livello nazionale con tassi  minimi, 
dal '92 senza una banca pubblica, e dal '96 senza una propria moneta .


Ecco il primo e più grande scoglio; se non avete un minimo di base di economia, non potrete mai capire 
cosa ciò significhi.
Lo ripeto, non sia mai: Oggi l'economia sta al sistema sociale moderno, come il Latino stava alle sacre scritture 
nel medioevo.
Se non sai il  Latino ti dovrai bere tutte le cazzate che ti propinano i media, e se non sai di economia
non riuscirai ad evitare il neomedioevo cui stiamo cadendo.

Vediamo di intenderci; dal '81 al '92 i governi che si susseguirono fecero ogni santo anno (ognisantoanno) un deficit
a doppia cifra, e lo fecero per undici anni consecutivi (undicianniconsecutivi).
Mai meno del 10%, e fino a più del 12% qualche anno (ora stiamo li a elemosinare uno 0.1% che grida vendetta! cazzo!).

Vediamo di intenderci 2; il problema non è un'accusa al debito pubblico in quanto tale. Il DP è ricchezza per i cittadini.
Investita dove di dovere, la spesa pubblica crea ricchezza e inclusione generalizzate. 
Permette l'emancipazione dei meno fortunati dalle ristrettezze a dalla "miseria assassina".

Diventa un grande problema se ti vai a legare mani e piedi in un sistema, come quello della comunità 
europea, che, tramite controllo della spesa pubblica, scarica sulle classi più deboli il costo di una globalizzazione senza regole.

La differenza è che le generazioni che hanno potuto e voluto approfittare di quei "fantastici" anni '80
hanno anche avuto le spalle coperte a 360° potendo in quegli anni godere di un sistema che si è spartito
una distribuzione di ricchezza notevole, sia in quel momento particolare, ma anche in seguito avendo messo in atto
una serie di politiche di distribuzione di reddito futuro (leggi sistema pensionistico) mai viste prima.
Restando ai fatti, io conosco diverse persone che erano in pensione prima dei cinquant'anni, e lo sono ancora adesso
col sistema retributivo. Alcuni hanno più anni di pensione che di lavoro, e alle nuove generazioni
gli si sta dicendo che forse riusciranno ad andare in pensione a settant'anni!!! Cazzo!

Il "problema generazionale" esiste in quanto quelle stesse generazioni che poterono approfittare 
di quel momento fortunato, sono le stesse che sostengono l'operato delle classi dirigenti di questo Paese 
che in questi anni stanno facendo macelleria sociale dei più deboli e degli ultimi arrivati. Sono le stesse
che ripetono a pappagallo."Bastadebitopubblicobastadebitopubblicoandatealavoraregiovanidebosciatisenzavogliadilavorare!"

Io non ce l'ho con la mia generazione e con quella che la precede per partito preso, ma bisogna che si diano una svegliata
e che la smettano di usare tutti quei luoghi comuni relativi ai giovani e alle classi più povere che sono un misto 
di ipocrisia, ignoranza e apatia sociale.
Chi cazzo ha votato Renzi al 40% alle europee? Chi cazzo ha votato e rivotato quelli che hanno inserito il pareggio di bilancio
in costituzione? Chi voterà no al referendum e poi si lamenterà e chiederà di essere salvato quando lo spred inizierà
a bruciargli il vello anale?

E se proprio vogliamo andare a sindacare; chi cazzo da l'esempio ai giovani e chi cazzo li mantiene a bighellonare
pur non facendogli mancare nulla del superfluo? (superfluo che paradossalmente è basilare nei sistemi sociali 
che sanno creare ricchezza) E trovaglielo un lavoro decente e dignitoso a tuo nipote al posto di straparlare.

Quindi basta con questa ipocrisia nauseante; o volete stare nell'euroricatto della falsa morale e della falsa ricchezza, e allora 
un problema generazionale c'è ed è impellente, oppure datevi da fare ad uscire quanto prima da questa trappola.

