sabato 21 maggio 2016

Il crepuscolo degli zebedei

Si sa, gli zebedei invecchiando "scendono", "franano", "tramontano" per dirla metaforicamente, specie quelli degli anziani.
Certamente quando si invecchia sale il timore di fare scelte coraggiose, di solito dove serve coraggio c'è rischio, e ad una certa età se il coraggio gia non lo tenevi, figuriamoci se riesci a dartelo.
Così capita di vedere anziani che manifestano per preservare la propria pensione dall'inflazione...no aspetta, l'inflazione non c'è, c'è invece la deflazione.
Ma allora contro cosa manifestano se in teoria il loro potere di acquisto reale aumenta?
Pare si prospetti un'altra riforma delle pensioni.
Ah beh, allora non mi sembra il caso di fare tutto 'sto casino, basta che votino  no al prossimo reerendum sulla costituzione relativa al senato e sono a posto. Secondo i promotori del referendum, con questo assetto costituzionale è "praticamente impossibile riformare la struttura della società(e ci mettiamo un punto esclamativo) !"

E certo, vorrei vedere voi attuare una riforma strutturale del sistema dovendo rendere conto di tutte le parti che strutturano una società, per esempio; prendi il problema del lavoro, che oggi è IL problema. Con un simile assetto potresti forse riformare il lavoro nelle sue linee guida e renderlo più aderente alle sfide della globalizzazione dei mercati emergenti che richiedono più flessibilità in entrata in transito e in uscita (tradotto, deflazione salariale e meno tutele)?
No, non è possibile alcuna riforma, meno che mai in etimologia anglosassone.

E le pensioni di cui si va dicendo; riforma delle pensioni che, in una condizione oltretutto di deflazione (e cioè in una condizione che aumenta, in termini reali, il potere d'acquisto), debba andare a togliere direttamente denaro al netto percepito.
No, non me la sento proprio di andare a prospettare simili scenari alla generazione che, come mai nessuna nella storia dell'umanità, ha goduto di condizioni generali ben al di sopra di ogni altra a lei prossima e di conseguenza, superiore ad ogni altra mai apparsa sulla faccia della terra.
Non è possibile alcuna riforma delle pensioni in un tale sistema (infatti la Fornero, dopo aver tentato inutilmente di riformarle, si è ridotta ad un pianto isterico da fallimento).

Con gli zebedei scesi oltre ogni aspettativa sarebbe ingrato aspettarsi che essi, i pensionati, capiscano che il futuro dei loro figli, ma soprattutto , dei loro nipoti e pronipoti dipende dal loro coraggio di ammettere di aver compiuto scelte a cuor leggero, che in futuro si sarebbero rivelate distopiche, e di cambiare finalmente rotta riprendendoci finalmente la sovranità per poter fare politiche realmente inflattive che "obblighino" a investire la ricchezza cumulata nel futuro del Paese (e non a essere erose lentamente da interessi sul debito e in "sovvenzioni" ai nipoti disoccupati).

Ma anche allora non fu difficile immaginarsi una rovinosa evoluzione degli eventi, come spiegò chiaramente l'allora comunista Napolitano  (...)in cui Napolitano afferma che l’idea secondo cui l’Italia “potrebbe evitare sviluppi catastrofici solo con l’intervento di un vincolo esterno nella forma di un rigoroso meccanismo di cambio” fa “un grave torto a tutte le forze democratiche italiane”. (...) .
Ma anche; (...) alla frase lapidaria di Luciano Barca, messa a verbale di una direzione del PCI svoltasi il 12 dicembre 1978: “Europa o non Europa questa resta la mascheratura di una politica di deflazione e recessione antioperaia”. (...)

Sarebbe ora di mollare la mela dentro il vaso (che tanto l'imboccatura non ne permette l'estrazione)
Non intendo affatto chiedergli un piccolo esame di coscienza, meno che mai  un esame economico delle scelte compiute nell'euforia del booooom economico (che loro stessi credono dovuto alle loro impareggiabili capacità) (altro punto esclamativo và)!

Lasciamoli pure nelle piazze a "passeggiare" e scandire slogan  demagogici fino alla slogatura della mandibola.
Potrebbero forse capire che la perdita di aspettative del sistema dipenda dal fatto di aver permesso che le linee guida della società venissero lasciate andare a se stesse (o alle direttive delle elites mondiali) e alle dinamiche disgreganti del libero mercato?

Così, oltre ai loro di zebedei, sono anche crollati i miei, che si scontrano periodicamente con la comodità delle soluzioni confezionate e pronte che troviamo quotidianamente al mercato dell'informazione pret a porter, e che ti vengono sistematicamente e ripetitivamente riproposte a random da chiunque.
Soluzioni che immancabilmente non solo falliscono, ma quasi sempre provocano danni..

