giovedì 12 maggio 2016

Pijamoce stu Caffè

(...) le radici di una posizione cui Caffè restò fedele per tutta la vita. «Nel mio giudizio - egli affermava nel 1977 - gran parte dei mali economici del presente è da attribuire al mancato impiego di ragionevoli, circoscritti e selettivi controlli diretti; il che porta ad affidare soltanto ai “prezzi di mercato” una funzione di razionamento, resa spesso iniqua da una distribuzione del reddito e della ricchezza accentuatamente sperequata» (14).

A me pare che l'iniquità della distribuzione del reddito, Federico (mi permetto perché credo che avrei avuto ammirazione e convergenza d'idee) la faccia propria nel contesto di un punto di vista che "accetta" come un dato di fatto, modificabile ma non giudicabile a priori per uno stravolgimento dello stesso in base a visioni ontologiche assolute, il dato storico.

Infatti parla di ragionevoli, circoscritti e selettivi controlli diretti.
E questo perché, da persona intuitiva,intelligente e pragmatica, si confrontava con la realtà e non solamente con l'astrazione ontologica, puntoesclamativoacapo.

Al mio caro amico Baz'.

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