Siete talmente rincoglioniti da preferire la lenta disgregazione di una Nazione assieme al futuro dei vostri figli e nipoti, ad una
minima perdita in conto capitale della vostra casa (che nella realtà è già avvenuta) e di qualche vostro fondo d'investimento
o di obbligazioni (che in realtà han già perso).

Il problema generazionale non sussisterà più quando vi occuperete del futuro dei vostri figli e nipoti.
Fino ad allora non voglio sentire parlare di divide et impera.
Quando parli con quelli delle "generazioni di fenomeni" e vedi non fanno il minimo sforzo per adattare
il loro orizzonte fatto di :"Noi abbiamo fatto i sacrifici e voi vi divertivate e i giovani non han voglia di lavorare
che se volessero il lavoro basta cercarlo invece son sempre attaccati al telefonino e mancano i valori bla bla etc etc", alla
difficile realtà che ci circonda, non è una questione di "dividi et impera", è rincoglionimento e ipocrisia, punto.





                                                                                                                              






martedì 18 ottobre 2016

Problema generazionale? Ma vaaaa!?

Fin troppo facile farne un post

C'è un paragrafo dedicato a chi tra giovani e anziani sta pagando il prezzo più alto a livello di povertà! (e chi l'avrebbe mai detto?! LOL)

Il prossimo post mappazzone che farò sarà proprio per spiegare come mai la questione generazionale non è una falsa questione, e che è seconda solo al problema globale dell'imperialismo anglofono di stampo classista.

Dico solo che se tu intraprendi un certo percorso, e sai benissimo che ti verranno richiesti, anzi, imposti certi "parametri" economici e tu, appena dopo aver scelto di percorrere quella strada, ti getti anima e corpo a peggiorare quei "parametri" ben sapendo che un domani saranno una palla al piede per chi dovrà sostenere il Paese...allora il problema generazionale...esiste (e non ci sarà nessun intellettuale capace di rigirare questa brutta frittata. Che poi non si debbano fare processi di Norimberga, questa è un'altra storia. Ma potremmo fare una cosa simile al Sudafrica dell'Aparthaid :)

giovedì 13 ottobre 2016

Il no di D'alema? Malafede.

La campagna per il no al referendum stava andando tutto sommato bene, i sondaggi, per quel che valgono, davano il no in vantaggio.
Pareva infatti che buona parte dell'opinione pubblica stesse iniziando a subodorare, o per meglio dire, intravvedere un siluro ad altezza partibasse che si avvicinava rapidamente "da dietro" tramite la convergenza parallela di due modifiche costituzionali; quella del senato e quella della legge elettorale.

Bene, dico, stavolta forse imbrocchiamo la strada giusta?!
Ma va, ti sbuca un D'alema qualsiasi, "uno dei più grandi perdenti della storia politica mondiale", che attirato dalla centro gravità sconfittuale "de sinistra", è per il no, ma allo stesso tempo è per l'euro, per "Masctrikt", come quell'altro garzone imbecille di Letta, e per più di QUESTA Europa.
('sta cosa va capita senza perdere altro tempo: Non puoi essere per il no e allo stesso tempo per l' euro!!! 
Significa che; o non c'hai capito 'na fava, o sei in malafede, o non sei di sinistra -- sinistra nel senso di difendere ANCHE gli interessi delle classi più deboli.

Non puoi perché, sia l'euro sia tutte le modifiche istituzionali apportate da almeno quarant'anni, fanno parte della stessa strategia che a livello economico si è attuata in più punti, tra i quali; divisione tra tesoro e Banca Centrale, poi privatizzazione della stessa B.C., accorpamento tra banche di risparmio e banche speculative, B.C. sovranazionale al di fuori di ogni controllo democratico, pareggio di bilancio in costituzione, bail in etc.

Tutti questi passaggi hanno tolto la moneta dal processo democratico e la hanno privatizzata.

La moneta non è più del popolo sovrano, è un bene essenziale di cui  qualcuno se ne è appropriato, (mentre tutti ci si scagliava  come fessi contro gli stipendi dei parlamentari/senatori) e attraverso il quale passa ogni dinamica essenziale allo svolgimento equilibrato di un sistema sociale moderno!)

