Credo si debba partire dall'uso che ne viene fatto in termini divulgativi.
Stavo pensando in questi giorni a tutte quelle persone che hanno costruito una fortuna, sia professionale che economica, sulla base del moralismo.
La schiera è pressochè sterminata: potremmo partire dai cosiddetti giornalisti di cui cito solo la punta dell'iceberg in ordina sparso; Santoro, Travaglio, Rizzo, Stella, Porro, Gruber, Floris, Mentana, Lerner, Fazio, Paragone, Gabanelli, quello della 7 che non ricordo il nome, Etc Etc Bla Bla talmente tanti che sono.
Poi ci sono quelli della carta stampata che a volte sono in prestito alla tv, tipo; Gramellini, Calabresi, Colombo, Mauro, Mieli e un sacco di altri che non valgono neppure l'essere nominati.
Poi ancora quelli della radio sconosciuti ai più ma dei quali ne ho notato l'hybris ogni volta che toccavano l'argomento.
Poi anche intellettuali vari, come economisti, filosofi, rettori e via intellettualeggiando.
In base a questa traiettoria culturale sono nati diversi partiti e alcuni di quelli che già c'erano ne hanno impostato la loro base (la questione morale fu proprio il paradigma del PCI nel momento del suo massimo fulgore). Illo M5S è stato partorito da questo fulgore savonarolico durato, fino ad ora, 24 anni più o meno, ma del quale non si vede come posa terminare a breve .
Che questo paese avesse qualche problema di morale io lo notai proprio alla metà di quei famosi anni '80 da cui partì tutto.
Chiariamo subito un punto fondamentale: " 'a coruzzzzione" diffusa è un effetto, NON LA CAUSA del degrado, e in questo mantra indotto vi caddi pure io e con entrambi i piedi.
E ora vediamo se riesco a spiegare la dinamica che si scatena quando una cultura più avanzata economicamente cerca nuova linfa con la quale mantenere il dominio egemonico sulle altre.
Esistono diversi livelli di penetrazione delle culture centrali su quelle periferiche o addirittura su quelle "di campagna" (è una figura retorica).
E' una cultura centrale quella che in base alle circostanze del tempo, cioè delle dinamiche storiche, di scambi di tecnologie, circostanze climatiche, risorse naturali e nuove scoperte tecniche e/o geografiche, viene a trovarsi a dominare questo insieme di fattori.
Tanto per capirci, culture centrali lo sono state; quelle della mezzaluna fertile, quella egiziana, quella greca, quella romana, e poi un insieme di quelle centroeuropee con prevalenza teutonica, poi una parentesi spagnola, poi una commistione anglofrancoteutonica con prevalenza inglese (per stare dalle nostre parti) tanto per metterla giù facile facile, così, tanto per capirci.
Come sempre è successo le periferie sono terre di conquista (non parliamo neppure di quelle che per circostanze che non è il momento di spiegare ora, sono rimaste ad un livello economico elementare -- senza farne una questione di superiorità o inferiorità), nei tempi passati la conquista avveniva fisicamente, oggi questo non è più perseguibile per una questione di forma, ma lo è ancora nella sostanza.
In fondo se ci pensiamo bene, lo scopo delle conquiste è quello di potersi appropriare delle ricchezze di quella civiltà; oggetti preziosi, materie prime, schiavi, ed eliminare o cooptare le menti migliori. Una volta fatto questo, a quelle civiltà non resa null'altro che assoggettarsi alla forza dell'invasore che inevitabilmente spazzerà via le basi di quella cultura -- in buona sostanza la sua identità.
Allora, qualcuno è in gradi di spiegarmi, nella sostanza, la differenza che passa tra quelle conquiste "fisiche" e quelle odierne, cioè basate sull'economia?
Prendiamo il nostro caso, stiamo parlando di quella che mica tanto tempo fa era arrivata ad essere la sesta economia mondiale, quindi non di un paese troppo arretrato economicamente.
Facciamo mente locale; tramite una serie di trattati internazionali di varia natura ma soprattutto economici a cui noi abbiamo scelto (?) di partecipare, sono andate a regime, via via sempre più restrittivamente, circostanze di dinamica economica e, a seguire, politica, in base alle quali ci siamo indebitati alle condizioni dettate da altri, ai quali abbiamo, via via in ordine di grandezza maggiore, devoluto il frutto dei sacrifici del nostro lavoro.
Eh si, perché nonostante ci dipingano come fanfaroni e mafiosi, l'Italia, come interessi, avrebbe ripagato ampiamente tutto il suo debito.
