giovedì 15 dicembre 2016

Quo vado? (ma dove cazzo voi annà Cozzalone)

Vediamo di capire bene un concetto fondamentale dell'economia "moderna".
All'inizio del secolo prendono forma alcuna teorie sulla produzione dei beni. 
La razionalizzazione del ciclo produttivo portò ad un cambiamento sostanziale del modo di produrre (...) tanto da rivoluzionare notevolmente l'organizzazione della produzione a livello globale e diventare uno dei pilastri fondamentali dell'economia del XX secolo, con notevoli influenze sulla società. (...) WIKI

Appena prima di questa c.d. rivoluzione, il ciclo economico era calibrato su un sistema di produzione "su ordinazione". Per capirci, significa che si produceva nel momento in cui qualcuno (che aveva i soldi) decideva di comprare un prodotto, si trattava cioè di produzioni quantitativamente ristrette.

(è importante capire che la produzione di massa non scaturì da un eccesso di domanda (domanda intesa nell'accezione economica, quella cioè che vede soggetti in possesso di denaro), ma da una innovazione tecnico/teorica. La domanda andava creata.
Vediamo di capirci: A livello contabile il credito è sempre un deficit, quando vi dicono che bisogna ridurre il deficit, intendono quello dello Stato per poter aumentare quello privato (nel caso si voglia mantenere attivo un sistema sociale inclusivo, altrimenti possiamo tornare al Medioevo e allora fine del problema deficit), cioè quello delle banche onde mantenere il monopolio della moneta (e dell'usura aggiungo io).
Ma torniamo alle dinamiche.


Per sostenere un tale cambiamento necessitava rimodellare le dinamiche economiche del sistema, a iniziare da quelle bancarie.
Da quel momento si innesca, a livello economico, quello che potremmo definire il "sistema moderno di produzione di massa", che cambierà in modo sostanziale anche l'immaginario e il compito delle istituzioni concernenti l'economia.

Nel nuovo sistema di produzione delle merci, le imprese produttrici necessitano di capitale da investire in strutture, macchinari e paghe; alle aziende produttrici serve vendere i beni pena fallimento; per poter comprare beni relativamente costosi l'operaio deve avere una buona paga e la certezza di continuare a lavorare con costanza (che non è la figlia del panettiere); la conseguenza è che dovranno prendere corpo istituzioni economiche pronte a erogare denaro a credito (e gira sempre tutto attorno a questa parola), sia alle aziende prima, sia ai lavoratori poi.

Da queste semplici considerazioni è possibile trarne alcune conclusioni (direi svariate, ma a noi interessano soprattutto quelle c.d. socio/economiche con relativa preferenza per le seconde).

L'interesse di tutti è che il ciclo si chiuda: progettazione, produzione, vendita e uso creano un insieme organico.
La parte che a noi tutti interessa comprendere bene, è quella relativa all'operaio salariato, il quale deve avere la certezza di un lavoro sicuro.

Il lavoro sicuro (se così vogliamo chiamarlo nel caso che "posto fisso" vi crei delle turbe) è uno dei pilastri necessari alla produzione massiva dei beni! (non se ne può fare a meno!)

Un'altro di questi pilastri è quello che mette in rapporto; volume delle paghe/produttività.

Per poter vendere tutto il prodotto, l'insieme delle paghe (detto anche Monte Salari) dev'essere commisurato, in un legame stretto, a quanto prodotto.
Senza questi pilastri, ma non solo necessariamente questi, il sistema crolla (come nel '29 e come nel '08).

Ma l'insieme delle elites, delle oligarchie dei produttori e delle istituzioni finanziarie, con la complicità delle classi dirigenti delle nazioni, son riuscite ad escogitare dei sistemi palliativi che posticipano questi fallimenti, facendo altresi in modo che gli stessi ricadano sulle "risorse umane" (come loro le classificano), e cioè il popolo (con l'aggiunta di non poco conto di scarico sul popolo stesso della colpa morale dei fallimenti a colpi di proclami quali: "Avete vissuto sopra le vostre possibilità!", "Siete una generazione di bamboccioni!" etc etc, in pratica cornuti e mazziati).

Una di queste furbizie è quella di riempire la forbice creatasi tra il monte salari e la produttività tramite Debito Pubblico. Questa forbice avrebbe creato una serie continua e costante di fallimenti del ciclo economico vista l'impossibilità matematica di vendere i beni prodotti e di trarne un ricavo.
Il D.P. è stato usato in questo modo, per esempio, attraverso tutto l'arco degli anni '80 in Italia.
Lo Stato pagava in quegli anni interessi reali positivi (ma questa follia è potuta capitare solo perché avevano fatto il divorzio tra Tesoro e Bd'I) sui capitali investiti in titoli pubblici -- notare; nel frattempo tramite una spesa pubblica in deficit che superava la doppia cifra (altro che 2,6%, e questo lo fece tutti gli anni dal '81 al '92) "sosteneva" la spesa degli italiani.

In questo modo le industrie, in special modo la FIAT, vendevano il prodotto e reinvestivano in BOT ricavando rendite nette dal settore finanziario (naturalmente a discapito di investimenti in innovazione e potenziamento degli impianti).
Un enorme grazie a R. Nardella per questo immenso post.

(...la cosa veramente tragicomica è che la FIAT, dopo aver munto la mucca (che ora è nel corridoio, cit LOL), ogni volta che è andata in difficoltà ha attinto a piene mani dalla Cassa dell'integrazione...che ricordiamolo, paga sempre la mucca,  ora ha preso baracca -- i burattini li ha lasciati -- ed è emigrata...."FOZZAJUVEEEE!" gridano gli autentici Fantozzi. )

Bene, abbiamo visto il primo dei "sistemi" usati per chiudere la "forbice".
L'altro è il debito privato, cui famiglie e imprese vengono "invogliate" ad attingervi all'occorrenza.
Questo è nella pratica un gigantesco "schema Ponzi" che lascia sempre alla mucca il fiammifero in mano mentre tutti si accomodano sciallati sulle sedie.
Ecco, è brevemente spiegato QUI (con annessa critica idiota).

Tornando al senso principale del post, possiamo concludere dicendo che un lavoro assicurato e con una retribuzione connessa alla produttività è uno dei pilastri necessari in un capitalismo controllato da una necessaria repressione finanziaria.

(...con buona pace di qualche coglione di comico, mica solo genovese, che si è già dimenticato da dove arriva, e dove tornerà non appena il sistema oligarchico se ne sarà sbarazzato e rimpiazzato per sopravvenuta inutilità...)





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