giovedì 22 ottobre 2015

Ma con uno stock potremo farcela?



La maggior parte della gente è convinta che la ricchezza siano i soldi, l'oro, la casa, i diamanti etc etc. E in effetti sembrerebbe così. Anche la denominazione ricchezza è uso comune riferirla a quelle cose lì. Ma, portando all'estremo il ragionamento,  pensate che a quelli che scappano dalla Siria importerebbe di più avere quelle cose di cui sopra? (saranno anche utili per poter scappare), oppure  preferirebbero che nella loro terra vi fosse un sistema sociale che funzionasse. Perché proprio lì sta il punto, l'oro, i soldi, i diamanti etc, sono cose, e senza un sistema non valgono un gran che.
E la moneta anche, pensate che possa avere un qualche valore la loro moneta? Avran dovuto comprare dollari ma non di certo con la loro moneta che probabilmente non vale più manco come spessore da mettere sotto il tavolo ballerino quando vai in pizzeria, perché la pizzeria non c'è più!
Quella che viene denominata ricchezza lo è soltanto se c'è un sistema ben strutturato che te la riconosce (e non un Monti qualsiasi), infatti è dovuto intervenire il governatore della BCE, un'altro Mario, non proprio qualsiasi, per rassicurare i mercati sui titoli di stato dei paesi periferici che avevano perso la metà del loro valore (nominale) e tutto per una banca fallita dall'altra parte dell'oceano (sto semplificando assai). Che ricchezza possedeva quella carta? Una ricchezza nominale per l'appunto, cioè che detiene valore fino a quando c'è un sistema solido e funzionante che gliela riconosce. Lo stock ha valore solo se c'è un flusso.
Per capire meglio l'importanza del flusso, la Spagna che scopre l'oro in America è l'esempio appropriato. A quei tempi tutti sbiellavano per l'oro, era un metallo Divino e possederlo dava potere, la gente scavava buche enormi per cercarlo. La Spagna nel giro di poco diventa una superpotenza, La superpotenza.
Avrà fatto le riforme dirà qualcuno; no, ha scoperto un continente da sfruttare. L'oro mette in movimento l'uomo, tutti si danno da fare e la Spagna si arma e domina i mari, e grazie anche al commercio accumula ricchezze favolose. Ve la ricordate l'Invincibile Armada? Può fare tutto ciò che vuole, compra tutto ciò che vuole e domina mezza Europa. Con quella ricchezza struttura la sua società e la sviluppa? No! Tanto c'è  l'oro.
Una signorina e un pirata inglesi si metteranno di traverso accumulando ricchezza con assalti alle diligenze del mare, armeranno una flotta e toglieranno l'egemonia agli spagnoli sui mari.
Ok, hanno perso una guerra ma hanno ancora molta ricchezza, com'è che va in declino e piano piano decade? La Francia di Napoleone l'ha persa pure lei una guerra, e mica una guerretta, eppure di li a non molto torna una superpotenza. Dove sta la differenza?
La Spagna comprava tutto ma produceva poco, aveva un flusso che non era endogeno ma esogeno, non era una società aperta al cambiamento e nulla cambiò, quando il flusso si interruppe, dato che non era strutturale, gli restò solo lo stock, finito anche quello tornò a pascolare.
L'Italia oggi è in una situazione simile; flusso di capitali esogeno, stock accumulato anche grazie a flusso di capitali esogeno anni '80 (infatti quando si interruppe nei primi anni '90 per sopravvenute esigenze teutoniche -- leggi riunificazione e relativo bisogno di capitali con conseguente rialzo dei tassi -- avendo accumulato forti squilibri nella bilancia commerciale, fummo attaccati dalla speculazione e "bruciammo" tutte le riserve di liquidità estera per dover rispettare gli impegni presi in sede europea di mantenimento del cambio), dopo il '92 quattro anni di aria con la moneta che fluttuava, poi di nuovo il cambio bloccato e definitivamente. Da allora solo deficit della bilancia commerciale con l'estero, cifre enormi di interessi da pagare e una società cristallizzata tra differenze di classe e differenze di interessi generazionali.

Ora è bene capire che la ricchezza degli italiani, che è quasi raddoppiata con la denominazione in euro, ha quel valore solo se il sistema euro gliela riconosce.
E l'Italia ha un qualche potere politico decisionale in ambito UE? (si, politico, perché il riconoscimento di quella ricchezza è un fatto politico) Qualcuno che si arrischi a dire si, c'è? ( I rignanesi e compagnia cantante non valgono)

Dunque, di ricchezza in Italia ce n'è, pare ammonti a 8.000 mld c.a., quattro volte il totale del debito pubblico. E qui casca l'asino; chi detiene questa ricchezza? I ggiovini? Nun'me pare.
E chi sarebbe quello che ha una qualche influenza a livello politico (italiano),  chi ha i soldi o chi non li ha? Tic tac tic tac tic tac....
All'anziano che non capisce una minchia (e mai l'ha capita) non gli frega un cazzo del futuro del paese, capisce forse di flussi e stock? Lui pensa di essere ricco, ha uno stock e con lui il paese; "Il paese è ricco e si sta bene.", pensa lui.
Sta strutturando il suo paese? (non parlo di quelle cazzate che sono le riforme così tanto per dire  la parola riforma che piace tanto) No!
L'Italia odierna è un pollo da spennare, e lo stan facendo.

