giovedì 13 ottobre 2016

Il no di D'alema? Malafede.

La campagna per il no al referendum stava andando tutto sommato bene, i sondaggi, per quel che valgono, davano il no in vantaggio.
Pareva infatti che buona parte dell'opinione pubblica stesse iniziando a subodorare, o per meglio dire, intravvedere un siluro ad altezza partibasse che si avvicinava rapidamente "da dietro" tramite la convergenza parallela di due modifiche costituzionali; quella del senato e quella della legge elettorale.

Bene, dico, stavolta forse imbrocchiamo la strada giusta?!
Ma va, ti sbuca un D'alema qualsiasi, "uno dei più grandi perdenti della storia politica mondiale", che attirato dalla centro gravità sconfittuale "de sinistra", è per il no, ma allo stesso tempo è per l'euro, per "Masctrikt", come quell'altro garzone imbecille di Letta, e per più di QUESTA Europa.
('sta cosa va capita senza perdere altro tempo: Non puoi essere per il no e allo stesso tempo per l' euro!!! 
Significa che; o non c'hai capito 'na fava, o sei in malafede, o non sei di sinistra -- sinistra nel senso di difendere ANCHE gli interessi delle classi più deboli.

Non puoi perché, sia l'euro sia tutte le modifiche istituzionali apportate da almeno quarant'anni, fanno parte della stessa strategia che a livello economico si è attuata in più punti, tra i quali; divisione tra tesoro e Banca Centrale, poi privatizzazione della stessa B.C., accorpamento tra banche di risparmio e banche speculative, B.C. sovranazionale al di fuori di ogni controllo democratico, pareggio di bilancio in costituzione, bail in etc.

Tutti questi passaggi hanno tolto la moneta dal processo democratico e la hanno privatizzata.

La moneta non è più del popolo sovrano, è un bene essenziale di cui  qualcuno se ne è appropriato, (mentre tutti ci si scagliava  come fessi contro gli stipendi dei parlamentari/senatori) e attraverso il quale passa ogni dinamica essenziale allo svolgimento equilibrato di un sistema sociale moderno!)

Altra cosa che va capita è che oggi l'Economia sta al sistema sociale moderno, come il Latino lo era nel Medioevo per le Sacre Scritture.
Quindi se non avete dei concetti chiari su cosa sia un'economia moderna, tutte le vostre considerazioni sugli avvenimenti politici sono chiacchere da bbar (co' du' bbi).

In altre parole, attraverso l'euro e le sue politiche di impoverimento a base di deflazione salariale, si stabilirà, anzi si è già stabilito uno stato vincente ed egemone, e al livello superiore  una classe dirigente ristretta con la quale diverrà molto più facile, da parte delle oligarchie dominanti, interloquire e contrattare quelle riforme che smantellino lo stato sociale del diritto.

Per mettere in surriscaldamento le Nazioni che "non comprendono i dettami dell'economia globale di libero mercato hanno un sistema molto semplice legato alle dinamiche della moneta.
Dato che, per tutta una serie di motivi che distoglierebbero l'attenzione dal discorso principale, abbiamo una moneta sopravvalutata, e quindi i beni esteri sono più a buon mercato, e quindi ne importiamo più di quelli che esportiamo (anche se con Monti e la sua distruzione dell'economia interna per un po di tempo la bilancia commerciale con l'estero era tornata in attivo, ma al prezzo di distruggere molte attività imprenditoriali), noi accumuliamo deficit commerciali con l'estero. Nella fattispecie con la Germania.
Questi deficit o surplus nazionali a livello europeo vengono gestiti da una camera di compensazione chiamata TARGET 2, dove le B.C. delle nazioni dell'eurozona  riassumono tutte le transazioni che avvengono negli scambi commerciali tra le nazioni stesse.
L'insieme delle transazioni viene registrato  nel suo complesso e al netto dei più e dei meno ne scaturisce un debito/deficit (in questo periodo storico nostro) e un credito/surplus (in questo periodo storico tedesco).
Questa cifra che risulta come credito della B.C. tedesca e come debito alla B.C. italiana deve essere compensata in qualche modo (come quando la banca mette sotto ipoteca la casa che avete comprato con un suo mutuo) e il modo che si è scelto è quello che lo stato debitore mette a garanzia l'equivalente in titoli di stato.
Questi titoli sono a disposizione della banca creditrice fino a che non vengono riscattati.

Bene, all'incirca succede questo: il garzone di turno, in questo caso Renzi (ma nel 2012 lo fu Monti) col suo governo, ubbidendo a direttive oligarchiche o lobbistiche, che vengono ratificate attraverso i trattati della comunità europea, mette in programma delle riforme (che immancabilmente vanno a disgregare lo stato sociale e i diritti delle classi inferiori) e cerca di farle passare.
Se passano, come lo sono state tutte quelle riforme che ho elencato sommariamente in questo POST si va avanti, se sorgono problemi allora iniziano a lanciare avvertimenti tramite il "libero mercato" della domanda e dell'offerta in un modo molto semplice; iniziano a vendere, cioè mettere nel mercato una parte dei titoli di stato in loro possesso (nel 2012 avevamo cumulato un grande debito privato con la B.C. tedesca)).
Anche il mercato dei titoli risponde alle leggi del mercato, quindi se l'offerta supera la domanda il valore scende e se il valore scende spendo meno a comprare quelli svalutati sul mercato che quelli integri dal governo.
In tal modo il governo per venderli deve alzare notevolmente l'interesse da corrispondere.
Questo è successo nel 2012 e il "povero Silvio" ne pagò le conseguenze (allo stesso modo lo tengono sotto ricatto tramite le azioni delle sue società, quindi sappiate già fin d'ora che nulla farà e nulla potrà fare per contrastare il cazzaro di Rignano se non qualche scaramuccia verbale, punto), e questo verosimilmente succederà dopo il no al referendum, ma anche prima se dovesse servire, date tempo al tempo.

Ecco perché la posizione di D'alema è doppiamente deleteria, perché quando arriverà il momento sarà uno di quelli che svenderà un'altro pezzo del nostro paese se mai ne riavrà l'occasione, come già fece per la telecom.
Anzi, la sua posizione è altamente sospetta dato che a quel livello non posso credere che non sia in grado di fare una così semplice lettura.

Si vota no sapendo che la strada da percorrere non è facile, e che il primo passo da mettere in prospetto è l'uscita da questa unione, sia monetaria, sia politica, che stritola i più deboli sacrificandoli nel nome della competitività e del libero mercato.
Ma va fatto, primo nel nome del futuro dei nostri figli e nipoti, e secondo perché se sie è uomini si ha un'etica, e se non la si ha non si è uomini.
Che razza di generazione è quella che sacrifica il futuro delle classi meno agiate per poter mantenere il proprio stile di vita?
E che sinistra sarebbe mai quella che non si cura dei più deboli?

Se votate no e siete per l'euro avete tanto da studiare e da capire.

Addendum: non sapevo del no al referendum di Monti.
 E' la conferma di quello che ho scritto sopra; se spingi per il no ma al contempo sei per restare nell'eurogruppo e in questa UE è chiaro che il tuo interesse è quello di dare l'ultima spallata a questo paese in modo da farlo cadere nelle fauci della Troika -- e probabilmente ci riusciranno, sic..

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