martedì 10 novembre 2015

La mancanza dell'individuazione della causa e del senso è un problema generale, non solo sull'euro

Prendo spunto da un fatto che è accaduto in Malesia qualche tempo fa e che ha avuto una cassa di risonanza assoluta a livello mediatico aprendo tutta una serie di valutazioni generali e provenienti da ogni ambito sociale: l'incidente tra Valentino Rossi e Marc Marquez.

Tanto per intenderci a me Rossi mi sta anche un pò sulle balle; primo perché amo le Ducati, dalla prima che ho avuto è nato un "sentimento" (godimento) e un feeling unico  (anche provando le Jap nulla è mutato).
Secondo perché notai Stoner al suo debutto nel motomondiale in 250 quando aveva sedici anni andando velocissimo ed esibendosi in cadute che avevano delle dinamiche molto particolari.
Quest'ultima considerazione lascia immaginare una configurazione della ciclistica non convenzionale, la quale dà la possibilità, per chi sapesse sfruttarla, di avere un passo superiore (cosa che ha dimostrato ampiamente fino a quando ha avuto gli stimoli per volerlo fare).
Ecco Rossi ha iniziato a starmi sulle balle nel momento in cui ha iniziato a insinuare che la Ducati taroccasse il motore, e quindi Stoner vincesse per grazia ricevuta. Si era semplicemente trovata avanti nel cambio di cilindrata sviluppando un motore che è sempre stato un portento e Stoner continuò a vincere anche con una moto che non era più la migliore bastonando tutti (nell'era 800 cc è quello che ha vinto più gare di tutti) .
Poi è successo il fatto di Laguna Seca, che sinceramente è difficile da comprendere. Merita due righe.
Considerando il fatto in quanto tale non ci sono dubbi; Rossi andava penalizzato con un ride through o una penalità in secondi.
E' inutile cercare di argomentare fantasiosamente: prima gli taglia la traiettoria arrivando lungo -- se Stoner rispetta la giusta traiettoria Rossi lo centra --: poi taglia la chicane andando sulla terra, e per completare l'opera, rientra in pista ritagliando la giusta traiettoria di Stoner e danneggiandolo nuovamente.
Tre irregolarità in cinquanta metri. A quel punto, Stoner, è normale che si innervosisca vedendo che nessuno prendeva provvedimenti; sbaglia e capisce che avrebbe dovuto combattere anche contro il regolamento che non veniva rispettato. Se in un duello ad "armi pari" quello che osa di più non viene riportato nella carreggiata quando esagera, non si combatte ad armi pari.
Tutto sommato è comprensibile, stavano lottando per il mondiale e ci può scappare uno sbaglio.
Quello che non è comprensibile è che nessuno ha voluto intervenire.
Pare abbastanza chiaro che NON sono tifoso di Rossi.

Ora, per comprendere cosa ha fatto tecnicamente Marquez bisogna capirci un minimo di moto che girano in pista e traiettorie connesse. Ma non basta, bisogna anche capirci di sport e di cosa significhi giocarsi un mondiale.

Nel primo caso la faccenda sta in questi termini: Quando affronti una curva semplice, che abbia cioè un raggio di curva medio e costante bisogna sacrificare un pelo di velocità in inserimento per poter stringere la traiettoria fino ad un punto di corda che sia il più anticipato possibile rispetto all'uscita (senza sacrificare troppa velocità di percorrenza); cioè il punto di massima piega e minor velocità dal quale si inverte tutta la dinamica della moto.
Si passa da gas chiuso e moto che decelera ma sta ancora puntando verso l'esterno a moto che gira con raggio stretto iniziando a dirigersi verso il successivo rettilineo dando la possibilità di aprire il gas cercando di scaricare tutta la potenza disponibile per percorrere il rettilineo nel minor tempo possibile.
Torniamo alla fase di impostazione curva, quello è il momento propizio per effettuare il sorpasso; si sacrifica la traiettoria in entrata, restando più interni, e si entra leggermente più veloce attaccandosi ai freni e impedendo all'avversario di inserire la moto nella "giusta" traiettoria". In termini di tempo si perderà qualche decimo nel prossimo rettilineo, ma si è raggiunto lo scopo; metterci davanti.
Potrebbe darsi che l'avversario faccia uguale alla curva dopo e via di questo passo. Ma questo accade solo se siamo nei giri finali e chi insegue è abbastanza distante, dato che il protrarsi del duello in questi termini fa perdere un sacco di tempo. Solo piloti stupidi fanno questa cosa nei primi giri dato che il tempo perso non lo recuperi più; non vedrete mai un campione farlo nei termini su esposti, ti giochi la possibilità di vincere la gara.
E questo lo sanno tutti (che ne capiscono di corse).

Quello che Marquez ha fatto in Australia è stato possibile dato che aveva un passo gara sensibilmente migliore degli altri, e infatti dopo aver perso parecchio da Lorenzo rallentando Rossi e Iannone, lo ha ripreso e superato abbastanza facilmente.
Intendiamoci, Marquez quando è in giornata e la moto lo asseconda fa "cosa vuole".
Ecco il motivo perché il ragazzino ha fatto una cosa gravissima; ha deciso deliberatamente di sfavorire un pilota che, alle battute finali del campionato, si giocava il mondiale.
Credo anche sia un caso unico nella storia della massima espressione dello sport motoristico mondiale.
Quando Rossi ha iniziato ad esprimere quello che per lui è stato chiaro da subito, nessuno ci voleva credere, e pure io non ci volevo credere e mi domandavo se Rossi non avesse un inizio di rincoglionimento: proprio perché era e resta un fatto di una gravità estrema.
Eppure Marquez ha, incredibilmente, continuato a farlo dato che aveva capito che Rossi al 90% era in grado di gestire il vantaggio in campionato, e dopo Sepang la cosa diventa lampante.
Nell'incredulità generale tutti quelli che hanno la capacità di capire lo hanno fatto ( a parte quelli che avevano un interesse a non farlo).

Nessuno ancora pare essersi reso conto della enormità del "gesto" e della piccolezza umana del ragazzino spagnolo.
In futuro Marquez avrà ancora modo di dimostrare la sua "pochezza", dato che pare non essersene ancora reso conto.

p.s. Massimo Rispetto a Pedrosa, piccolo grande Uomo. Massimo Rispetto a chi si gioca un Mondiale.

p.p.s. Massimo rispetto a chi cerca di spiegare cosa ci sia all'ombra dell'euro.








Nessun commento: