giovedì 24 settembre 2015

Nessuno ne parla e io ho capito il perché

Questo blog è dedicato a quei giovani che hanno qualche adulto che gli spiattella i testicoli con le solite frasi tipo e luoghi comuni del tipo; "Non avete voglia di fare un cazzo e....", "Quando ero giovane io ho fatto questo e quello invece voi state tutto il tempo attaccato al telefonino bla bla....", ma la migliore è: "Noi abbiamo fatto i sacrifici e grazie a noi oggi tu stai bene bla bla etc etc...".

Sappiate che non è vero!
Hanno goduto dei migliori anni che la specie umana abbia mai vissuto su questa terra e nello specifico, delle migliori condizioni macroeconomiche che siano state messe in atto.
Loro non lo sanno, ma sono stati iperfortunati.

Ora qualcuno potrebbe obiettare che le mie sono solo "impressioni", che dovrei dimostrare l'etc.
E' quello che intendo fare quanto prima, ma il compito non è semplice, né toccherebbe a me farlo -- ho la licenza media -- ma non ho ancora trovato un intellettuale che si sia preso la briga di approfondire e i motivi sono comprensibili.

Alcuni hanno un evidente conflitto di interessi, cioè hanno usufruito in abbondanza delle condizioni di cui sopra. Altri non intendono toccare l'argomento perché stanno portando avanti politiche alle quali risulterebbe dannoso un ulteriore complicazione (altri non ci arrivano proprio...).
Di base, la maggior parte delle elite intellettuali che indirizzano il pensiero mainstream  mettono come priorità la lotta di classe oppure la contrapposizione tra identità nazionale e mondializzazione delle masse (Un melting pot mondiale cucinato a fiamma bassa e cottura prolungata dove non si capisce bene cosa è cosa).
E in effetti i problemi maggiori derivano da quei contesti e sempre li si va a finire.
Nessuno vuole negare che la lotta di classe ..., ma quando quelle questioni diventano assolute ci si perde un pochetto.
Avete in mente quella vignetta dove c'è quell'ebreo ortodosso con la Torah in mano che ripete all'infinito; "Holocaust,holocaust holocaust...." ?
Ecco, mettete un mancino totale, di quelli che fanno tutto solamente con la sinistra, a cui il braccio destro si è atrofizzato, di quelli che cercano di non dare neppure la precedenza agli incroci, un marxista dell'Ilinois (cit) per intenderci, mettete Il Capitale al posto della Torah e il mantra diventerà: "Lotta di classe. lotta di classe, lotta di classe....".
Certo, la lotta di classe è atavica, o per essere precisi è Post Era Glaciale e non come vorrebbero farci credere Post Industriale.
Se davvero uno vuole che non ci sia più diversità di classe, allora dovrebbe iniziare a distruggere buona parte dei campi di cereali, eliminare gli allevamenti e nel giro di tre o quattro anni, dopo una devastante selezione "naturale", "saremo" (io speriamo che me la cavo) tutti Cacciatori/Raccoglitori. Il capo sarà una figura simbolica e non ereditaria o partorita da un sistema "elevato" e vivressimo (o vivrebbimo, a scelta) tutti felix (?). Ma basterebbe sistemare la lotta di classe per risolvere i problemi sociali? No, e il sovietismo lo ha dimostrato, c'è sempre qualcuno che ha meno classe di te e più infrastruttura ideologica.

Ecco che la lotta di classe non basta più per spiegare alcune dinamiche sociali.

Il problema generazionale si pone nel caso in cui alcune circostanze macroeconomiche danno la possibilità, in un determinato periodo, di approfittare di condizioni particolari senza interessarsi troppo delle conseguenze che potrebbero versificarsi in un futuro, prossimo o meno.
Questo è quello che, secondo me, si è verificato all'inizio degli anni '80 -- almeno in Italia -- e che iniziò a prendere forma nel decennio prima.
Quello che successe in quegli anni sta ancora influenzando l'Italia odierna e non basta risolvere il conflitto distributivo perché quello che è successo negli anni 80 non è stato in primis una dinamica di classe, ma una dinamica temporale, di passaggio, si è chiusa un epoca e se ne è aperta un'altra e in quella fase di transizione qualcuno ne ha approfittato..

Quale epoca si è chiusa? Quella macroenomica keynesiana. Quella che ha portato ricchezza e benessere a tutte quelle nazioni che ne hanno intrapreso il percorso e delle quali, l'Italia è stata la maggior protagonista per modello e risultati ( in confronto alle basi di partenza).

Ora io non devo mettermi a fare lo spiegone di cosa siano le condizioni macroeconomiche keynesiane, ci sono fior di blog che per fortuna lo hanno già fatto e piuttosto bene dato che l'ho capito anch'io. I migliori sono Goofynomics, Orizzonte 48 e altri che potrete scoprire navigando da quelle parti.
Spiegato da un rozzo come me sarebbe; l'epoca che si formò dalla rivoluzione industriale che andò a esacerbare gli squilibri preesistenti, innescò una volontà di dominio tra le potenze dell'epoca che sfruttando il lavoro delle masse di proletari cercarono di ottenere l'egemonia in Europa (che al tempo significava dominare il mondo).
Il risultato fu -- oltre una serie ininterrotta e generalizzata di guerre circoscritte -- due guerre mondiali e morte e distruzione in tutto il mondo occidentale.
Keynes spiegò scientificamente i motivi economici alla base degli squilibri che avevano originato le guerre, e da alcune sue intuizioni si ripartì con sistemi economici equilibrati ( a me vien da dire; di buon senso, ma chi non ne ha non lo riconosce).

Ora, se tu chiedi a tutti quelli delle generazioni che hanno potuto usufruire di queste condizioni "di buon senso" chi fosse Keynes forse, ma dico forse, troverai l'eccezione che conferma.
La regola è che tutti ci si prende meriti che non si ha. Le nostre generazioni quella del benessere.
Ma è negli anni '70 che qualcosa inizia a cambiare e ad inizio anni '80 arriva il divorzio.
Dopo il divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro -- nel decennio circa che segue -- arriva la metà, dico la metà, di tutto il debito pubblico italiano dalla fondazione della nazione.
E arriva appena dopo il divorzio.
Fatto il divorzio si parte con debito pubblico a palla. chi ne ha usufruito?

Perché la lotta di classe non è tutto? ma semplice (cit), perché del debito pubblico anni '80 ne hanno usufruito tutti quelli che ne hanno voluto usufruire, dall'operaio al capitano d'impresa (e poi spiegherò), meno me che allora mi facevo le seghe mentali (ma anche le altre, questo va senza dirlo) nella forma di problemi etici.

Cosa c'entrano gli anni '80 con la disoccupazione giovanile di oggi? Qualcosa pare di si.

Alla prossima...e chissà se Andreatta parlerà.




1 commento:

Sandro ha detto...

Mmmmh...ho dimenticato un pezzo all'inizio quando parlo di lotta di classe, ma non è importante, è che non si capisce.
Ma avevo fretta e la fretta fa i gattini ciechi (pronunciato CI E CHI)