Altra cosa che va capita è che oggi l'Economia sta al sistema sociale moderno, come il Latino lo era nel Medioevo per le Sacre Scritture.
Quindi se non avete dei concetti chiari su cosa sia un'economia moderna, tutte le vostre considerazioni sugli avvenimenti politici sono chiacchere da bbar (co' du' bbi).

In altre parole, attraverso l'euro e le sue politiche di impoverimento a base di deflazione salariale, si stabilirà, anzi si è già stabilito uno stato vincente ed egemone, e al livello superiore  una classe dirigente ristretta con la quale diverrà molto più facile, da parte delle oligarchie dominanti, interloquire e contrattare quelle riforme che smantellino lo stato sociale del diritto.

Per mettere in surriscaldamento le Nazioni che "non comprendono i dettami dell'economia globale di libero mercato hanno un sistema molto semplice legato alle dinamiche della moneta.
Dato che, per tutta una serie di motivi che distoglierebbero l'attenzione dal discorso principale, abbiamo una moneta sopravvalutata, e quindi i beni esteri sono più a buon mercato, e quindi ne importiamo più di quelli che esportiamo (anche se con Monti e la sua distruzione dell'economia interna per un po di tempo la bilancia commerciale con l'estero era tornata in attivo, ma al prezzo di distruggere molte attività imprenditoriali), noi accumuliamo deficit commerciali con l'estero. Nella fattispecie con la Germania.
Questi deficit o surplus nazionali a livello europeo vengono gestiti da una camera di compensazione chiamata TARGET 2, dove le B.C. delle nazioni dell'eurozona  riassumono tutte le transazioni che avvengono negli scambi commerciali tra le nazioni stesse.
L'insieme delle transazioni viene registrato  nel suo complesso e al netto dei più e dei meno ne scaturisce un debito/deficit (in questo periodo storico nostro) e un credito/surplus (in questo periodo storico tedesco).
Questa cifra che risulta come credito della B.C. tedesca e come debito alla B.C. italiana deve essere compensata in qualche modo (come quando la banca mette sotto ipoteca la casa che avete comprato con un suo mutuo) e il modo che si è scelto è quello che lo stato debitore mette a garanzia l'equivalente in titoli di stato.
Questi titoli sono a disposizione della banca creditrice fino a che non vengono riscattati.

Bene, all'incirca succede questo: il garzone di turno, in questo caso Renzi (ma nel 2012 lo fu Monti) col suo governo, ubbidendo a direttive oligarchiche o lobbistiche, che vengono ratificate attraverso i trattati della comunità europea, mette in programma delle riforme (che immancabilmente vanno a disgregare lo stato sociale e i diritti delle classi inferiori) e cerca di farle passare.
Se passano, come lo sono state tutte quelle riforme che ho elencato sommariamente in questo POST si va avanti, se sorgono problemi allora iniziano a lanciare avvertimenti tramite il "libero mercato" della domanda e dell'offerta in un modo molto semplice; iniziano a vendere, cioè mettere nel mercato una parte dei titoli di stato in loro possesso (nel 2012 avevamo cumulato un grande debito privato con la B.C. tedesca)).
Anche il mercato dei titoli risponde alle leggi del mercato, quindi se l'offerta supera la domanda il valore scende e se il valore scende spendo meno a comprare quelli svalutati sul mercato che quelli integri dal governo.
In tal modo il governo per venderli deve alzare notevolmente l'interesse da corrispondere.
Questo è successo nel 2012 e il "povero Silvio" ne pagò le conseguenze (allo stesso modo lo tengono sotto ricatto tramite le azioni delle sue società, quindi sappiate già fin d'ora che nulla farà e nulla potrà fare per contrastare il cazzaro di Rignano se non qualche scaramuccia verbale, punto), e questo verosimilmente succederà dopo il no al referendum, ma anche prima se dovesse servire, date tempo al tempo.

