martedì 29 maggio 2018

Suffragium ego te suffragium autem suffragiorum suffragium nobis...

La presa di posizione di Mattarella a tutela dei "risparmi" fa da spartiacque e allarga ulteriormente la forbice che intercorre tra le parti sociali.
Serve fare una piccola premessa tecnica.
La sua scelta, ha dichiarato, è dettata dalla esigenza di tutelare il risparmio degli italiani.
Bene, intanto possiamo registrare il fatto che nel momento in cui il governo a guida PD ha recepito anticipatamente le regole comunitarie sulle banche, "bruciando" i risparmi di una vita a moltissimi correntisti, Mattarella non ha pronunciato alcuna opinione, né si è imposto in difesa degli italiani. Ma il punto non è questo.
Il senso delle parole espresse ha invece una precisa collocazione nelle dinamiche del sistema sociale.
Ponendo come priorità assoluta il risparmio (cioè, per chi non è abitudinario coi concetti economici; il capitale NOMINALE di ricchezza, cioè i rentier, i nullafacenti che lucrano sul lavoro della povera gente) ha compiuto una scelta particolare che privilegia la parte ricca della società, trascurando e relegando a secondarie le legittime esigenze e i diritti dei più deboli.
Se questa scelta sia stata fatta per stringenti motivi personali o per conclamata ignoranza generica del contesto economico, non è dato saperlo. Ma nessuno potrà più, oramai, cancellare o gettare nell'oblio la gravità del gesto.
Impeachment (in questo caso suona meglio l'italiano: grave atto di accusa al massimo rappresentante delle istituzioni della Repubblica) o meno, la sua figura resterà per sempre una sgradevole macchia nella storia della Repubblica italiana e, personalmente parlando, non posso che augurargli la dovuta nemesi.
Mussolini, se non altro, fece anche qualcosa di buono; costui nulla.

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