Sarebbe stato bello avere un sistema politico più snello in modo da permettere riforme, riforme e ancora riforme.
Ok, visto che siamo rimasti al medioevo facciamo un giochino di fantasia e immaginiamocele queste tanto agognate riforme.
E tutti insieme sogniamo...sogniamo...e immaginiamocele.
Io mi sono immaginato queste, però ognuno può immaginarsi quelle che preferisce. Buona immaginazione

• Le cosiddette “Bassanini 1” e “Bassanini” (LL. 59/97 e 127/97) si inseriscono in questo processo innovativo, esplicitando la volontà politica di: u delegare funzioni alle regioni u accorpare uffici u snellire le procedure u controllare le funzioni e non gli atti u avviare procedimenti di tipo contrattuale u ampliare la considerazione del territorio L’art. 21 della legge 59/97 definisce i criteri generali dell’autonomia delle scuole.

La riforma di sistema nella XIV legislatura ministro Letizia Moratti (2001)

 La revisione del Titolo V della parte II della Costituzione

    La revisione dell'art. 51 della Costituzione


    La riforma del mercato del lavoro: Legge 4 novembre 2010

     legge 92 del 28 giugno 2012,

     la Legge 196/1997 anche nota come Pacchetto Treu
    a Legge Biagi del 2003 impose ben 46 configurazioni contrattuali di lavoro (D.Lgs. 276/2003)

    Riforma Amato del 1992. Il D.Lgs. 30 dicembre 1992, n.503 si pone lo scopo di stabilizzare il rapporto tra la spesa previdenziale e il prodotto interno lordo (PIL), introdurre forme diprevidenza complementare e integrativa, mantenere e garantire un adeguato trattamento pensionistico obbligatorio per tutti. L’età pensionabile è elevata da 60 a 65 anni per gli uomini e da 55 a 60 anni per le donne. La contribuzione minima per la pensione di anzianità è elevata da 15 a 20 anni di contributi. L’indicizzazione delle pensioni è slegata dalla scala mobile salariale e agganciata all’indice dei prezzi al consumo (inflazione) fornito dall’Istat.

    Riforma Dini del 1995. La legge n. 335 dell’8 agosto 1995 recepisce un accordo siglato tra Governo e parti sociali nel 1995. Il sistema di calcolo previdenziale passa dal criterio retributivo(media delle retribuzioni negli ultimi 10 anni di lavoro) al sistema contributivo, quest’ultimo basato sull’effettivo ammontare di contributi versati dal lavoratore durante la propria vita lavorativa. La previdenza complementare viene disciplinata mediante l’avvio dei fondi pensione.

    Riforma Prodi del 1997. La legge n. 449 del 27 dicembre 1997 modifica l’impianto della riforma Amato del 1992, adeguandolo con gli accordi stabiliti tra governo e sindacati e con l’esigenza di riordinare i conti pubblici, al fine di garantire l’ingresso dell’Italia nell’Unione Europea. La riforma Prodi si caratterizza per l’inasprimento dei requisiti d’età per l’ottenimento della pensione di anzianità, per l’incremento dell’onere contributivo dei lavoratori autonomi, per l’equiparazione delle aliquote contributive dei fondi speciali di previdenza e l’eliminazione di alcune condizioni riconosciute ai lavoratori durante il periodo di transizione al sistema contributivo.

    La legge delega n. 243 del 2004 (comunemente detta riforma Maroni) e il decreto legislativo n. 252 del 2005 approvati dal governo Berlusconi sono l’ultimo atto di un processo di riforma iniziato nel 1992. Obiettivo di fondo di questi interventi è stato quello di assicurare al sistema pensionistico una sostenibilità finanziaria, obiettivo al quale per intervento sindacale si è affiancato quello di assicurare una maggiore equità nel sistema attraverso una armonizzazione dei diversi regimi pensionistici. In particolare l’innalzamento dell’età anagrafica e/o contributiva per accedere al pensionamento di anzianità è stato spalmato tra il 1996 e il 2008, mentre il nuovo sistema di calcolo contributivo è stato applicato integralmente ai soli lavoratori assunti dopo il 1995

    A fine 2007 è stata adottata la legge 24 dicembre 2007, n. 247 che ha modificato le disposizioni contenute nella legge n. 243/2004 che sarebbero dovute entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 2008 e che avrebbero comportato l’immediato innalzamento da 57 a 60 dell’età anagrafica (si parlò infatti di “abolizione dello scalone”).