Ecco perché la posizione di D'alema è doppiamente deleteria, perché quando arriverà il momento sarà uno di quelli che svenderà un'altro pezzo del nostro paese se mai ne riavrà l'occasione, come già fece per la telecom.
Anzi, la sua posizione è altamente sospetta dato che a quel livello non posso credere che non sia in grado di fare una così semplice lettura.

Si vota no sapendo che la strada da percorrere non è facile, e che il primo passo da mettere in prospetto è l'uscita da questa unione, sia monetaria, sia politica, che stritola i più deboli sacrificandoli nel nome della competitività e del libero mercato.
Ma va fatto, primo nel nome del futuro dei nostri figli e nipoti, e secondo perché se sie è uomini si ha un'etica, e se non la si ha non si è uomini.
Che razza di generazione è quella che sacrifica il futuro delle classi meno agiate per poter mantenere il proprio stile di vita?
E che sinistra sarebbe mai quella che non si cura dei più deboli?

Se votate no e siete per l'euro avete tanto da studiare e da capire.

Addendum: non sapevo del no al referendum di Monti.
 E' la conferma di quello che ho scritto sopra; se spingi per il no ma al contempo sei per restare nell'eurogruppo e in questa UE è chiaro che il tuo interesse è quello di dare l'ultima spallata a questo paese in modo da farlo cadere nelle fauci della Troika -- e probabilmente ci riusciranno, sic..

sabato 8 ottobre 2016

Le supercazzole di Youth Forum

Fantastico, ascoltare giornalisti rincoglioniti che trasmettono programmi rincoglioniti per ascoltatori rincoglioniti.
Ascoltatevi lo scambio che è avvenuto a Manuale d'Europa questa mattina; qui il podcast!
La parte fantasticastupendameravigliosasublime è dal minuto 16.00

La questione è che l'UE sta cercando di "comprarsi" la benevolenza dei ggiovini europei con degli "spicci", che nella fattispecie è un biglietto gratis tramite ferrovie della durata di circa un mese per poter girare l'Europa aggratisse ( e aggiungo io, per quei ggiovini che naturalmente lo possono, e per dare un po i respiro a quei trasporti su ferro che probabilmente stanno per fallire).

Si parla di unmiliardoemezzodieuri.

Ad un certo punto intervistano Alfonso Aliberti, segretario dello Youth Forum che raggruppa a Bruxelles un centinaio di associazioni giovanili, che dice molto chiaramente che avrebbero preferito che quei soldi fossero stati investiti in politiche occupazionali di qualità! 
E dice proprio queste testuali parole.

La risposta (?) della giornalista (?) è FANTASTICA!!! (e la paghiamo noi)

Avevo scritto un POST su questa deformazione mentale, che con cifre da capogiro colpisce quelli del piùeuropa,  che cade a fagiuolo.

Ok, il titolo è fuorviante; le supercazzole sarebbero quelle che ha in testa la conduttrice e che hanno trasformato le centratissime parole di Aliberti in supercazzole incomprensibili...forse sottointendo troppo...

sabato 1 ottobre 2016

Coito ergo sum

Transgender denuncia negoziante di articoli elettrici: andato per comprare una spina, si sente chiedere; "Maschio o femmina?".

La commissione europea alle pari opportunità ha in studio il cambio di definizione: Dante -- ricevente.

L'SNDA (Società Nazionale Dante Alighieri) di Firenze insorge: "Scandaloso usare il nome del Sommo poeta per definire una spina elettrica!".
La commissione europea ci bacchetta: "Gli italiani non meritano di parlare l'Italiano. Facciano come i tedeschi!".

La Boldrini tuona: "Discriminazioni sessuali creano tensione nella società, serve una messa a terra!".

Per cercare di eliminare discriminazioni sessuali, la commissione europea ha allo studio una spina con un perno e un foro (dante ricevente) detta spina gay, e una solo con fori ma dotata di un gadget con due cilindretti da usare all'occorrenza (ricevente con gadget) detta spina lesbo.

Si accettano consigli idee e soluzioni per spina trans.