Quello che non vogliono raccontarvi è che certi livelli di interesse sul debito abbiamo dovuto pagarli per una scelta compiuta a fine anni'70 facendo diventare la nostra banca centrale una banca che al posto di servire il popolo italiano e il suo benessere, promulgando politiche di piena occupazione, le quali sono previste dagli articoli più importanti e FONDAMENTALI DELLA NOSTRA COSTITUZIONE, ha servito gli interessi del capitale internazionale (qui agli internazionalisti del sogno della "pace nel mondo" dovrebbero fischiare le orecchie, invece...) che ci hanno succhiato linfa vitale pur mantenendo alto il nostro debito e distruggendo pezzo dopo pezzo il nostro apparato industriale e il nostro tessuto sociale.
Lo so, è difficile comprendere il disegno completo e le sue dinamiche. Più sotto viene spiegato a grandi linee il ciclo di Frenkel, che è uno dei modi col quale il grande capitale assoggetta le masse povere delle nazioni. Ma quella forma di vincolo può funzionare anche in modo non così stringente, cioè in una forma soft, esattamente come per l'Italia degli anni '80 e '90.
Ma occupiamoci della periferia, cioè noi.
Qualcuno ha mai sentito parlare del ciclo di Frenkel? Alcuni sicuramente, ma questo post è per coloro che per la prima volta si occupano di economia, anzi, di macroeconomia (per chi non volesse proprio crederci, comunico che la finanza è economia, non per mia decisione, ma per attributi propri. Anzi è diventata giocoforza parte preponderante della macroeconomia e non per cicli dovuti chessò, alle macchie solari o all'allineamento di certi pianeti, ma per scelte generali di politica economica -- e mettere la testa sotto la sabbia non aiuta).
Tanto per capirci, tutto quello che sta sotto (che è più piccolo come ordine di grandezza) alla macroeconomia segue inevitabilmente le linee della macro. E' come su una navicella spaziale, tu puoi anche andare verso Alfa Centauri camminando verso coda, ma se la navicella va verso Cassiopea, tu vai a Cassiopea (in verità non so se stanno agli opposti, ma il senso è quello).
Quello che ci interessa è questo:
Il ciclo di Frenkel (noto anche come ciclo di Frenkel-Neftçi fin dalla sua prima citazione in letteratura) è una teoria dell'economista argentino Roberto Frenkel che descrive ciò che avviene quando un Paese economicamente meno sviluppato si aggancia alla valuta di un'area più forte[1], ed in assenza di interventi politici che compensino gli squilibri; quindi una situazione di area valutaria ottimale inefficiente o non ottimale.
Il modello, inizialmente formulato con riferimento alla dollarizzazione dell'Argentina (vedi anche crisi economica argentina) durata fino al 2001, viene ora talvolta citato[2] per spiegare la crisi in corso in Europa in seguito all'adozione dell'euro[3]
Il ciclo si svolge in sette fasi:
- Il Paese accettando l'unione monetaria, liberalizza i movimenti di capitale.
- Affluiscono i capitali esteri, che trovano conveniente investire in un Paese dove i tassi di interesse sono più alti, ma è venuto meno il rischio di cambio.
- Il flusso di liquidità fa crescere consumi e investimenti, quindi crescono Pil e occupazione.
- Tuttavia aumentano anche l'inflazione e il debito privato; inoltre si creano bolle azionarie e immobiliari.
- Un evento casuale crea panico tra gli investitori stranieri, che arrestano i finanziamenti.
- Inizia la crisi: si innesca un circolo vizioso tra calo del Pil e aumento del debito pubblico. Il governo taglia la spesa pubblica o aumenta le tasse, aggravando la recessione.
- Il Paese è costretto ad abbandonare il cambio fisso e a svalutare.
La conclusione naturale del processo è l'uscita dal regime di cambi fissi tra le due monete. (da wiki).
Aggiungo io per dovizia di informazione, che anche le cosiddette tigri asiatiche (Corea del sud, Thainlandia e Malesia), negli anni '90 subirono il medesimo trattamento, ma la lista non finisce qui.
Aggiungo io per dovizia di informazione, che anche le cosiddette tigri asiatiche (Corea del sud, Thainlandia e Malesia), negli anni '90 subirono il medesimo trattamento, ma la lista non finisce qui.
Ora, lasciando perdere tutta la parte tecnica che aprirebbe parentesi di ogni geometria, quello che a noi interessa capire è che la nostra arretratezza economica relativa (non dovuta a inettitudine morale, ma a questioni storiche, geografiche, poltiche e culturali), ha reso il nostro paese appetibile alla penetrazione dei grandi capitali del centro Europa e del mondo anglosassone in primis.
Non è forse chiaro a tutti che dove arrivano troppi soldi si perde il senso, il significato e le autentiche motivazioni che stavano all'origine di quella identità particolare?
Lo possiamo notare ovunque ciò sia accaduto, per esempio nello sport, nella televisione e anche a livello di piccolo paesello e perfino a livello famigliare. Quando iniziano a girare troppi soldi e facili, tutto si degrada, ovunque capiti, anche dove pare vi sia una rettitudine consolidata.