    Infine, con il Decreto Legge n. 201/2011 (il famoso decreto salva Italia, che contiene la riforma Fornero), da un lato si passa al sistema contributivo pro-rata per tutti dal 1 gennaio 2012; dall’altro, si innalza ulteriormente il livello minimo di età pensionabile: l’età minima di pensionamento passa da 60 a 62 anni per le lavoratrici dipendenti (che diventeranno 64 nel 2014,65 nel 2016 e 66 nel 2018; le lavoratrici autonome dovranno lavorare un anno in più), e 66 anniper gli uomini

     il Servizio Sanitario Nazionale modificato dai decreti legislativi 502/92 e 517/93

    Il 30 novembre 1998 viene promulgata la legge n. 419 “Delega al governo per la razionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale e per l’adozione di un testo unico in materia di organizzazione e funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale.

    Ma quanto sono in gamba a immaginare...ma con questo senato...come si fa; è impossibile!

    Ora, dopo tanta immaginazione, torniamo alla realtà dato che qualcuno se n'è uscito con una demagogia al quadrato: eliminiamo il senato e risparmiamo!

    Certo, e quanto?


    (...) Insomma, di che risparmi parliamo complessivamente? Inizialmente avevamo spiegato come la somma sicuramente risparmiata fosse di 100 milioni di euro all'anno, aggiungendo poi risparmi successivi per circa un'altra decina di milioni di euro. Pur ammettendo che la diminuzione della mole di lavoro e del numero di parlamentari possa comportare ulteriori economie per circa il 20 / 30 percento delle spese di funzionamento, non si andrebbe insomma molto oltre dalla cifra di circa 120 milioni di euro l'anno. Ma attenzione, perché da questa cifra bisognerà probabilmente stornare i rimborsi spesa per i viaggi a Roma dei nuovi membri del Senato delle Autonomie e capire quale "dotazione" avranno a disposizione. Insomma, in un modo o nell'altro i conti tornano: con la riforma si risparmierebbero circa 100 milioni di euro l'anno. (...)

    Alla faccia, BEN 100 mln!!! Ho i brividi...
    Chi è che sa che stiamo pagando dai 2 ai 2,5 MILIARDI di euro all'anno per derivati sottoscritti negli anni passati dall'allora supercapo della banca d'Italia Mario Draghi?
    Ah non lo sapevate?
    E per risparmiare 100 miseri milioncini ci dovremmo privare di uno dei contrappesi che equilibrano la bilancia del potere?
    E dei 60 MILIARDI "donati" al MES che sono andati a chiudere i debiti delle banche "mediterranee" nei confronti di quelle francesi olandesi e tedesche?
    Bella idea quella del MES

    Il Meccanismo europeo di stabilità (MES), detto anche Fondo salva-Stati (ininglese European Stability Mechanism - ESM), istituito dalle modifiche alTrattato di Lisbona (art. 136) approvate il 23 marzo 2011 dal Parlamento europeo[1] e ratificate dal Consiglio europeo a Bruxelles il 25 marzo 2011[2][3], nasce come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro

    Gli stati depositano a seconda del loro peso economico, peccato che le grosse banche che stavano per fallire erano tedesche, francesi e olandesi per aver prestato sconsideratamente a greci, spagnoli italiani e portoghesi.
    Ma anche le banche di GRE, SPA e POR stavano col culo di fuori. Gli unici ad aver i conti abbastanza a posto eravamo noi, e in più avevamo molta ricchezza nominale (titoli, buoni del tesoro, case, strutture industriali etc etc).
    In pratica abbiamo salvato l'euro dallo sfracello risanando i conti delle suddette banche (dando soldi ai debitori che hanno restituito ai creditori).
    Gli unici che ci hanno perso al netto siamo noi (ma noi siamo furbi, il problema è il senatoooooo).
    Avete notato le date dell'ESM?

    Non è più possibile che gli zebedei "reggano" a tanta ignoranza che vuole restare tale convintamente e testardamente votata al "Fogno Europeo".
    Ecco perché è il crepuscolo degli zebedei; non c'è quasi più nessuno che li abbia. Sono tutti sfracellati dalla paura di perdere una ricchezza che in buona parte non esiste più perché: La ricchezza nominale non vale nulla senza un sistema che funziona!
    Ecco perché non ci schioderemo da questa agonia; chi ha la ricchezza (nominale) ha la mano incastrata nell'imboccatura e verrà catturato e condannerà la sua gente alla povertà.

    In realtà siamo già tutti più poveri (soprattutto di zebedei).







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