mercoledì 4 novembre 2015

Graziani 2


In grassetto le parole di Graziani.

""" (...).Quando gli imprenditori si lamentano di questi oneri finanziari eccessivi, la Banca d’Italia risponde inflessibile che questo è necessario per evitare fughe di capitali, ed ha ragione, perché sostiene la manovra di importazione di capitali. Ma il risultato è, evidentemente, che gli oneri finanziari sono diventati un grosso peso per le imprese.
Ma le nostre autorità monetarie hanno pensato anche a questo. Noi tutti ricordiamo che, anni addietro, quando vi era un’inflazione ancora più elevata e vi erano tassi d’interesse assai elevati, gli oneri finanziari avevano quasi annullato i profitti industriali. Alcuni si lamentavano molto di questa situazione, altri facevano osservare che, in fondo, il profitto era sempre lì, solo che gli imprenditori lo avevano fatto scomparire dalla tasca industriale e lo avevano fatto ricomparire nella tasca finanziaria; profitti magri per il settore industriale, profitti grassi per il settore finanziario, nessun motivo di preoccupazione. In sostanza: avere pieno il cassetto di destra o quello di sinistra non sposta molto la situazione del grande capitale. (...) """

Quindi con l'inflazione l'industria faceva profitto e i disavanzi della bil. comm. erano compensati dal deficit della B.C, cosa che faceva svalutare la lira. Ma con l'entrata nello SME non è più possibile compensare gli squilibri facendo deficit con la propria banca, primo perché non puoi svalutare e secondo perché...non hai più una "tua"banca

""" (...).Se il settore pubblico viene gestito in pareggio, e cioè la spesa pubblica è coperta con le imposte, il settore pubblico non aggiunge e non toglie una lira di liquidità, si limita a prendere da una parte e a spendere dall’altra; le imprese ottengono liquidità aggiuntiva soltanto dal settore bancario con il conseguente indebitamento. Quando invece c’è un disavanzo nel settore pubblico, finalmente è lo Stato che s’indebita verso la Banca Centrale, con un allargamento della base monetaria, o si indebita verso i risparmiatori, aumentando la velocità di circolazione della moneta.
Ma in entrambi i casi le imprese ottengono flussi di liquidità che per loro non sono un debito, liquidità sulla quale non devono pagare interessi. È stato proprio il disavanzo del settore pubblico che ha riequilibrato i conti del settore industriale verso il settore finanziario.
Si parla molto del disavanzo nel settore pubblico e si osserva che questa offerta continua di titoli sui mercati finanziari, questo rastrellare di continuo liquidità dai risparmiatori per convogliarla verso i titoli pubblici e le casse dello Stato avrebbe spiazzato le imprese italiane dal mercato finanziario. Si osserva inoltre che con un’offerta di titoli pubblici a tassi d’interesse così vantaggiosi, le imprese industriali si sarebbero trovate nell’impossibilità di competere con la conseguenza che se non riuscissero più a finanziarsi sul mercato, sarebbero state spiazzate. Sarà anche vero, ma è irrilevante, perché con l’immissione di liquidità derivante dal disavanzo dello Stato le imprese realizzano profitti tali per cui non hanno più alcun bisogno di ricorrere al mercato finanziario. """

In buona sostanza noi tutti, tutti gli italiani, si sono accollati l'onere degli interessi sui capitali che l'industria avrebbe dovuto sborsare per investimenti/innovazioni. E anche questo è vero, così come è vero che ad approfittarne sono stati tutti, se lo stato spende a deficit i cittadini si arricchiscono e lo vediamo bene in questo grafico.
E' bene capire che la spesa a deficit è ricchezza per i cittadini (e anche per le industrie, va da se)!




Qualcuno mi ha fatto un ragionamento tipo: "Ma il rapporto Deb/Pil dipende da quanto è il tuo pil etc etc". E ho capito, ma se a un dato momento faccio 10% di deficit rispetto a Pil quello è! Il debito pubblico aumenta! Poi magari aumenta anche il Pil ma è ancora tutto da vedere.
Infatti per 4 anni il Pil resta sostanzialmente lì (quattro anni di deficit al 10/11%), solo nell'86 il Pil triplica. Ma....nell'86 ci sono altri dieci punti PERCENTUALI di deficit e così l'anno dopo e così l'anno dopo ancora e così via fino al '92. E certo che una parte di quel deficit andava a coprire le spese per interessi, ma una parte di quella parte tornava nelle tasche degli italiani, di quelli che investivano tutto in Bot. Ma vediamo un'altro aspetto della questione.


""" (...).Tuttavia, dobbiamo chiederci a che cosa conduce l’insieme di questa manovra; perché se è vero che conduce ad una profonda ristrutturazione nell’industria e ad un grado di disoccupazione, tutto sommato, tollerabile, però conduce a una trasformazione profonda nella struttura del mercato del lavoro: sempre meno occupati in attività produttive e sempre più occupati in altre due direzioni. O nel lavoro nero, disperso e frammentato — i cosiddetti lavoratori indipendenti — oppure nel lavoro improduttivo, nel settore terziario, dei servizi, banche, assicurazioni, studi commerciali, consulenti fiscali, aziendali e così via.
Allora è evidente che dal punto di vista della struttura occupazionale l’economia italiana sta facendo dei passi indietro, perché si carica sempre di più, da un lato, di lavoratori non protetti, e quindi di un settore che socialmente è inaccettabile, e dall’altro di lavoratori improduttivi, che sul piano normativo e del trattamento sono privilegiati, ma nel quadro dell’economia nazionale sono comunque un peso improduttivo. (...)."""

Questa credo sia la parte più interessante dell'analisi. E' talmente chiaro che solo un imbecille o uno "distratto" non possa vedere come mai di li a qualche anno l'Italia inizierà la sua fase calante.
NON C'E' STATA NESSUNA POLITICA INDUSTRIALE SERIA A FRONTE DI UN INDEBITAMENTO MASSICCIO FATTO SENZA POTER GESTIRE LA PROPRIA MONETA E TESO UNICAMENTE A FAVORIRE LE GENERAZIONI CHE VI HAN POTUTO PARTECIPARE!
Sulle spalle oltretutto di una parte della società (di cui vi facevo parte) che non essendo minimamente tutelata ha permesso a tutto il resto del sistema di mantenere prezzi (relativamente) competitivi -- infatti la bilancia commerciale era nonostante tutto in rosso -- e non colare a picco in pochissimo tempo.
Ci son voluti circa dodici anni: Poi fuori dallo SME -- rivalutazione della Lira -- pronti per essere "impacchettati" con moneta ben valutata e sbattuti in prima linea nella competizione mercantilistica della zona euro che sancirà la potenza egemone di un Europa pronta a tornare, a livello di mobilità sociale, nel medioevo.
A tanti non è ancora chiaro un punto: Senza spesa a deficit dello stato le posizioni acquisite nel sistema sociale si cristallizzano ( a tanti pare che quest'ultimo punto non interessi più di tanto, e pare sia quella parte che sfruttando gli anni '80 ha permesso ai propri figli di studiare e laurearsi per costituire una società dove i servizi la fanno da padrona. Oggi abbiamo schiere di ingegggnieri, architetti, dottori, professori etc etc che tutelano, o credono di poterlo fare, votando pd assieme ai loro genitori che hanno ricchezza nominale e pensioni da difendere).
Pare che si inizi a parlare di questo anche in Goofinomics.
Non intendo fomentare divisioni sociali, non ne sono in grado nè lo voglio, ma serve parlarne e serve raccontare la verità (questa frase mi pare di averla gia sentita...;-).



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