Se ancora non si è capita "sta rrobba" ( e l'orologio cammina) non c'è da stupirsi se chi fa credere agli italiani di avere una qualche influenza in Europa prenda un plebiscito quasi generale a delle "stupide" (per l'italico) elezioni europee.

Allora, ricapitoliamo; perché la ricchezza venga riconosciuta bisogna che ci sia un sistema solido e funzionante dietro, cioè che produca ricchezza (che è un flusso). La ricchezza nominale vale solo se c'è un flusso. Se non controlli la moneta e i tuoi prodotti non sono competitivi e le tue frontiere politico/economiche sono un colabrodo, chi ha più capitali di te deciderà anche le tue politiche economiche, e cercherà di sfruttare le tue lacune strutturali per smembrare il tuo sistema di nazione. Ci va un po di tempo ma ce la si fa.
Tic tac tic tac...
C'è qualcuno in grado di farglielo capire a sti rincoglioniti geriatrici che scambiano il TG1, TG5, TG3, TG4, e, udite udite, Studio Aperto, come fossero vangeli secondo Destra e secondo Sinistra?
Sono anche loro che detengono lo stock che servirebbe alla nazione per fare le scelte giuste per toglierci da questo baraccone europeo, e sono tanti, e fanno demos.
Come han fatto a accumulare quella ricchezza? han fatto immensi sacrifici come sono soliti dire?
Vediamo.

Praticamente il discorso che inizia a fine '70 è quello che ci ha portato fino a dove ci troviamo ora. Il debito gigante degli anni '80 ci è stato permesso, o concesso, solo nella prospettiva del percorso europeo che si materializza con tutta la sua forza oggi, nell'ultimo decennio. Ci è stato concesso ma solo rendendo la nostra B.C. , quella che dovrebbe essere del popolo sovrano tanto per intenderci, "indipendente" dal governo  ma dipendente dai mercati.
Da fine '92 non vi sono più state politiche espansive: Chi ha avuto ha avuto, chi dato a dato, scurdammoce u passato...Eh no cazzo!?!? Scurdammoce u passato no!!!?
Quegli anni sono stati un unicum nella storia contemporanea italiana, è stata la sbornia che viene concessa alla matricola, al nuovo arrivato nel club dei grandi. Ci sarebbero un sacco di cose da dire sulla sinistra di quegli anni che ha svenduto il paese al capitale per sistemare i propri figli in posizioni importanti della società, tipo le grandi banche, come racconta Nino Galloni.
La metà dell'intero D.P. italiano è stato fatto in quei dieci, dodici? anni, ed è stato fatto con le leggi del mercato, cioè senza la nostra piena sovranità e pagando quasi il 5% del nostro P.I.L. all'anno solo di interessi, 8.6% di inflazione media tra '81 e '92 , e nello stesso periodo un deficit/pil che sarà all'incirca del 10,99% di media dal '82 al '92 (l'ho fatto " a occhio" ma tanto non scende mai sotto il 10% e spesso è sopra l'11% tanto per capirci). UNDICI ANNI DI DEFICIT A DOPPIA CIFRA!!! (e i capitali erano in buona parte tedeschi, mi ricorda qualcosa)
Sentite non ho voglia di mettermi lì a estrapolare quale sia la cifra di miliardi spesi a deficit dallo stato anche perché è una cifra enorme, basti pensare che dal'85 al '92 il P.I.L. triplicò; passò da 486 mld dell'85 a 1272 dell'92 (come? non è il triplo...ah beh, allora cambia tutto. #DAR).
Un pò come se fosse passato da 2307 del '08 a 5998 del 2014. Cazzarola, con quella cifra saremmo...la terza potenza economica del mondo...boia faus, davanti al Giappone.
Non è stato così? ma dai?! e io che pensavo...
Comunque non è stata una crescita strutturale dato che la disoccupazione è passata dal 8,6% del '82 al 12% dell'89. Anzi negli anni "migliori" vi furono i picchi della disoccupazione. Graziani lo dice chiaro che il vincolo europeo della moneta creò molto lavoro nero (perché non interessò a nessuno di preparare il sistema Italia ad affrontare il nuovo mercato. E questa è lotta di classe), e chi lavora in nero? gli statali? i professionisti? quelli che già hanno un contratto blindato di lavoro? mah, chi lo sa è bravo.
Dove andarono a finire tutti quei migliardozzi?

Lo scoprireeemo soolo postaandooo....

Grande ammirazione a Bagnai e al tempo che impegna a spiegare (anche se non vuole toccare la questione generazionale, solo sfiorare. E non vuole ammettere che senza i capitali esteri sarebbe dura).

p.s. io lo posto così, poi magari ricorreggo o mi corriggerete.

Gudnait (sò europeo puro io)


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