Lo vedete, il processo segue una traccia; arrivano i soldi (a livello macroeconomico si chiamano capitali) e la società, il paese, le famiglie si degradano, smarriscono il senso di ciò che li rende un insieme, smarriscono tutta la fatica fatta e che li ha uniti perdendo con essa le basi della propria identità, e il tutto ceduto per pochi spicci e qualche chincaglieria.
A livello macroeconomico la lotta è diventata ( forse lo è sempre stata, ma oggi travalica abbondantemente il concetto di identità nazionale) tra classi. La classe dirigente del paese arretrato vuole vivere come quella del paese avanzato, pensa di meritarselo e si chiede come mai al lui sia toccato un popolo così ignorante, caprone e buzzurro, a lui che sa di poter partecipare alle più alte vette dello stile di vita mondiale.
Lo capite bene che queste sono miserie umane di egoismo sfrenato e sopravvalutazione di se stesso.
Così svende una parte della forza lavoro della nazione, oppure delle sue infrastrutture, del suo sistema bancario, oppure delle sue materie prime, o anche delle sue bellezze naturali o tutte queste cose messe insieme alle classi dominanti dei paesi dominanti in cambio di qualche privilegio per poter far parte del club che conta a livello mondiale, e il metodo è semplice: ti indebitano coi loro soldi non coi tuoi. Infatti se potessi farlo coi tuoi di soldi, saresti tu a decidere cosa farne del tuo debito, ma nel momento in cui la banca del tuo paese non può più finanziarti ad un tasso che agevoli l'occupazione quando serve, tu sei costretto a ottenere capitali solo alle condizioni dettate dal libero mercato (sul quale nulla puoi).
Lo capite bene che queste sono miserie umane di egoismo sfrenato e sopravvalutazione di se stesso.
Così svende una parte della forza lavoro della nazione, oppure delle sue infrastrutture, del suo sistema bancario, oppure delle sue materie prime, o anche delle sue bellezze naturali o tutte queste cose messe insieme alle classi dominanti dei paesi dominanti in cambio di qualche privilegio per poter far parte del club che conta a livello mondiale, e il metodo è semplice: ti indebitano coi loro soldi non coi tuoi. Infatti se potessi farlo coi tuoi di soldi, saresti tu a decidere cosa farne del tuo debito, ma nel momento in cui la banca del tuo paese non può più finanziarti ad un tasso che agevoli l'occupazione quando serve, tu sei costretto a ottenere capitali solo alle condizioni dettate dal libero mercato (sul quale nulla puoi).
Ora, serve a qualcosa tutto questo moralismo ipocrita dato che proprio loro, i supermoralisti, sono stati i primi ad approfittare delle condizioni favorevoli del mercato facendosi pagare gran soldoni per farci sentire delle merdacce?
Sono solo dei piccoli garzoni di bottega che per una mancia raccontano al prete tutti i peccati e lo stato dei debiti dei parrocchiani.
Sono solo dei piccoli garzoni di bottega che per una mancia raccontano al prete tutti i peccati e lo stato dei debiti dei parrocchiani.
Ma anche guardandola dallo stretto punto di vista politico/giuridico, non è possibile non notare come a livello morale c'è sempre qualcuno che ce l'ha più lungo del tuo (il senso morale...eccheavevicapito ahh) e che a giocare questa partita si perde tutti.
Già una volta è successo, provate a rifletterci, che una partitona a livello morale si giocò in Europa e il risultato furono mille anni di oscurantismo, ignoranza, povertà, malattie, cavallette....(ah no, le cavallette no, quelle arrivano solo se ci togliamo da questa trappola assurda dell'euro) anche a quel tempo la morale permeava ogni aspetto della società ed era lo scopo primo da perseguire. Anche allora gli uomini potevano attingere a piene mani dal libero mercato della morale; chi più ne aveva più comandava, e l'uomo è ripombato ad un livello di ignoranza risalente a qualche millennio nel passato. Oggi è il libero mercato dei capitali.
La morale assoluta è la nemesi dell'economia, così come il suo opposto; la totale mancanza di una morale. Il risultato è il medesimo; povertà diffusa.
Quindi piantiamola con questo assurdo gioco del massacro all'italiano, ma soprattutto facciamola piantare a tutta quella allegra combriccola dei nostri intellettualeconomistigiornalisti che, o per ignoranza o per interesse ci sputano in testa dai loro elevati pulpiti informatici, ci avessero avvisato allora che arrivava l'orco magari avremmo tenuto le chiappe un pelo più serrate no?!
Quando senti parlare un moralista, digli di smettere, ne va della nostra salute.
Quando senti parlare un moralista, digli di smettere, ne va della nostra salute.
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